Ti è mai capitato di sentirti soverchiato dalla mole impressionante di stimoli, informazioni, notizie, notifiche, messaggi, mail, chat?
Di vagare per ore tra canali YouTube, Facebook, Instagram, Tik Tok, scorrendo in modo passivo e alienato infinite bacheche e feed senza davvero sapere perché lo stai facendo?
Di svegliarti la mattina e accorgerti che il primo, il primissimo pensiero che fai è quello di controllare il tuo smartphone?
Di interromperti sempre più spesso da quello che stavi facendo, magari dallo studio o dal lavoro, e ritrovarti inghiottito in un vortice da cui sembra impossibile liberarsi?
Di non riuscire a concentrarti su qualcosa per più di due minuti, senza che la tua mente inizi a vagare e a pensare a tutt’altro?
Di faticare a star dietro a tutte le cose che vorresti leggere, ascoltare, approfondire e perdertele, dimenticartele, essere costretto a passarle con superficialità o a rinunciare direttamente?
Beh, non sei il solo. Tutto questo ha una ragione e ha un nome: information overload, sovraccarico cognitivo o informativo. Il male dei nostri giorni.
In questo articolo scopriamo cos’è, come funziona, da dove arriva e, soprattutto come sconfiggerlo.
LA MIA ESPERIENZA PERSONALE
Voglio partire proprio da me, dalla mia vita di tutti i giorni.
Lo ammetto: un po’ a causa del mio lavoro, un po’ a causa delle mie personali manie, il sovraccarico cognitivo e di informazioni è una realtà con cui vivo e lotto ogni singolo giorno.
A volte mi sento come il Dr. Octopus di Spiderman 2, te lo ricordi? Controllato dalle sue braccia meccaniche che dovevano essere solo uno strumento di lavoro.

Solo che io, invece che dei fighissimi arti di acciaio per scalare i palazzi, ho i vari social a dominare le mie giornate!
E quindi sì, sono dipendente dai social e dal lavoro online e, purtroppo non lo dico in quel modo simpatico e un po’ esagerato con cui si scherza con gli amici, lo dico sul serio.
Vengo costantemente bombardato di cose da imparare, richieste, messaggi, e qualche volta è davvero troppo. Nel tempo ho dovuto costruirmi delle barriere per migliorare la situazione, alla fine dell’articolo ti spiegherò quali, ma è una guerra continua.
Sto scrivendo questo articolo con tre monitor davanti, il cellulare aperto e un tablet. Siamo a quota 5 schermi, bene così.
Questo articolo quindi è tanto per te, quanto è per me. Cominciamo a fare sul serio, entri in campo la scienza!
CHE COS’È IL SOVRACCARICO COGNITIVO
Diamo una definizione operativa semplice e qualche esempio concreto della vita di tutti i giorni che sicuramente avrai affrontato anche tu.
Con il termine “information overload”, si identifica quella serie di problemi che si originano a livello psicologico, produttivo e decisionale quando troppe informazioni e troppi stimoli si accavallano. Quando l’eccesso porta alla paralisi, alla confusione, all’ansia.
