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Come si impara a parlare in pubblico? E perché è così importante?

Se ti chiedessi di immaginare di essere davanti a una platea di persone che aspettano solo di sentire cos’hai da dire, cosa ti verrebbe in mente?

Forse sentiresti la gola un po’ secca, la tremarella alle gambe, una voglia improvvisa di fuggire il più lontano possibile. E nella testa magari cominci già a sentire domande funeste, del tipo: che succede se nessuno ride alla battuta che ho preparato? E se qualcun altro interrompe perché il mio discorso non è abbastanza chiaro?

Contrariamente a ciò che si pensa, non si tratta di una semplice questione caratteriale: non c’è bisogno di essere persone timide e riservate per sentirsi a disagio quando si è al centro dell’attenzione. In realtà, la paura di parlare in pubblico può assalire chiunque non riesca a individuare le proprie insicurezze e le proprie difficoltà comunicative, ma da dove nasce?

Sicuramente si tratta di un tipo di comunicazione complesso, in cui ci si sente molto esposti. Da soli, di fronte a un gruppo di persone pronto a cogliere ogni errore e inesattezza. 

Insomma, un incubo. 

Eppure non è necessariamente così che dev’essere: parlare in pubblico senza ansia si può, a patto che tu ti prenda il tempo necessario per un’analisi preliminare del contesto in cui farai il tuo discorso. 

Facciamo qualche esempio: devi fare una presentazione in classe, o magari in una riunione di lavoro? Oppure stai per andare in scena su un palco? Terrai un discorso formale, ricco di dettagli tecnici, oppure si tratterà per lo più di improvvisare per intrattenere chi ti ascolta?

Le possibilità sono tantissime e ciascuna circostanza richiede certamente l’applicazione di tecniche particolari, ma in questo articolo vediamo insieme 3 tecniche che accomunano tutte le esperienze di public speaking. 

Tecniche per parlare bene in pubblico

Di consigli per imparare a parlare in pubblico ne è pieno il web, ormai: tutti sono alla ricerca di strategie e trucchi. 

Se mi stai leggendo è perché probabilmente speri di trovare in questo articolo la chiave giusta per far sparire l’ansia. Qualcosa che renda i tuoi discorsi chiari, concisi, piacevoli da ascoltare e, possibilmente, interessanti, facendo allo stesso tempo apparire perfettamente in controllo della tua voce e del tuo corpo.

E non mi fraintendere: fai benissimo. Il public speaking e, in generale, l’arte di comunicare bene sono competenze richiestissime negli ambiti più disparati. 

Il problema, però, è che si cercano soluzioni pratiche senza saper individuare quelle che sono le basi tecniche per parlare bene in pubblico, ovvero:

  • Analizzare il pubblico e l’ambiente;
  • Gestire il contenuto del discorso;
  • Lavorare sulla presentazione del contenuto.

Sicuramente non è semplice spiegare in un solo articolo di blog (e, se è per questo, neanche in un saggio) tutto ciò che è importante sapere per comunicare al meglio con un gruppo di persone, grande o piccolo che sia. 

Le variabili e le circostanze da prendere in considerazione sono tante e ciò che fa davvero la differenza sono l’esperienza e l’allenamento. Eppure è fondamentale tenere bene in mente gli elementi appena visti per poter affrontare la situazione.

(Possibilmente senza farsi venire la tachicardia o un attacco di mutismo nel bel mezzo di un discorso importante). 

Se ti interessa approfondire tutte le tecniche comunicative, però, dai un’occhiata a questo corso, è stato pensato appositamente per imparare a come parlare in pubblico e convincere gli altri:

Torniamo a noi ora, e andiamo ad approfondire le nostre 3 basi tecniche.

Analizzare il pubblico e l’ambiente

Prima di pensare a cosa dovrai dire e a come farlo, c’è un passaggio fondamentale senza il quale non potrai neanche lontanamente pensare di poter tenere un discorso in pubblico ed è: condurre un’analisi dettagliata di chi ti ascolta e del contesto in cui parlerai.

