E qui ti voglio: perché sì, certo, con il giusto metodo di studio, la giusta organizzazione, il giusto atteggiamento non c’è nulla che non si possa preparare, nessun esame che non possa essere passato, nessun concorso che non possa essere superato ecc. ecc.
Però… (e lo sai come si dice: “tutto quello che viene prima di un però non conta nulla”) però ci sono delle volte che ci ritroviamo a studiare qualcosa che veramente VERAMENTE ci fa schifo, ci annoia, ci prosciuga la voglia di studiare come un dissennatore appena licenziato dalla prigione di Azkaban.
Non tutto è perduto, si può imparare a farsi piacere una materia, si può sviluppare la capacità di incuriosirsi e sviluppare interesse a comando, e non c’è nemmeno bisogno di fare strani esercizi di motivazione all’americana che lasciano il tempo che trovano.
In questo articolo, scopriamo 4 strategie che puoi applicare immediatamente, da oggi, per scatenare la passione a comando, metterti a studiare e farti piacere una materia… anche se ti fa schifo.

Ah, tanto per chiarirsi, lo scopo di ciò che sto per insegnarti non è quello di trasformare lo studio in uno spasso, una festa, un trenino a ritmo di musica, ma quello invece di renderti curioso, coinvolto, di far sì che ciò che devi studiare diventi stimolante. Non il divertimento, quindi, ma l’interessamento.
Per spiegarti bene queste 4 strategie, che possono tranquillamente essere combinate insieme, oggi tenterò qualcosa di diverso: partirò da due situazioni, due storie che mi sono accadute davvero e da quelle storie tireremo fuori gli elementi che ti voglio comunicare. Resta con me fino alla fine, non mollare l’articolo, che ne vale la pena. Promesso.
La prima storia si svolge in un pub. Intorno alle 19 di sera mi scrivono un paio di amici se voglio raggiungerli per il dopo cena in questo pub… Io non ho niente da fare e quindi accetto. Quello che non sapevo è che c’era una partita importante di Champions League e lo scopo del ritrovo era guardare la partita.
Ora, io non ho mai seguito il calcio, non me ne è mai fregato niente e soprattutto non ho mai capito cosa ci fosse di divertente, è uno sport lento dove per gran parte della partita non succede niente, vuoi mettere con la frenesia del basket o della pallavolo?
Quando arrivo al pub e mi rendo conto che dovrò guardare la partita mi preparo mentalmente a una serata di cazzeggio su Facebook dal cellulare. Quello che non avevo calcolato, però, è che uno dei miei due amici non è solo un appassionato, è anche un fenomenale commentatore. E quando si accorge che non sto seguendo la partita comincia a spiegarmi cosa accade in campo, come funzionano gli schemi, che tipo di marcatura stanno adottando, cosa differenzia ogni singolo ruolo e via così. Mi coinvolge nel commento, nei tempi morti mi racconta aneddoti e storie sui giocatori, sulle squadre, sugli allenatori, i gossip del calciomercato e via così.
Man mano che capisco di più quello che sto vedendo, man mano che colgo più dettagli e ragiono su più elementi, che assimilo più informazioni e che condivido con gli amici il momento la mia concentrazione sulla partita aumenta e, nel giro di 15 minuti, mi sto esaltando per quanto accade sullo schermo come tutti gli altri. E non lancio più neanche un’occhiata al cellulare.
Da quel momento, da quella serata, non mi sono magicamente trasformato in un appassionato di calcio, continuo a non seguirlo con assiduità e non posso certo dire di capirne molto, ma sono tranquillamente in grado di guardare con interesse una partita e trarne soddisfazione.
Lo stesso fenomeno, la stessa storia si è verificata anni fa, in un campo completamente diverso. A quel tempo ero uno studentello di lettere, uscito dal liceo classico, imbevuto di letteratura e “rosa rosae”, che snobbava la scienza e la trovava noiosa, inutile, roba per invasati occhialuti con un camice da laboratorio. A scuola avevo sempre detestato la chimica, la biologia, la geologia, la fisica, della matematica mi era piaciuta solo la geometria perché la prendevo come un giochino della settimana enigmistica.
Poi ho incontrato un tizio ad un torneo di un gioco di carte di cui ero super appassionato, che è diventato presto mio amico, insieme al resto della sua compagnia. Mi stava parecchio simpatico, nonostante fosse un biologo, e ho cominciato a frequentarlo di più. Un po’ perché è fatto così di suo, un po’ perché probabilmente si è accorto che avevo bisogno di aprire gli occhi, mi ha massacrato di ragionamenti, discussioni, storie sulla biologia, la scienza in generale e tutta la roba che gli interessava, sottoponendomi a un trattamento shock di involontaria divulgazione scientifica.
Il fatto è che trasmetteva una tale sicurezza, interesse ed entusiasmo che nel giro di pochissimo ho cominciato ad approfondire per conto mio quelle materie soltanto per poterne discutere con lui e in men che non si dica mi sono trasformato dallo stereotipo dell’umanista che snobba la scienza a un drogato di documentari e divoratore compulsivo di testi divulgativi. Da allora è passato quasi un decennio ormai e non mi sono più fermato.
Entrambe le situazioni, entrambe le storie possono essere riassunte così: ADC detesta qualcosa e la trova noiosa, il solo pensiero di spenderci del tempo lo sfinisce, poi tramite un amico comincia ad approfondire, a discuterne, a vedere la cosa in un’altra ottica e dal nulla la noia sparisce e si scatena l’interesse.