Cinque esempi quotidiani per farti capire che forme può prendere:
- due ore di fronte alle liste infinite di titoli di Netflix, Prime, Disney, Infinity (e chi più ne ha più ne metta) senza sapere che cavolo di film o serie tv scegliere di guardare. Semplicemente troppa offerta, troppe proposte, troppe opzioni da valutare e il cervello va in tilt;
- frustrazione nello studio quando hai a disposizione i manuali dell’esame, gli appunti, le slide del professore, le sbobine e le dispense reperite su internet. Confusione totale, ansia, non sai da dove partire. Ho fatto un articolo sulla gestione delle fonti di studio, dacci un’occhiata, potrebbe aiutarti;
- stai leggendo o guardando qualcosa e una notifica improvvisa sullo smartphone ti distrae. Ti ritrovi senza volere a vagare tra app di messaggistica, social, mail e ci vuole uno sforzo e un tempo considerevoli per ricominciare a fare quello che stavi facendo;
- scorrendo i social ti imbatti in un articolo interessante o un video che vorresti vedere. Non riesci a fermarti, lo salvi per dopo, ma la cartella dei “guarda più tardi” aumenta solo di dimensioni e non trovi mai le forze o il tempo per smaltirla;
- succede un fatto di cronaca importante o magari un evento politico, sociale, economico. Tutti ne parlano, duemila post, articoli, titoli, notizie, e fatichi a capire cosa sia vero e cosa no, cosa sia accurato e ragionato e cosa no. Alla fine credi a quello che ti sembra più coerente con la tua visione del mondo e le tue esperienze personali ma non controlli e non approfondisci mai fino in fondo quanto dovresti (o vorresti);
- esempio bonus: vuoi controllare i poteri cosmici dell’universo tutti insieme ma sono troppi e troppo complicati, così ti fai costruire da un nano gigantesco un guanto di metallo che possa aiutarti a gestire il tutto. Ma poi arrivano un gruppo di imbecilli in calzamaglia e ti rovinano i piani.

Thanos a parte, potrei andare avanti con decine e decine e decine di esempi… anzi, aspetto di sentire i tuoi esempi, le situazioni che capitano a te in cui cominci a riconoscere i segni dell’information overload, del sovraccarico cognitivo.
LA STORIA DEL FENOMENO
Tra l’altro, sebbene come vedremo tra poco questo problema dell’eccesso di stimoli e informazioni da processare sia stato esasperato dalle evoluzioni tecnologiche degli ultimi vent’anni, non è una cosa nuova.
Di fatto, ogni grande svolta tecnologica e ogni grande progresso della civiltà si sono accompagnati alla creazione di nuovi supporti per il deposito e l’accesso all’informazione. La storia intesa in senso classico inizia proprio da quando inizia la scrittura.
Il problema dell’eccesso di informazioni e della loro gestione è stato oggetto di preoccupazioni, critiche e riflessioni fin dai tempi antichi.
Seneca lasciava scritto che “l’abbondanza di libri è una distrazione”, il frate domenicano Vincent de Beauvais sottolineava i problemi scaturiti dalla “moltitudine di libri, la mancanza di tempo e la volatilità della memoria”
E poi il Rinascimento e l’invenzione della stampa a caratteri mobili, la rivoluzione industriale e la produzione dei libri di massa, l’era contemporanea con la radio, la televisione e poi internet…
Ne cantavano anche i Duran Duran, che ci hanno scritto sopra una canzone negli anni ’90, “Too much information”! (Mamma mia quanto sono boomer…)
Infine la rivoluzione dei nostri anni, che ha stravolto a un livello mai visto prima il nostro rapporto con stimoli e informazioni: la combinazione inedita di smartphone (veri e propri portali di accesso alle informazioni di internet a portata di mano in ogni momento) e dell’esplosione dei social network.
Le informazioni e il loro accesso semplificato e di massa sono come una lama a doppio taglio: da un lato ci rendono potenti e sapienti più di quanto i grandi filosofi del passato avrebbero potuto anche solo immaginare, dall’altro ci rendono schiavi del flusso continuo, sempre più distratti, sempre più incapaci di distinguere, classificare, scremare, rielaborare.
Siamo come Jafar alla fine di Aladdin, scopriamo che i poteri del genio della lampada non sono solo una benedizione ma anzi, si trasformano in servitù.
GLI EFFETTI CHE PRODUCE SULLA PERSONA
E allora uno potrebbe chiedersi… alla fine, nel concreto, lasciando da parte le questioni filosofiche, che impatti negativi precisi ha questo “information overload” su di noi?
Te le elenco, così ti terrorizzo un po’:
- incapacità di selezionare e riconoscere le fonti di un’informazione;
- sviluppo di ansia, stress e spossatezza;
- abbassamento della produttività sul lavoro e nello studio;
- incoraggiamento della pratica del multitasking, pericolosissimo e dannoso a sua volta;
- paralisi da decisione, come dicevamo prima per le serie tv, che ci rende più passivi e succubi nella vita;
- riduzione della capacità di rimanere concentrati e dello span temporale di attenzione;
- aumento cronico della distrazione;
- sviluppo di una vera e propria dipendenza dagli stimoli. Quanto stress ti procurerebbe rimanere senza cellulare per 24 ore piene? Io credo che comincerei a pensarci ossessivamente già dopo un paio d’ore;
- abitudine e assuefazione al flusso costante, che porta alla noia perenne e alla difficoltà sempre maggiore di godersi una cosa alla volta;
- difficoltà sempre maggiore a distinguere ciò che sia vero o corretto da ciò che invece non lo è;
- incoraggiamento della superficialità e della ricerca folle di sempre maggiore velocità;
- sbalzi d’umore e difficoltà di gestione emotiva di fronte a nuove notizie.
In Doctor Who, l’immancabile serie britannica, Donna Noble, la compagna del Decimo Dottore, a un certo punto acquisisce la conoscenza esagerata e sterminata di un signore del tempo, e per evitare che si frigga la mente il Dottore è costretto a cancellarle la memoria. Se non stiamo attenti al sovraccarico di informazioni, rischiamo di finire così!
Basta però, che sennò ti trasformo in un hater della tecnologia, e non è questo il mio obiettivo.
Come dici? Ho descritto solo effetti sulla singola persona e dimenticato di parlare anche degli effetti macroscopici a livello sociale?
Eh, ma allora te le cerchi!
Sì, perché a livello sociale l’information overload porta a:
- diffusione virale delle fake news;
- cosiddetto “inquinamento dell’informazione”;
- creazione di bolle in cui radicalizzarsi;
- rincorsa costante da parte dei media di contenuti per alimentare questo flusso che diventa un circolo vizioso;
- amplificazione degli effetti dell’analfabetismo funzionale, perché se le persone faticano a capire le informazioni, più ne affrontano e più errori commettono.
Si apre un mondo.
Ma quindi siamo condannati alla distruzione come società, all’armageddon tecnologico, torniamo tutti nei boschi, ci costruiamo uno spazio magico esagonale dove ricreare sitcom degli anni ’60 come in WandaVision?
No, non credo ce ne sia bisogno. Intanto la buona notizia è che ci sono dei modi per contrastare questo fenomeno, e li vediamo fra un secondo, e in secondo luogo c’è da dire che, sebbene il fenomeno non sia nuovo, è tuttavia nuovo su questa scala e fortemente legato a delle tecnologie che sono ancora in uno stadio quasi infantile.
In senso storico l’arrivo dei social network e degli smartphone è accaduto dieci minuti fa, sono 15 anni al massimo che il problema del sovraccarico cognitivo da informazioni ha preso questa scala e questa forma.
Io penso che col tempo queste tecnologie matureranno, impareremo anche a gestirle meglio, evolveranno dei sistemi per contrastarne le derive. È solo questione di tempo, di sperimentazione e di impegno.
COME COMBATTERE IL SOVRACCARICO: TRE STRADE
Ora, al di là dei macro-cambiamenti epocali, che non competono a noi, ci sono 3 aree su cui possiamo lavorare per migliorare nel contrasto all’information overload:
- possiamo fare in modo di diminuire il flusso di informazioni a cui siamo sottoposti;
- possiamo migliorare la capacità che abbiamo di processare il flusso;
- possiamo allenarci alla consapevolezza, a riconoscere quando ci stiamo sovraccaricando e a gestire la situazione anche a livello emotivo.
Affrontiamo queste aree una per una con qualche consiglio pratico!
DIMINUIRE IL FLUSSO
“Less is more“, il meno è più, sia in senso di quantità che di tempo. Mi spiego:
Un primo passo può essere togliere tutte le notifiche che non siano davvero importanti e limitare il tuo accesso ad esse.
