Questa è una verità che spesso tendiamo ad ignorare: la pausa, il riposo, è un momento fondamentale della produttività, tanto importante quanto il momento stesso in cui ci diamo da fare.
Più il compito che dobbiamo svolgere è pesante a livello cognitivo e più il nostro cervello ha bisogno, anela fare pausa per potersi ricaricare. E lo studio, l’apprendimento, sono attività che richiedono alla nostra mente uno sforzo davvero notevole.
Tuttavia, gestire le pause e il riposo è particolarmente difficile, perché si tende da un lato a scivolare nella pigrizia e nella procrastinazione, dall’altro, ossessionati dal raggiungere l’obiettivo, si rischia di ignorare i segnali d’allarme e spingersi oltre il limite.
In questo video, scopriamo quali sono i tipi di pause, che funzione hanno e come gestirle.
CHE TIPO DI PAUSE
Per prima cosa, possiamo dividere le pause in tre categorie principali:
La pausa vera e propria, il rilassamento totale, è il momento di stacco completo da ogni tipo di produttività e sforzo.
Questo tipo di pausa è quella nella quale il nostro cervello non è impegnato in nulla che lo metta alla prova. Niente studio, ovviamente, ma anche niente lavoro, niente gioco, niente ragionamento, niente impegni quotidiani.
Solo relax e tranquillità. Ascoltare della musica, cazzeggiare senza impegno, rilassarsi sul divano, fare una passeggiata, mangiare qualcosa… cose così.
Il cambio di attività è l’alternanza tra il nostro compito principale e qualcos’altro di meno impegnativo, ma soprattutto di diverso, magari di divertente.
Una buona lettura, passare a un’altra materia o a un altro tipo di esercizio quando studiamo, dedicarci a un passatempo o hobby che amiamo, fare sport, divertirci con gli amici, giocare…
Questo tipo di pausa è meno riposante a livello mentale, ma ha un effetto positivo in termini psicologici sull’umore, sulla motivazione, sul nostro stato psicofisico generale.
Il sonno è talmente importante per il benessere fisico e mentale e per il processo di apprendimento che ci ho già fatto un articolo a parte, lo trovi qui.
Tutte e tre queste categorie devono necessariamente essere portate avanti a fianco del nostro studio quotidiano, vanno rispettate e pianificate anch’esse, altrimenti, la tua produttività comincerà a scendere, lo stress ad accumularsi, lo studio a farsi sempre più pesante e gravoso.
Prima di spiegarvi esattamente come e quando fare pausa, fermiamoci un secondo a capire quali sono gli effetti positivi specifici di interrompere il lavoro o lo studio.
APPRENDIMENTO
Il primo motivo per cui dobbiamo fare pausa è per permettere a ciò che stiamo studiando di rimanerci in testa e per liberare spazio per poter studiare ancora.
Devi immaginare lo studio come un processo analogo all’allenamento in palestra. I muscoli non crescono mentre pompi ghisa in una sala pesi, crescono dopo averlo fatto, come conseguenza dello sforzo, proprio mentre ti riposi.
Lo stesso accade per l’apprendimento. Noi sforziamo la mente, la mettiamo alla prova, la nutriamo di informazioni nuove da comprendere e rielaborare ma è poi nelle pause e nel sonno che quelle informazioni si consolidano e si trasformano in vera conoscenza.
Inoltre, è nelle fasi di riposo che la mente libera lo spazio necessario ad imparare qualcosa di nuovo per il giorno successivo.
Senza il giusto tempo di riposo, insomma, non c’è modo di imparare efficacemente. Punto.
STANCHEZZA
Il secondo motivo per cui dobbiamo riposare è evidente: perché ci affatichiamo e col tempo la nostra capacità di rimanere concentrati diminuisce, finché non siamo troppo stanchi per continuare.
E questo era ovvio, dirai tu.
Sì, è ovvio, ma c’è un cambio di prospettiva che è bene adottare: non devi fare pausa quando sei stanco e ne hai assoluta necessità, devi riposarti prima di arrivare al limite, per non stancarti a quel punto in primo luogo.
È come con l’alimentazione: non aspetti di stare letteralmente morendo di fame o di sete per mangiare o bere qualcosa, giusto?
STRESS
Terzo motivo per fare pausa: per non accumulare stress a livelli pericolosi. Lo stress, portato avanti a lungo si trasforma in cattivo umore cronico, mancanza di voglia, fino ad arrivare all’esaurimento totale.
Fidati, non ci vuoi arrivare all’esaurimento totale.
CREATIVITA’, PENSIERO DIFFUSO E RISOLUZIONE DEI PROBLEMI
Quarto e ultimo motivo per fare pausa è per dare la possibilità al cervello di attivare quella che viene definita “modalità di attenzione diffusa”, che è quando la mente lavora in background su un problema complesso da risolvere.
Alternare la modalità diffusa alla focalizzazione classica è la chiave per liberare tutta la nostra potenza creativa, di risoluzione dei problemi e diventa particolarmente importante tanto più quello che stiamo imparando è complesso.
Anche su questo tema, ho già scritto un articolo, che trovi qui.
COME GESTIRE LE PAUSE
Ed eccoci qua, come gestire le tre diverse modalità di pausa nel nostro andare quotidiano, andiamo in ordine:
CONCLUSIONE
Combina insieme queste tre modalità, dedica il giusto tempo e la giusta attenzione alle pause, e la tua capacità di studio farà un salto di qualità.
Pianifica tutto questo in modo da non rischiare di trasformare le pause in una scusa per rimandare, procrastinare e cazzeggiare. Usa orologi, timer e app per darti una struttura da seguire, non fidarti troppo della tua forza di volontà.
Non fare anche l’errore opposto, non sopravvalutarti, non dirti “ce la posso fare, non ne ho bisogno”, non sei un robot, rimani con i piedi per terra e rispetta il tuo cervello, dagli il modo di recuperare appieno.
Trasforma per sempre il tuo approccio allo studio, all'insegna della scientificità e dell'eccellenza assoluta.
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