Da quelle esperienze ho tratto i 4 principi di cui stiamo per parlare, li ho messi insieme e oggi li uso in qualsiasi situazione, per studiare qualsiasi cosa. Ho scoperto che sono universali.
APPROFONDIMENTO
Il primo è proprio l’approfondimento. Più siamo superficiali, meno informazioni abbiamo, meno dettagli riusciamo a cogliere, e più ciò che stiamo facendo o studiando ci apparirà banale, superficiale, noioso. 22 tizi che corrono dietro ad una palla. Dei noiosi scienziati che parlano di cellule.
La prima cosa da fare invece è cercare a fondo, immergersi nella materia, sforzarsi di cogliere tutto quello che potrebbe esserci sfuggito, accumulare informazioni su quel tema anche apparentemente meno importanti, per creare un contesto di riferimento, una cornice, un arsenale di conoscenze che ci supporti mentre impariamo.
Andiamo anche al di là della pagina di libro su cui stiamo sbattendo la testa, proviamo a ricercare per conto nostro in più, a farlo anche nel nostro tempo libero, a esplorare la materia in modi nuovi e non per forza legati agli argomenti specifici dell’esame.
SCOPERTA E RISOLUZIONE DI PROBLEMI
Il secondo principio ci aiuta ad essere più attivi e partecipati. Invece di subire quello che stiamo imparando proviamo a prendere il controllo della situazione. Come? Con un approccio critico, ponendoci domande e non aspettando la risposta, ma provando a trovarla e anticiparla.
Come mai ben due giocatori della stessa squadra stanno vicini in quella posizione? Perché vogliono coprire un’area strategica per lo sviluppo dell’azione? Oppure è perché in quella zona bazzica un fuoriclasse che deve essere fermato a tutti i costi? Oppure è un errore strategico e uno spreco di risorse? Fai tutti questi ragionamenti e poi trovi la risposta.
Lo studio deve essere una continua ricerca e scoperta. Una domanda dopo l’altra, tipo catena di montaggio. Hai presente i bambini piccoli quando sono nella fase del “mamma, come mai il cielo è azzurro?” e “come mai ci sono le nuvole?” e “come mai sono bianche?” e “come mai ti sei messa delle cuffie isolanti e non mi rispondi più?” Ecco, devi fare così.
Quando sei immerso nel cercare la soluzione a qualcosa e nel provare da solo a sviluppare gli strumenti per farcela, non hai il tempo di annoiarti, c’è troppo da fare.
LAVORO IN GRUPPO
L’aspetto della condivisione e partecipazione è fondamentale. Qualsiasi cosa, anche la più noiosa e ripetitiva, condivisa con le persone giuste può diventare un’occasione interessantissima. Pensa a un viaggio in macchina di 4 ore fatto da solo o fatto con una compagnia che ti sta simpatica. Due esperienze del tutto opposte, giusto?
Ti faccio un altro esempio, una storia bonus: di recente un altro mio caro amico ha completato gli studi delle scuole superiori. Una sera ci siamo ritrovati a casa sua e stava svolgendo dei sistemi di equazioni. Roba che il mio “io” sedicenne ancora si sta triturando le balle. Quando siamo arrivati ci ha guardato e ci ha detto: “scommetto che non vi ricordate più come si risolvono”
In men che non si dica eravamo in 4 chini su un tavolo a fare a gara di risoluzione di sistemi. È stata una serata spassosissima.
Bene, nello studio non sempre sarà facile trovare qualcuno con cui condividere le informazioni ma esiste anche internet ovviamente. Sfrutta amici, conoscenti, compagni di corso per discutere di ciò che state studiando, confrontarvi, sfidarvi, spiegarvi a vicenda parti che trovate più difficili, fare sedute di ripasso di gruppo.
Puoi anche sfruttare principi di gamification per migliorare le tue sessioni, aggiungendo punti, livelli, competizione ecc.
INFOTAINMENT
Ci sono molti modi e molti atteggiamenti per comunicare e insegnare. Spesso, il libro di testo o il tuo insegnante non sono particolarmente esaltanti. Ma tu, cintura nera di ricerca su internet, hai il potere di trovare video su youtube, articoli, conferenze con divulgatori professionisti appassionanti, spiritosi, entusiasti che possono mostrarti un modo diversi di approciarti a qualsiasi cosa. Sì, anche alla matematica più cattiva.
È questo il concetto di infotainment, intrattenimento unito al passaggio di informazioni. Puoi accedervi in qualsiasi momento e dedicare dieci minuti a un bel video di infotainment su YouTube prima di studiare quella stessa materia non è una perdita di tempo, è un investimento che ripaga in energia, curiosità e motivazione.
E quindi questo è quanto, fondi insieme questi 4 concetti e comincia ad applicarli in modo sistematico ogni volta che devi studiare. Sempre. All’inizio sarà faticoso, sarà dura vincere l’inerzia, ma se mi dai retta e lo fai sul serio nel giro di una settimana il tuo atteggiamento sarà completamente trasformato e la noia, quella tremenda noia che ti accompagnava prima nello studio, non esisterà più.
E per l’efficacia dello studio in sé invece, bé, ci sono tutti gli altri miei video e il mio corso, Sistema ADC, dove spiego nel dettaglio un metodo di studio completissimo, vario, strutturato per tenerti sempre attivo e non annoiarti e, soprattutto, veramente efficace. Anche questo direi che potrebbe aiutarti non poco.
Fammi sapere che cosa ne pensi di questi consigli e come ti stai trovando nell’applicarli. Al prossimo articolo!