Qualche anno fa ho avuto un momento difficile: il canale YouTube cresceva tanto, ero invaso dai messaggi sui social e sulle mail e mi sentivo letteralmente preso a pugni dalle notifiche. Passavo le giornate e le nottate a interrompere ciò che stavo facendo per rispondere a qualcuno.
Adesso io ricevo le notifiche solo di whatsapp e, onestamente, anche qui la maggior parte dei gruppi e dei contatti è silenziata.
Vengo interrotto solo dalle cose davvero importanti, altrimenti devo consciamente aprire un social o un’app per vedere cosa è successo.
Ho pure eliminato la funzionalità del telefono di mostrare le notifiche a schermo spento, così se non apro il telefono non vedo nulla.
E ho tolto la maggior parte delle app “pericolose” dall’accesso rapido e dalla home. Così mi ritrovo meno spesso di prima a vagare.
Ho risolto il problema? No, onestamente no, sono comunque bombardato, ma va meglio di prima: non arrivo più a fine giornata sentendomi come Rocky devastato di botte da Ivan Drago.

Altra cosa importante è “curare” i tuoi social.
Cosa voglio dire? Voglio dire rimuovere dal tuo feed le persone di cui non ti importa nulla e di cui non vuoi sapere nulla, togliere gli aggiornamenti da pagine e gruppi che non segui più, disiscriverti da canali YouTube che non segui mai (non dal mio, per favore), togliere insomma tutto il superfluo e lasciare solo le informazioni a cui davvero vuoi avere accesso, così che non siano costantemente immerse nel rumore totale del sovraccarico.
Funziona bene anche il raggruppare le attività e dedicare porzioni predeterminate del tuo tempo ad esse: rispondere alle mail tutte insieme in un momento specifico della giornata, pagare tutte le bollette lo stesso giorno, fare tutte le telefonate una dietro l’altra invece che saltellare continuamente tra mille attività differenti.
In più, se hai stabilito dei momenti specifici per portare a termine una certa attività, cerca di fare il possibile per non sforarli e sovrapporli.
Collegata a questo c’è la feroce guerra al multitasking, di cui abbiamo già parlato: bisogna abituarsi a fare una cosa alla volta in modo da non essere sommersi, e creare una sorta di imbuto al flusso delle informazioni, bloccato dal fatto che ne gestisci una sola categoria alla volta.
PROCESSARE MEGLIO IL FLUSSO
Per quanto riguarda invece il migliorare nel processare il flusso, anche qui ci sono diverse cose che puoi fare.
In primo luogo, puoi creare delle abitudini e degli automatismi, come il fatto di porti sempre delle domande quando ascolti o leggi qualcosa.
L’abitudine ad applicare un processo di lettura efficace per articoli e testi in genere. A proposito, scarica il mio manuale gratuito Leggere per sapere, che è fatto apposta per questo: potrai comprendere meglio qualunque cosa tu debba leggere.
Prendi anche l’abitudine a vagliare tutto in modo critico e a cercare sistematicamente persone con parere opposto al tuo per verificare di non essere in torto. Ne abbiamo parlato anche nell’articolo che ho scritto su come selezionare le fonti scientifiche.
E a proposito di fonti, un’altra bella idea per aiutarti a processare il flusso è creare una rete di “porti sicuri” di cui ti puoi fidare. Creator, testate giornalistiche, blog, pagine, gruppi in cui vengano pubblicate le fonti, in cui ci sia un’attenzione al fact checking, in cui non ci si lasci andare ai semplicismi e alla pseudoscienza.
Man mano che ti imbatti in queste realtà te le segni e fai in modo di renderle prioritarie nelle tue ricerche e bacheche, mentre invece tranci selvaggiamente qualunque fonte di informazione che non rispetti questi standard.
Alla prima fake news o boiata, via, togli l’iscrizione o il mi piace, la vita è troppo breve per leggere cacchiate.
Nel mio settore è pieno di fuffaroli che insegnano metodi di studio sbagliati o promettono risultati impossibili, quindi so bene di cosa parlo…
E poi la gestione del tempo. Al di là dell’importanza di una pianificazione ben fatta che ti tenga produttivo, di cui abbiamo discusso tante volte, è fondamentale anche assegnare tempo ad operazioni e processi in base a quanto sono prioritari.
Troppo spesso mi capita, e penso capiti anche a te, di perdere mezz’ora a rispondere al commento stupido di frigoriferomagico87 su YouTube per poi magari fare in fretta e furia una telefonata che era davvero importante o mollare a metà un articolo che aveva qualcosa da insegnarmi davvero.
Inaccettabile.
MIGLIORARE LA CONSAPEVOLEZZA DEL FLUSSO
E infine, migliorare come persona e come gestione interiore e consapevole del flusso.
Come fare? Il primo passo è abituarsi a riconoscere i sintomi del sovraccarico cognitivo e prenderne coscienza nel momento.
Abituarsi a dire a se stessi: un attimo, perché sono venti minuti che la mia mente salta da una cosa all’altra e non sto producendo nulla davvero? Perché mi sento confuso? Perché ho settencento tab di Google Chrome aperte e tre quarti di quelle non mi servono a una mazza di niente? È davvero necessario in questo esatto momento scoprire che Alessandro de Concini si è tagliato la barba? Non potrei farne a meno?
Poi aiuta moltissimo fare pause dallo studio frequenti, staccare, anche soltanto applicare l’arcinota tecnica del pomodoro e farsi 5 minuti di pausa ogni 25 minuti di immersione nel flusso, specie per chi studia o lavora con materiali digitali e online. Alternare le modalità di focalizzazione e di diffusione lasciando la mente per periodi di tempo a fantasticare, rilassarsi, decomprimere, lavorare in background.
Questo è un elemento fondamentale anche per la creatività e la comprensione di qualsiasi cosa, lo spiegavo in questo articolo che potresti recuperare!
Curare il sonno, ovviamente, è un altro aspetto molto importante, quantomeno se non vuoi fare la fine di Batman col sonno polifasico di cui ho parlato in questo blog.
Puoi anche approfondire la meditazione, specie la mindfulness, che insegna proprio ad essere presenti nel momento, a placare il flusso dei pensieri e il bombardamento di stimoli e recuperare la centratura.
Infine, la gestione emotiva.
Una cosa che mi aiuta moltissimo nell’ultimo periodo è, ogniqualvolta mi ritrovo perso nel mare dell’information overload, domandarmi: “come mi fa sentire tutto questo?” “mi rende felice?” “mi stressa?”.
Analizzare il mio stato d’animo in relazione a tutto questo mi aiuta a riprendere il controllo, almeno qualche volta.
Non esiste una soluzione facile e univoca e dobbiamo ancora capire come risolvere davvero questa difficoltà, ma non è il momento di arrendersi o desistere. Il sovraccarico di informazioni può rubarci la vita, ma abbiamo ancora il potere di riprendercela!
E tu come vivi tutto questo? Cosa ne pensi? Ti senti affogare nel mare del sovraccarico cognitivo o ci surfi sopra in scioltezza? Fammelo sapere!
PER CHI VUOLE APPROFONDIRE:
- https://en.wikipedia.org/wiki/Information_overload
- https://www.forbes.com/sites/laurashin/2014/11/14/10-steps-to-conquering-information-overload/?sh=44fb946c7b08
- https://hbr.org/2009/09/death-by-information-overload
- https://www.interaction-design.org/literature/article/information-overload-why-it-matters-and-how-to-combat-it
- https://www.projectmanager.com/blog/prevent-information-overload
- https://repositorio.ucp.pt/handle/10400.14/14939
- https://hbr.org/2011/03/information-overloads-2300-yea.html