Questo vuol dire sapere qual è il pubblico a cui ti rivolgerai e cosa si aspetta da te e dal tuo intervento. Non dimenticare che il luogo è importantissimo: ti troverai su un palco, in una classe o all’interno di una sala riunioni? Si tratta di una circostanza formale, oppure rilassata?

Una fase di “studio preliminare” del contesto è necessaria per impostare bene la tua comunicazione.

Un consiglio sempre utile, quindi, è quello di porsi molte domande, del tipo: 

  • A chi parlerai?
  • Per dire cosa?
  • Cosa si aspettano da te e dal tuo discorso gli ascoltatori?
  • Qual è il posto scelto e che strumenti avrai a disposizione? Avrai un palco, un leggio, un microfono, uno schermo per delle slide…

Avere ben chiara la situazione ti aiuterà a sentirti più a tuo agio con l’idea di dover parlare in pubblico ancor prima di iniziare a prepararti.

Gestire il contenuto del discorso

E siamo arrivati al momento in cui si fa sul serio: a questo punto, infatti, dovrai cominciare a pensare attentamente al contenuto del discorso che dovrai fare. Se hai svolto un buon lavoro di analisi degli ascoltatori e dell’ambiente in cui ti troverai, la scelta delle parole giuste e dello stile di comunicazione da adottare sarà meno difficile di quel che pensi. 

Facciamo qualche esempio. 

Se hai il compito di presentare ai tuoi compagni di classe e al tuo insegnante uno dei tuoi lavori, molto probabilmente il tuo discorso avrà un tono serio e sarà pieno di dettagli tecnici e nozioni. Insomma, dovrai essere professionale. 

Diversa invece la situazione in cui puoi trovarti se devi tenere il discorso per il brindisi del matrimonio dei tuoi amici… qui potresti avere come obiettivo i pianti disperati dei parenti. O l’imbarazzo totale degli sposi, a te la scelta.

Lavorare sulla presentazione del contenuto

Ora che sai cosa, dove e a chi farai il tuo discorso, è ora di capire esattamente come dovrai parlare. Innanzitutto per poter tenere il tuo discorso in pubblico nel migliore dei modi dovrai memorizzare bene ciò che dovrai dire. 

A questo punto puoi scegliere due strade: imparare a memoria un copione oppure lavorare con un canovaccio. E da questa scelta non si scappa, perché determinerà il modo in cui presenterai i tuoi contenuti. 

Iniziamo dal copione: in questo caso avrai il pieno controllo sulla struttura delle singole frasi, sulla scelta e l’utilizzo delle parole, ma potresti inciampare in vuoti di memoria e in una performance un po’ rigida. 

Qui ti troverai ad affrontare la sfida di imparare un discorso parola per parola. Per farlo, puoi usare la cosiddetta “ripetizione all’italiana”. Niente di complesso: dovrai solo pronunciare le frasi che vuoi memorizzare in modo del tutto asettico mentre fai altro. Dopo un po’, il processo diventerà automatico.

Con il canovaccio, invece, (o con una sorta di mappa mentale del tuo discorso, se preferisci), costruirai una semplice scaletta dei passaggi fondamentali, senza scrivere tutto ciò che dirai. In questo modo potrai puntare tutto sulla tua spontaneità e il tuo carisma, facendo però molta attenzione a non perdere il punto del discorso.

E se ti stai chiedendo cosa puoi fare per tenere fresco in mente il canovaccio, ho buone notizie per te. Esiste un dispositivo perfetto per la circostanza: è una mnemotecnica utilissima, fighissima, così bella che anche la versione televisiva di Sherlock Holmes la usa come un super potere. È il palazzo della memoria

Si tratta di associare parole chiave a un luogo che conosci, come ad esempio casa tua, e costruire un percorso all’interno dell’edificio che corrisponda all’ordine del discorso. Ad esempio, la prima parola da memorizzare la farai coincidere con l’ingresso, la seconda con il corridoio d’entrata e così via.

