pixel facebook Alessandro de Concini
Back

Quanto bisogna studiare?

“Studiare tanto o studiare poco” per avere buoni risultati e una buona qualità di vita: dilemma esistenziale che “to be or not to be” spostati.

Non è affatto facile capire quanto si debba studiare per riuscire a mantenere una vita degna di essere chiamata tale e riuscire contemporaneamente ad avere i risultati sperati nello studio, io sono qui proprio per cercare di capire insieme quanto dovremmo studiare per trovare il giusto equilibrio fra i due obiettivi.

STIAMO STUDIANDO TROPPO?

Studiare troppo è tanto dannoso quanto studiare troppo poco o, forse, persino di più: se studiamo troppo poco quello che rischiamo, ovviamente, è di non essere preparati e di fallire al nostro esame; studiando troppo non soltanto rischiamo la stessa cosa, ma in più scherziamo col fuoco e “flirtiamo” con lo stress e l’esaurimento. Insomma, diciamolo chiaramente: non è una buona idea.

Abbiamo discusso tante volte dell’importanza delle pause dallo studio, del sonno, dello svago per controbilanciare lo stress cognitivo, ma come fare a capire se effettivamente stiamo esagerando? Considerando questi elementi:

  • Il tempo: passiamo tutta la giornata sui libri, da mattino a sera, uscendo di casa solo per andare a scuola o a lezione. Non mi sto riferendo ai giorni prima di un esame, dove ci può anche stare una full immersion in pieno stile “cramming“, ma allo studio normale, di tutti i giorni. Studiare inizia a diventare un problema quando ci ritroviamo a chiuderci in casa con libri e appunti e non fare nient’altro. Niente spritz con gli amici, niente partita di calcetto, niente giro di shopping… Niente di niente. La nostra preparazione diventa più importante della nostra vita, e tralasciamo le cose che ci fanno stare bene. Diventiamo dei monaci dello studio, votati al sacrificio.
    Lo studio matto e disperatissimo può essere dato dall’ansia, dai sensi di colpa, dalla paranoia, dal non sapere se stiamo studiando abbastanza, dalla mancanza di metodo di studio… 
    Se abbiamo organizzato bene il lavoro fino alla data dell’esame o della prova, non avremo bisogno di chiuderci in camera come se fosse l’antro di Batman. Se ci tocca farlo per forza, perché abbiamo ancora troppe cose da studiare, forse questo significa che abbiamo sbagliato la pianificazione dello studio stesso;
  • Sonno e spossatezza: ci sentiamo continuamente a pezzi, anche quando abbiamo dormito le giuste ore, siamo spossati tutto il giorno, ci si chiudono gli occhi, fatichiamo a stare dritti sulla sedia, anche facendo pause frequenti (come con la tecnica del pomodoro) ci è difficile rimanere concentrati. Se siamo in queste condizioni con grande probabilità stiamo studiando troppo e lo stress ha iniziato ad accumularsi. Questo vale anche se abbiamo mal di testa frequenti, se fatichiamo ad addormentarci o a svegliarci, se ci prendono quelle botte di sonno colossali a metà giornata. Sono tutti segnali del nostro corpo che ci sta dicendo che ha bisogno di uno stacco, che dobbiamo fermarci un attimo e riposare;
  • Mancanza di motivazione generale: non sto parlando di motivazione allo studio di per sé, sia chiaro (difficilmente si è entusiasti di passare mezza giornata davanti a un libro) parlo di motivazione generale sotto i livelli minimi. Capita di star facendo schemi o esercizi e non riuscire a rimanere concentrati sul procedimento, sederci alla scrivania senza riuscire a focalizzare quello che dovremmo fare. Anche questi sono sintomi del fatto che stiamo spingendo il nostro cervello oltre la soglia di guardia. Se stiamo studiando troppo e andiamo verso l’esaurimento ogni attività, compresi gli hobby, le passioni, la socialità, l’allenamento fisico ne risentiranno. È come se la nostra mente, devastata dall’eccesso di sforzo cognitivo, non avesse più voglia di fare niente. Anche l’umore comincerà a risentirne, diventeremo scontrosi e frustrati;
  • Sintomi fisici negativi: mal di testa, come dicevamo prima, ma anche male alla schiena, alle spalle (spesso acuito da una postura scorretta quando studiamo) e dolori assortiti. La verità, che troppo spesso diamo per scontata, è che il corpo parla. Manda dei segnali molto chiari sul fatto che si stia raggiungendo un limite massimo. Ne abbiamo già citati tanti, ma non dobbiamo dare per scontato nemmeno i momenti di grande fame. Sì, proprio i momenti atavici in cui mangeremmo anche il tavolo. C’è poi un altro fenomeno psicologico che possiamo considerare come un vero campanello d’allarme: il senso di rifiuto. Col rifiuto raggiungiamo quasi un livello critico, se arriviamo qui non possiamo, non dobbiamo far finta di niente. Dovremmo studiare ma la mattina non riusciamo ad aprire il libro, non ne abbiamo proprio la forza e ci viene da vomitare solo al pensiero… No, non si tratta di poca voglia di studiare, siamo saturi. È troppo. È il momento giusto per riposarci un po’;
  • Performance deludenti: lentezza incredibile nello studio, errori costanti negli esercizi pratici, fatica a ricordare quanto imparato, insofferenza, vuoti di memoria, generale sensazione di non aver imparato nulla. Più la sensazione di stanchezza è elevata, più la nostra soglia dell’attenzione e la voglia di fare si abbassano. È capitato a tutti, almeno una volta, di stare chini sui libri e di fissare il paragrafo anche per un’ora, senza riuscire ad andare avanti e, soprattutto, senza capire cosa leggiamo. Siamo saturi, e ormai assorbire nuove informazioni è pressoché impossibile.

