Bill Gates: il più grande filantropo della storia, il più significativo magnate tech uscito dalla golden age della rivoluzione informatica, l’uomo più ricco del mondo per qualcosa come 20 anni (finché non è arrivato Jeff Bezos a mostrargli chi è che comanda), una delle figure più carismatiche e dall’influenza maggiore sul mondo che ci circonda.
Insieme a sua moglie Melinda, altra figura eccezionale a dir poco, sta costruendo un’eredità destinata a cambiare, ancora una volta, il mondo, come se non lo avesse già fatto abbastanza.
Lo hanno chiamato in molti modi: genio, pirata, monopolista, squalo, salvatore, su di lui si sprecano aneddoti, storie, leggende, ma c’è una cosa che nessuno ha mai potuto mettere in discussione del buon vecchio Bill: la sua abilità sorprendente di imparare, di rinnovarsi e di sfruttare le sue conoscenze per trasformarle in azione.
Bill Gates è un mostro divoratore di libri, un pensatore che si nutre di complessità, e ha più di qualcosa da insegnarci, quando si tratta di studio e apprendimento.
E allora in questo articolo scopriamo insieme i segreti di come impara Bill Gates.
Bill, nei primi anni di scuola, era il classico “suo figlio è bravo, ma non si applica”, mostrava talento ed estro, ma era più interessato a fare il buffone della classe per far ridere i suoi amichetti che a studiare per le verifiche. I voti erano decenti e non aveva alcun bisogno di fare fatica per mantenerli.
Qualcosa cambia, però, quando Bill, ormai pre-adolescente, si ritrova in un nuovo ambiente, passando da una scuola pubblica a una privata d’eccellenza. Scopre 3 cose:
- Di essere bravo nei test. Molto bravo;
- Che fare il buffone della classe in quel nuovo ambiente non fa colpo sui compagni;
- Che la competizione lo esalta.
E allora mette il turbo. I suoi voti, da quel momento, diventano stellari e la matematica, nello specifico, supera ogni limite. Vince gare nazionali di matematica, scopre l’informatica e la passione bruciante per il software e si mette a programmare. Il resto è storia.
Saltando avanti di 40 anni Bill ha cambiato lavoro, ha cambiato vita, ha cambiato passioni. Ma gli è rimasto lo stesso atteggiamento, la stessa propensione per il concetto di lifelong learning, “imparare per tutta la vita”, di cui parla continuamente. Questi, sono i suoi 8 segreti:
FONTI
Partiamo proprio da questo, dalle fonti che Gates utilizza: per prima cosa il tipo di fonti, Gates è un grande fautore (e produttore anche) di video online, videocorsi, piattaforme interattive… ma la verità è che, nella sua vita di tutti i giorni, il buon vecchio Bill sfrutta più di ogni altra cosa la carta stampata.
Libri, libri, libri, libri su libri. E nonostante ami gli ebook, come dice lui stesso, va sempre a finire che si compra i cartacei (o meglio, se li fa comprare) e ne legge così tanti che ha preso l’assurda abitudine di girare con una apposita borsa dei libri, una specie di sacca dove sono stipati i tomi che sta leggendo o che vuole cominciare.
I suoi assistenti sono incaricati di rifornire la sacca e assicurarsi che sia sempre a disposizione quando serve.
Parleremo fra un minuto dello stile di lettura di Gates, ma che siano libri, corsi o conversazioni interessanti, un altro punto di forza della selezione delle fonti di Gates è la qualità delle informazioni che digerisce.
Il fondatore di Microsoft sfrutta le sue ingenti risorse per accaparrarsi gli esperti migliori di ogni campo, e quando incontra un autore che ritiene interessante non si lascia scappare nulla di quanto abbia scritto o detto, neanche i temi scritti alle scuole elementari, probabilmente si fa procurare anche quelli.
La vita è troppo breve per ascoltare o leggere le parole di gente poco stimolante.
DELIBERATE LEARNING
Cioè, apprendimento intenzionale, organizzato. Questo è un concetto chiave dell’approccio di studio di Bill: nella sua visione non basta voler imparare, bisogna concretamente pianificare momenti di apprendimento e distribuirli nel proprio flusso di lavoro.
La vita di tutti i giorni è troppo frenetica per trovare spontaneamente il tempo per sedersi a una scrivania e mettersi a studiare, specie se hai le responsabilità e gli impegni di Bill Gates, per cui nella sua agenda, nel Masterplan che ogni mattina gli preparano i suoi assistenti, tra una chiacchierata col Presidente degli Stati Uniti, un consiglio di amministrazione e un brunch col Dalai Lama c’è sempre almeno un’ora ininterrotta per la lettura e l’apprendimento.
E anche la sera, prima di andare a dormire, nessuno può togliergli la sua seduta di lettura.
Sottolinea anche spesso l’importanza di avere a disposizione almeno un’ora, non è un grande fan dei ritagli di tempo, sostiene che gli argomenti di cui si interessa sono troppo complessi e importanti per affrontarli un quarto d’ora alla volta.
Almeno una volta all’anno Bill porta questo concetto all’estremo e si isola completamente per una settimana. Passa 7 giorni interi scollegato da tutto a leggere e pensare. Una sorta di ritiro monastico per nerd.
IMMERSIONE
Ovvero l’idea che quando si scopre un nuovo argomenti interessante bisogna gettarcisi a capofitto. A Bill non basta leggere un libro sulla malaria, no, ne deve leggere almeno una decina. Va a momenti e si lascia trasportare dalla passione approfondendo un tema, vivendolo talvolta per mesi, fino ad avere realmente esaurito tutto ciò che potrebbe essergli utile o d’interesse.
Non si ferma alla superficie, scava in profondità, ricerca. E questa sua caratteristica salta sempre fuori quando intervistano suoi amici o collaboratori: quando Bill fa conversazione su un tema che conosce e del quale si è interessato è in grado di tenere testa a esperti che hanno dedicato anni e anni della loro vita a quell’argomento.
La pigrizia e la superficialità non sono contemplate, così come il lasciare le cose a metà, e questo si collega al prossimo consiglio di apprendimento di Bill:
NON INIZIARE QUELLO CHE NON PUOI FINIRE
Molto semplice: se una cosa non gli interessa abbastanza da immergersi in essa, se è troppo al di là delle sue competenze per potersene impadronire, se per qualsiasi motivo è convinto che non potrà completarla, non la inizia nemmeno, non ci perde un secondo del suo tempo prezioso.
Al contrario, però, se inizia qualcosa MAI, per nessun motivo, la lascia a metà. Vedevo l’altro giorno in preparazione per questo video una sua intervista in cui mostrava libroni oscuri da 1000 pagine, a detta sua noiosissimi, che aveva letto dall’inizio alla fine solo perché aveva grande stima dell’autore e, avendo letto tutto il resto dei suoi lavori, non tollerava l’idea di averne lasciato qualcuno a metà.
E tu ti lamenti per le dispense del professore.
DYNAMIC LEARNING
Altra leggendaria, e forse un tantinello romanzata, abilità del mitico Bill è che ricorda anche a lungo termine il 90% di quanto legge. Almeno così si dice.
Di sicuro, a prescindere dalle percentuali, non legge in modo superficiale, e il suo segreto è proprio l’essere dinamico e attivo, l’ho sentito più volte ripetere che non basta credere di essere concentrati, bisogna assicurarsi di esserlo, interagendo con quanto si sta provando ad imparare.
Bill riempie i suoi libri di note, scrive continuamente a margine, fa domande, discute con gli autori, raccontava in un’intervista che se non è d’accordo con quanto sta leggendo può passare ore ad annotarsi contro-argomentazioni, risposte, critiche ecc.
Pur non essendo un metodo strutturato, nei suoi principi basilari ricorda molto l’approccio alla lettura efficace che insegno nel mio manuale gratuito Leggere per Sapere.
FRAMEWORK
Bill vuole avere un quadro completo, per poi ragionare da esso e completare le sue conoscenze. Uno dei punti su cui si focalizza spesso è quello dello studio incrementale seguendo una linea del tempo.
Uno dei suoi consigli, per esempio, per imparare la scienza, è di seguire un approccio storico imparando non soltanto ciò che sappiamo essere vero ed efficace oggi, ma soprattutto quale sia stato il percorso che ci abbia permesso di arrivare a quella conoscenza, quali step, quali errori siano stati commessi. Conoscere la storia per capire e imparare il presente.
Un altro esempio che fa è desunto dal mondo degli scacchi. Dice Bill: se disponi a caso dei pezzi su una scacchiera, in modo completamente disordinato, e la mostri a un campione di scacchi lui non ci capirà nulla, non riuscirà a tirarne fuori una logica sensata di sviluppo e faticherà anche a ricordare quella posizione in un secondo momento.
Ma se gli mostri invece una posizione che deriva da una partita reale, che lo scacchista è in grado di ricostruire mossa per mossa, dall’inizio alla fine, riavvolgendo il nastro del tempo, allora tutto avrà senso, quella posizione potrà essere capita e memorizzata all’interno di un quadro di riferimento preciso, una cornice. Il framework, per l’appunto.
MULTIDISCIPLINARIETÀ
Abbiamo già parlato di multidisciplinarietà in questo articolo, in cui analizzavo i segreti di studio di un altro super miliardario, Elon Musk, e certamente Bill Gates non è da meno.
Entrambi spaziano in campi vastissimi e questo approccio libero al sapere, questa fame di conoscenza che non conosce limiti, sembra essere un tratto comune delle grandi menti, ma vedo 2 grandi differenze nella multidisciplinarietà di Bill Gates rispetto a quella di Elon Musk:
- Il punto di partenza: Musk parte da un problema che deve o vuole risolvere e da lì ricostruisce le conoscenze che gli è necessario imparare, Gates invece parte per puro interesse su un argomento e lo sviscera, è meno concreto, meno orientato alla risoluzione di un problema, quantomeno nella fase iniziale, prima si preoccupa di conoscere tutto quello che deve sapere, poi passa all’azione.
- È più “verticale”: Musk ricerca i collegamenti tra le discipline che conosce ed è quindi più interessato ai rapporti che intercorrono tra un problema e l’altro, tra un settore e l’altro del sapere, Gates sceglie un tema e lo divora fino all’ultima briciola.
FANATISMO
Questo è l’ultimo tassello del puzzle dell’apprendimento di Bill Gates: l’ossessione. Non c’è spazio per le mezze misure nella mente di quest’uomo, quando si fissa su qualcosa è pronto a dedicarci un’infinità di tempo, energia, risorse, pensiero.
In un’intervista ha detto la sua sulle famose 10 mila ore di pratica per diventare bravi in qualcosa, e ci ha tenuto a sottolineare che, a parer suo, non basta.
Non basta aver dedicato quelle ore, bisogna aver scelto di dedicarcisi, magari 50 ore alla volta, e poi scelto ancora e ancora e ancora, sacrificando anche qualcos’altro se necessario, spingendo il più possibile quel senso di esaltazione quando si sta facendo o imparando qualcosa di veramente importante.
Del resto, quando era ancora un ventenne ed era già milionario, Gates dormiva in ufficio. Letteralmente. Non è un tipo moderato, neanche quando impara.
Questi erano gli 8 segreti di apprendimento di Bill Gates, non vedo l’ora di sapere che cosa ne pensi tu, naturalmente, io sono molto impressionato dal modo in cui ragiona e impara quest’uomo e, sebbene non tutti questi principi e consigli siano facili da mettere in pratica, soprattutto se ti mancano i miliardozzi e le schiere di assistenti che ti riforniscono la borsa di libri interessanti, ne ho tratto degli spunti davvero utili.
Spero sia stato lo stesso per te. Se ti è piaciuto questo articolo, leggi anche quelli che ho scritto su Bill Gates, Elon Musk, Batman e Bruce Lee, ti sorprenderanno.