Eh già. Se hai aperto questo articolo, c’è una buona probabilità che tu non ti stia esattamente rilassando nell’empireo del mondo universitario, ma piuttosto che tu stia lentamente sprofondando nella palude Stigia dell’inferno dantesco.
I numeri che la cronaca ci trasmette periodicamente sulla quantità di studenti fuoricorso in Italia sono drammatici. I ritardi nei percorsi di studio dei giovani è un problema attuale e sottovalutato, legato a tematiche quali l’abbandono scolastico, la depressione giovanile e molto altro.
Quello di oggi non è un articolo che può risolvere questo problema con uno schiocco di dita, ma vuole essere una chiacchierata amichevole, dove condividerò la mia storia e alcuni dei piccoli accorgimenti che mi hanno aiutato durante il mio percorso.
Già, perché anch’io, che oggi vivo grazie alla divulgazione e al mio ruolo di insegnante e formatore, mi ero impantanato in quella palude infernale.
LA MIA STORIA
Chi mi segue da un po’ di tempo già lo sa. Alle scuole superiori, qui a Padova, ero uno studente nella media. In alcune materie andavo molto bene, grazie alla passione e all’impegno, in altre avevo bisogno della classica iniezione in vena di ripetizioni, in altre ancora galleggiavo sopra la sufficienza, quel tanto da non rischiare debiti o seccature.
All’epoca ero convinto di non aver tanto bisogno di un metodo di studio e la vita da studente andava avanti a singhiozzo, ma senza troppi problemi. Finché… finché non è arrivata l’università.
L’ambiente mi piaceva, sulla carta. Potevo studiare una materia per volta, approfondire gli argomenti e gestire il mio tempo. Ero convinto che sarei stato brillante ed efficiente… e invece no. O meglio, quel sogno è durato pochissimo.
Lo stress, dovuto a procrastinazione e fasi di cramming terribili, un metodo di studio lentissimo, concentrato sul leggi e ripeti, e una scelta sbagliata su quale facoltà frequentare – lettere, ahimè, che non si è rivelata quella che cercavo – hanno demolito in fretta le mie speranze di una laurea rapida e indolore.
E così, dubbioso e abbattuto dalla mia poca lungimiranza, ho rallentato… sessione dopo sessione… fino ad unirmi alla larga schiera dei fuoricorso.
Chiariamo: per “fuoricorso” si intendono tipicamente gli studenti che sono in ritardo di un anno o più. Perdere un esame per strada e darlo alla sessione successiva, o tardare qualche mese perché la tesi è più ardua del previsto, non rientra esattamente in questa chiacchierata tra me e te.
In parte, se devo trovare una nota di colore in quel periodo, devo ammettere che è stata proprio quella crisi di risultati che mi ha portato ad approfondire l’apprendimento efficace e la scienza dietro un buon metodo di studio.
Sono finito in mezzo a corsi di ogni genere, comprando e leggendo tanta fuffa che metà bastava, ma alla fine sono riuscito a scremare le putta**te dalla verità, e mi sento di condividere con te qualche piccolo consiglio.
NON IGNORARE IL TUO STRESS
Il primo consiglio fondamentale è quello di stare attento allo stress che accumuli. La vita universitaria può sembrarti tranquilla, ma corrisponde a un passaggio di crescita fondamentale: da adolescente diventi un giovane adulto, e il tuo stile di vita all’improvviso finisce gambe all’aria.
Procrastinare, pensare ad altro e ignorare i problemi rischia di portarti all’esaurimento molto in fretta, quindi:
- se ti accorgi di avere un problema serio di ansia, tristezza, paura, motivazione ecc, rivolgiti a un professionista del settore. Psicologi veri, niente fuffa coach, niente guru e assolutamente non chiuderti in te stesso. E recupera la live che ho fatto con Alessandro Bartoletti, che è un esperto vero.
- rispetta lo spacing. Lo spacing è una delle basi dell’apprendimento efficace, e in poche parole, senza scendere troppo nel tecnico, postula che il nostro cervello preferisca imparare le cose con calma. Distribuisci l’apprendimento, vai a lezione e datti un giusto orizzonte temporale per preparare un esame. Ripassare in modo intenso la settimana prima del test, ossia impegnarti in quello che si definisce “cramming”, può avere il suo senso, ma non deve essere il tuo intero metodo di studio.
- vai a lezione. Lo so, lo so, lo so. Andare a lezione non piace a – quasi – nessuno. Ma andarci può aiutarti in moltissimi modi, dall’approccio alla materia all’elaborazione degli appunti, fino anche al confronto con gli altri studenti. Attenzione, in questo caso, a non dare retta ai lamentoni cronici e ai fancazzisti professionisti. Avete un problema da risolvere, e persone simili non vi aiuteranno di certo a farlo.
STUDIA BENE, NON TANTO
Il secondo consiglio è: studia bene, non per forza tanto, creati un metodo di studio efficace.
Quello che voglio trasmetterti è che lo studio basato sul leggi e ripeti compulsivo è quanto di peggio tu possa infliggere alla tua vita di studente. É un metodo frustrante, incerto e insoddisfacente.
Lo studio è difficile, su questo non si può non essere d’accordo, ma non è detto che debba essere anche spiacevole.
Avere il giusto metodo può aiutarti a studiare con più energia e a ottenere risultati migliori, che a sua volta aumenterà la tua propensione a impegnarti sui libri. Un circolo virtuoso, insomma, che può farti solo bene.
DOVER studiare non funziona, VOLER studiare si. SAPER studiare è anche meglio.
VALUTA E RIVALUTA LA TUA SCELTA
Terzo consiglio, ultimo ma non per importanza, valuta con attenzione le tue scelte, e non aver paura di rivalutarle in seguito.
Tempo fa ho creato un articolo per scegliere una facoltà adatta alle proprie inclinazioni e capacità, dacci un’occhiata.
Ma se tra i banchi di quell’università non trovi la giusta motivazione, non riesci a capire se ne valga la pena, non riesci a ottenere i risultati che cerchi… fermati a pensare.
Non ti dico di cambiare facoltà, non potrei mai farlo senza conoscere la tua situazione specifica, ma fermati a riflettere. Analizza cosa ti piace e cosa non ti piace, cosa ti ha spinto a fare la scelta che hai fatto e se, con un po’ di olio di gomito e proattività, riusciresti a farti piacere anche quelle materie che proprio non riesci a digerire del tuo indirizzo di studi.
Ho scritto un articolo anche su come farsi piacere una materia, potresti trovarlo utile.
Guardati allo specchio e sii sincero con te stesso, e se ancora non trovi una risposta soddisfacente, parlane con qualcuno che possa essere obiettivo e utile a una valutazione più approfondita.
La palude in cui ti sei impantanato è terribilmente difficile da attraversare, e ignorare il problema non lo farà scomparire.
Rimboccati le maniche, non aver paura di chiedere aiuto e vai a prenderti quella laurea, che posso assicurarti ti darà una soddisfazione indescrivibile.