Oltre a questi cinque punti volevo aggiungerne uno a parte, una mia piccola opinione personale. Tra i segnali del studiare troppo c’è anche il parlare costantemente dello studio stesso… siamo a bere una birra con degli amici, e ogni volta che ne abbiamo l’occasione, anche se si sta parlando di dove andare in vacanza ad agosto, troviamo il modo di inserire nel discorso lo studio. Magari non è una cosa che facciamo consapevolmente, ma capita. I momenti in cui siamo lontani dai libri sono anche quelli in cui dovremmo distrarci di più, liberandoci completamente dal pensiero di lezioni ed esami. Perciò, se non riusciamo a smettere di parlare di studio nemmeno fuori casa, forse dovremmo considerare di ridimensionare il nostro carico di lavoro.

Se uno o più di questi sintomi dovessero presentarsi dobbiamo prestarci molta attenzione e non sottovalutarli. L’esaurimento è una cosa seria e, come dico sempre, lo studio è una maratona, non uno sprint: dobbiamo gestire il nostro apprendimento in modo sostenibile a lungo termine, non crollare a metà gara.

Come capire se stai studiando troppo
Non vogliamo ridurci così mentre stiamo studiando

Quanto bisogna studiare?

Se questi sono gli indicatori a cui prestare attenzione per lo studio eccessivo, è anche vero che ce ne sono altri che ci indicano quando stiamo sottovalutando il materiale da studiare, e rischiamo di fallire all’esame o alla verifica.

Ecco a cosa dobbiamo prestare attenzione:

  • Il salto dell’appello: un vecchio sport che gli universitari conoscono bene. Possiamo gestire i nostri esami come e quando vogliamo, ma se la nostra organizzazione non è precisa è un attimo trovarsi ad avere pagine e pagine accumulate a ridosso dell’appello. Spesso si decide di saltarlo a piè pari, andando direttamente al successivo. Questo ci dimostra che il nostro studio non solo non è adeguato, ma deve essere un po’ più intenso. Se andiamo ancora alle superiori non cambia molto, anche il salto della verifica è uno sport molto praticato;
  • È tutto più importante. Tutti abbiamo i nostri hobby: ci piace passare il tempo leggendo, giocando a videogiochi o guardando l’ultima serie uscita su Netflix. Se però passiamo tutta la giornata a fare bingewatching, il tempo per lo studio diventa completamente inesistente. Deve esserci un bilanciamento, anche per evitare di cadere nell’ansia che ci riporta direttamente all’abbuffata di studio dell’ultimo minuto;
  • Un’ora di studio forse non basta: sono il primo a dire che conta più la qualità dello studio della quantità di ore che impieghiamo per esso. È anche vero però che un’oretta o una mezz’ora scarsa non è un tempo giornaliero sufficiente ad affrontare sfide di studio complesse. Magari dipende da quanto pesante è l’esame, ma provare ad alzare il tiro non guasterebbe;
  • Lo studio dilatato. L’ho detto molte volte: lo studio deve essere costante nel tempo. Per questo far passare troppi giorni tra il momento in cui studiamo un argomento e il ripasso è sconsigliatissimo, perché controproducente. Per carità, va bene lasciar sedimentare le informazioni, ma l’allenamento va fatto sempre. Uno stacco troppo lungo porta a dimenticare ciò che abbiamo fatto la volta prima, e vanifica l’intero lavoro.

QUANTE ORE AL GIORNO CONVIENE STUDIARE?

Alla luce di tutti questi begli elenchi, quante ore al giorno dovremmo dedicare allo studio? Esiste un numero massimo? Oppure possiamo andare avanti a oltranza finché il nostro cervello non dichiara il KO tecnico? Esiste una verità che purtroppo dobbiamo accettare: non c’è un numero magico che vada bene per tutti.

Ebbene sì, non esiste un numero perfetto di ore di studio che si possa adattare a chiunque e a ogni situazione. Ci sono giornate in cui magari le verifiche o gli esami sono più vicini, e quindi decidiamo di dedicare più tempo alle sudate carte, altri in cui siamo pieni di impegni e riusciamo ad aprire i libri solo per un’oretta al pomeriggio.

Quindi, non esiste una risposta che sia assolutamente corretta e valida universalmente. Poiché le cose possono cambiare a seconda della situazione la risposta più corretta a “Quante ore al giorno bisogna studiare?” è “Dipende”.

QUANTO STUDIARE?

Di una cosa possiamo essere sicuri: non bisogna studiare troppo.

Quindi, ad esempio, consiglio di non stare più di otto ore sui libri, lezioni comprese, altrimenti il carico cognitivo comincia a essere veramente troppo impegnativo. Sappiamo già in partenza che lo studio ci stresserà, perché non è certo un’attività riposante e rilassante. Dunque, è giusto sforzarci e fare fatica per raggiungere i nostri obiettivi, ma la cosa migliore è bilanciare le nostre attività giornaliere, studio incluso, senza mai esagerare.

Dobbiamo fare attenzione, però, a non esagerare dall’altra parte: sto dicendo di non studiare TROPPO, ma non di non farlo o farlo troppo poco, ho fatto il paragrafo “stai studiando troppo poco?” apposta, perchè so come vanno queste cose…

LA DURATA DI STUDIO IDEALE

In generale, credo che uno studio sano e ben organizzato, quando si è all’università e si sono finite le lezioni, possa stare fra le quattro e le sei ore al giorno. Stiamo parlando di un bilancio medio, nel quale devono essere conteggiate anche le pause. Non dobbiamo dimenticarci che è fondamentale intervallare lo studio con dei momenti di stacco in cui riprendersi e rilassare il cervello. Se il nostro programma è ben pianificato nel tempo, e sappiamo con esattezza quali sono i momenti dedicati allo studio, riusciremo a mantenere il giusto numero di ore senza finire sotto la pressione di uno sforzo eccessivo e finire in burnout.

Si potrebbe aprire anche tutto uno altro capitolo su quando sia meglio studiare, quali possano essere i momenti della giornata migliori, però ci sarà occasione per parlarne, per oggi è meglio fermarci qui.

Fatemi sapere voi come siete messi e se riuscite a tenere questi ritmi, per imparare invece “come studiare” ci vediamo in un altro articolo del blog!

Alessandro de Concini
Alessandro de Concini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *