Questo, per una volta, non è un articolo per gli studenti. Eh, mi dispiace ma tocca così: dopo migliaia di articoli e video per chi studia che hanno raggiunto decine e decine di migliaia di persone, ho deciso che oggi farò qualcosa di diverso.
Questo è un articolo dedicato a chi ha fatto dell’insegnamento il suo lavoro. A chi si siede ogni giorno dietro una cattedra e trascorre le sue giornate a veicolare ciò che sa a ragazzi e ragazze.
A spiegare, a rispiegare, a valutare, a supportare, a istruire.
A chi ha l’obiettivo di rendere lo studio dei propri studenti più efficiente possibile, a lasciare loro qualcosa che resti nel tempo, a rendere il loro rapporto col percorso dell’istruzione il più proficuo, ricco e stimolante possibile, dalle scuole elementari fino all’università.
Tu che stai leggendo e che insegni lungo il percorso dell’istruzione condividi con me, che insegno dai social network, un problema. Il problema del metodo di studio.
Sì perché a scuola, purtroppo, fatte eccezioni le iniziative individuali di qualche insegnante o dirigente scolastico illuminato, il tema del metodo di studio è poco più che accennato quando va bene, del tutto ignorato quando va male, spiegato in modo sbagliato quando va malissimo.
Chiediamo agli studenti di studiare, un anno dopo l’altro, sempre di più e a un livello di difficoltà sempre maggiore. Li lasciamo però senza una guida precisa su come fare e su come fronteggiare davvero lo studio.
È venuto il momento di cambiare le cose. E allora oggi, in questo articolo, ti darò quattro consigli pratici per insegnare il metodo di studio ai tuoi studenti.
Partiamo con il definire che cosa significhi metodo di studio, perché non è poi così scontata come definizione. Io, dal canto mio, ho coniato lo definisco così:
“quell’insieme di metodi, tecniche, strategie e approcci che, se applicati in modo organico, facilitano e migliorano il processo di apprendimento”.
Insomma, un arsenale vero e proprio che lavori in sintonia con lo studente, un meccanismo di precisione che supporti chi deve studiare, in ogni momento del suo percorso, senza mai lasciarlo preda dell’incertezza, dell’ansia, della frustrazione, della noia.
Capito questo, e data per scontata l’importanza incredibile che il metodo di studio riveste per il successo scolastico a tutti i livelli, il problema è che spesso gli insegnanti si ritrovano in difficoltà nel trasmetterlo.
Un po’ perché nemmeno a loro è stato insegnato a suo tempo un vero metodo di studio, un po’ perché non c’è tempo e i programmi sono difficili da seguire, un po’ perché i ragazzi spesso non hanno nessuna intenzione di collaborare…
Non è facile, insomma, ma con il giusto approccio, i giusti stratagemmi e la giusta pazienza si può realmente fare la differenza per tantissimi ragazzi e ragazze.
Prima di iniziare, Sistema ADC è il primo corso sul metodo di studio adatto a qualsiasi percorso di studi, se magari vuoi affrontare un concorso per migliorare la tua posizione all’interno del sistema dell’istruzione dacci un’occhiata!
Ma torniamo al miglioramento dei tuoi ragazzi, partiamo con i quattro consigli.
1 – SEGUI LA SCIENZA
Ecco, senza alcun dubbio il primo è seguire la scienza: impara tu stesso il metodo di studio prima di insegnarlo, ma assicurarti di prendere le tue informazioni da fonti scientifiche e di evitare le fufferie che infestano il mondo della formazione. Quali fonti scegliere nello specifico?
Quelle delle scienze cognitive, della psicologia, della pedagogia, insomma delle scienze che hanno definito quali siano i principi che realmente funzionano e portano a risultati concreti nelle aule e nello studio a casa.
È verissimo, infatti, che ognuno di noi è diverso, e che quindi ognuno deve sviluppare le proprie strategie che si adattino al proprio modo di essere e di pensare, ai propri gusti, al contesto e all’argomento specifico che sta affrontando, tuttavia le strutture cognitive che sottendono al processo di apprendimento sono comuni.
Che cosa vuol dire questo? Beh, che siamo molto più uguali di quanto non siamo diversi e che la personalizzazione nel metodo di studio, pur fondamentale, dovrà arrivare in un secondo momento, dopo aver consolidato per bene i principi fondamentali ed essersi assicurati che gli studenti li applichino al meglio.
Quali sono questi principi? Ce ne sono molti a dire il vero, il metodo di studio è un sistema complesso, ma direi che posso farti un breve elenco di alcuni di quelli che fanno più la differenza:
- Lo spacing, l’idea di distribuire l’apprendimento e non accumularlo il giorno prima di un’interrogazione o di un compito in classe. Il che si traduce in un’ottima organizzazione, nello strutturare un piano preciso per i compiti e per la progressione dello studio giorno per giorno, senza accumulare ritardi.
- Il principio della rielaborazione, l’idea di andare oltre all’acquisizione e alla comprensione degli argomenti, che pure sono ovviamente indispensabili, ma di fare proprio l’argomento, trasformarlo e filtrarlo attraverso il proprio modo di pensare e di costruire collegamenti. Gli schemi, in questo, sono preziosissimi.
- Il testing, la pratica di consolidare i ricordi non rileggendo o riscrivendo ma costruendo delle occasioni pratiche di recupero attivo. In una materia concettuale o discorsiva il testing potrà prendere la forma di un quiz domanda/risposta, in una materia tecnica o pratica di un esercizio, come nel caso della matematica.
- Il ripasso programmato, che altro non è che un’inversione totale del rapporto con il ripasso. Non si ripassa quando ci si è quasi dimenticati le cose, quello in realtà è un ri-studio, bensì si comincia a ripassare subito dopo la fine dello studio, molto rapidamente, assicurandosi di non perdere mai le informazioni studiate in primo luogo.
- E poi il coinvolgimento, l’attività. Lo studio non può e non deve mai essere passivo e ripetitivo, deve al contrario sempre prevedere momenti di ricerca, di dubbio, problemi da risolvere, domande a cui cercare risposta, critiche, confronti, stimoli.
Si deve lavorare proprio sul rendere lo studente protagonista del suo processo di studio, invece che vittima di esso.
Ovviamente ognuno di questi punti meriterebbe una trattazione ben più approfondita e delle metodologie pratiche per essere applicato nella realtà scolastica e di insegnamento, questi volevano essere alcuni spunti per approfondire.
A questo punto passiamo al secondo consiglio per insegnare metodo di studio…
2 – MESCOLA GLI APPROCCI
La lezione frontale è sicuramente l’inizio, ma non può essere la fine dell’insegnamento. Specialmente quando si vuole trasmettere qualcosa di pratico come il metodo di studio, c’è bisogno di mettere in campo almeno 3 modalità diverse che voglio consigliarti:
- L’insegnamento diretto, che poi non è altro che il tipo di insegnamento che normalmente si fa a scuola tutti i giorni. Una o più lezioni su un argomento, in questo caso il metodo di studio o una metodologia specifica di studio applicata. Tu impartisci delle nozioni, gli studenti ascoltano, prendono appunti e imparano. Si spera. L’insegnamento diretto viene spesso un po’ denigrato, è passato un po’ di moda forse, ma resta un tassello imprescindibile di questo puzzle, insostituibile specie quando si affrontano metodologie più complesse. Può prendere mille forme diverse però, non deve necessariamente diventare una lezione ex-cathedra poco dinamica. Io stesso con questo articolo sto facendo insegnamento diretto, così come lo faccio con i miei videocorsi, i miei video su YouTube, Facebook, Instagram o TikTok, il mio manuale Leggere per sapere. L’insegnamento diretto, insomma, ci sta ed è importante considerarlo, magari pianificare dei momenti specifici per portarlo avanti sull’argomento del metodo di studio in particolare. L’importante è capire come eseguirlo per catturare l’attenzione degli studenti!
- Poi c’è l’insegnamento indiretto, cioè l’insegnamento tramite imitazione, esempio, modello. Per metterlo in pratica si possono fare esercitazioni guidate in cui mostri come applicheresti quella tecnica o quel principio, e si possono produrre anche materiali didattici integrativi, dimostrazioni, esempi. La cosa fondamentale quando si insegna in modo indiretto è non limitarsi a dare la pappa pronta, a dire agli studenti “ecco, si fa così”, ma accompagnarli nel percorso di ragionamento, chiedere loro che cosa farebbero, discutere, confrontarsi…
- Infine la terza modalità, la mia preferita, è quella che io chiamo l’insegnamento integrato, cioè l’idea di portare gli studenti ad applicare le metodologie e le tecniche quasi senza accorgersene, fondendole ad altri compiti o rendendole implicite. Se io chiedo a uno studente di svolgere un test di comprensione del testo e gli chiedo anche di sottolineare le singole parole chiave spiegandogli come fare, lo sto portando ad allenarsi sul paradigma della lettura efficace, senza bisogno di fargli fare un esercizio mirato in più, che aumenterebbe il carico di lavoro.
Allo stesso modo, se nello svolgere un esercizio di matematica chiedo a una ragazza di realizzare un piccolo schema che descriva gli step dello svolgimento dell’esercizio, le sto facendo allenare anche la rielaborazione tramite schema, magari con una mappa concettuale… ci siamo capiti.
Come hai sicuramente già capito, nessuna di queste tre modalità è migliore dell’altra, così come nessuna delle tre è sufficiente. Sono tutte e tre necessarie, ma devono sempre essere portate avanti in parallelo, insieme, per garantire un risultato eccellente, specie se si insegna a molti studenti allo stesso tempo.
3 – INCORAGGIA LA METACOGNIZIONE
Il terzo consiglio è incoraggiare la metacognizione, cioè l’idea che lo studente rifletta sul suo stesso processo di apprendimento e lo monitori ragionandoci sopra, sperimentando, discutendo, suggerendo modifiche, verificando l’efficacia delle metodologie.
Ho scritto un articolo qualche tempo fa proprio spiegando perché e come la metacognizione sia così importante per lo studio, potresti andare a recuperartelo, te lo consiglio!
In ogni caso il punto è che un metodo di studio imposto dall’alto, magari super strutturato, rischia di diventare pesante e indigesto, specialmente per gli studenti più piccoli delle scuole medie ed elementari, e può finire per diventare un peso invece che un supporto.
Per questo è necessario andare oltre l’imposizione e la strutturazione e stimolare un lavoro che veda l’insegnante come una guida che illumina la strada, ma che lascia che a esplorare sia il ragazzo, con i suoi tempi.
E questo, tra l’altro, ci porta al prossimo consiglio, l’ultimo.
4 – PROCEDI PER GRADI
Procedere per gradi, un passetto alla volta. Uno degli errori che spesso si rischia di commettere, che io stesso ho commesso in passato sull’onda dell’entusiasmo, è di voler insegnare troppe cose e troppo in fretta, di voler rivoluzionare l’intero mondo di studio degli studenti.
La strada migliore invece è procedere uno step alla volta, partendo dai principi generali e dalle loro applicazioni più semplici per arrivare pian piano a metodi sempre più complessi e articolati.
Senza correre: se c’è qualcosa che mai e poi mai si deve fare è soverchiare i ragazzi, rendere la loro vita scolastica ancora più difficile di quanto già non lo sia o portarli ad accumulare ulteriore stress. Come non ne avessero già abbastanza.
Man mano che il loro percorso scolastico si farà più complesso, man mano che cresceranno, man mano che avranno bisogno di strumenti di apprendimento più potenti e raffinati e, al tempo stesso, avranno consolidato le metodologie di base, si potrà salire fino ad arrivare alla vetta del metodo di studio ideale.
COME SUPERARE LE DIFFICOLTÀ
Niente di tutto questo è facile, lo so, e tornerò in futuro su questi temi perché so che parecchi insegnanti mi seguono e penso che qualche articolo in merito sia necessario, ma sono qui oggi anche per dirti che da oggi esiste una soluzione semplice a questo puzzle dell’insegnamento del metodo di studio.
Ho deciso di mettermi al servizio degli insegnanti e insieme alla piattaforma Docenti e Formazione, specializzata proprio nei percorsi formativi e innovativi per gli insegnanti. Ho lavorato negli ultimi mesi per creare IES!, come Insegnare un metodo di studio Efficace e Scientifico, un corso pratico, rapido, economico, completissimo, pensato per trasmetterti tutto quello che devi sapere sull’insegnamento del metodo di studio ai ragazzi.
Ti aiuterà a comprendere tutti i principi fondamentali dell’apprendimento efficace, come metterli in pratica e come aiutare i tuoi studenti ad esercitarli e farli propri.
È veramente un’occasione da non perdere. Dopo aver rivoluzionato l’insegnamento del metodo di studio in Italia partendo dagli studenti, adesso è arrivato il momento di aiutare gli insegnanti (e i genitori) a fare lo stesso.
Entra in IES!, faremo insieme la differenza. Vai a dare un’occhiata, che aspetto di sapere che cosa ne pensi e di sentire i tuoi feedback, consigli e suggerimenti.
E per gli studenti che hanno voluto leggersi tutto l’articolo, beh, grazie comunque per essere arrivati fin qui.