È una tecnica pazzesca, ma è solo una piccola parte di tutto quello che c’è da scoprire sulla memoria e le sue facoltà… l’argomento è così affascinante che ho voluto approfondirlo con due menti incredibili: il campione del mondo di memoria, Andrea Muzii, e il più grande mnemonista in circolazione, Vanni De Luca. Insieme abbiamo creato Mnemonica, un videocorso che esplora le capacità di memorizzazione umana a 360°. (E la marchetta è andata!)

Bene. A questo punto, se hai fatto bene il tuo lavoro di cura e memorizzazione del contenuto, potrai finalmente dedicarti ciò che di solito viene messo al centro degli esercizi pratici per parlare in pubblico, ovvero: la gestione del linguaggio verbale, non verbale e paraverbale.

Se intorno a questi aspetti c’è tanto interesse è perché sono fondamentali per veicolare al meglio il messaggio che hai costruito con così tanta attenzione. 

Una voce insicura tradisce ansia, una troppo bassa risulta poco affidabile. Anche la velocità del discorso è importante per non annoiare gli ascoltatori andando troppo lenti, o per non confonderli sparando parole come una mitraglietta.

Un consiglio da non dimenticare mai riguarda le pause: fermarsi al momento giusto, durante un discorso, è fondamentale per sottolineare alcune informazioni e per aiutarci a fare il punto della situazione.

Il linguaggio del corpo e la postura, poi, svolgono un ruolo centrale. Occupare lo spazio con movimenti e gesti ben precisi può aiutarci a dare enfasi ad alcuni passaggi o a spiegare in maniera più immediata dei concetti. 

Imparare a parlare in pubblico, nella pratica

A questo punto è chiaro: superare la paura di parlare in pubblico richiede studio, allenamento e anche un approccio sistematico alle tecniche da imparare… ma non basta. 

C’è ancora qualcosa che puoi fare per metterti alla prova ed è: imitare atteggiamenti e tecniche di speaker famosi. Prendi ad esempio i discorsi pubblici di Obama, gli spettacoli di Ricky Gervais, o qualsiasi altro esempio ti venga in mente di professionisti che conoscono a fondo l’arte di parlare bene in pubblico.

Magari tu non dovrai mai parlare al Congresso, ma guarda i suoi interventi: è un comunicatore eccezionale!

Analizza la scelta delle parole, la costruzione delle frasi, il tono di voce, il linguaggio del corpo, le reazioni degli ascoltatori. Cerca di imparare il più possibile dal loro esempio. 

Io stesso ho studiato moltissimo le performance di famosi divulgatori per poter dare il massimo nel mio lavoro e per poter avere una buona presenza online. Avevo – e ho tutt’ora – la necessità di imparare a gestire la mia comunicazione nel modo migliore possibile e, se sei qui, probabilmente vale lo stesso per te e per tantissime altre persone che ogni giorno devono confrontarsi con ascoltatori più o meno facili da affrontare. 

La verità è che per vincere la paura di parlare in pubblico non bastano fiumi di pagine teoriche. Per qualcuno, trovarsi al centro dell’attenzione vuol dire sentirsi spogliati di ogni protezione, privi di appigli. L’unica reale soluzione è fare pratica, mettersi concretamente alla prova e costruirsi un’armatura solida e sicura.

E qui, mi devi scusare, la marchetta è quasi dovuta, perché è proprio pensando a tutto questo che, insieme a Rick DuFer, ho studiato e creato Logonauti, un videocorso per comunicare e argomentare bene, in cui le basi teoriche sono al centro, certo, ma sono sapientemente affiancate da costanti esercizi pratici. Perché NIENTE è come trovarsi ad affrontare realmente i banchi di prova del public speaking.

Bene: ci siamo, penso di averti detto davvero tutto quello che potevo inserire in un singolo articolo di blog. Anzi, a dire il vero, penso di aver fatto un pippone… perché ho uno stile di comunicazione molto preciso: quello prolisso!

E il tuo qual è?

Alessandro de Concini
Alessandro de Concini

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