Quando, ormai quasi tre anni fa, nell’estate del 2018, ho pubblicato sul mio sito la prima versione di “Leggere per sapere”, il mio manuale gratuito di lettura efficace, non potevo sapere che quella sarebbe stata la prima tessera di un domino che mi avrebbe portato ad aprire una mia azienda.
Leggere per sapere, che al momento è arrivato a 50 mila download, era nato come dispensa per una delle parti critiche del mio videocorso di metodo di studio, Sistema ADC, ma poi era cresciuto al punto da poter essere considerato un vero e proprio libro, e allora ho pensato: “perché no, rilasciamolo come contenuto autonomo!”.
Ed è stata una grande idea, me lo dico da solo, senza falsa modestia!
Nel manuale dettaglio tutte le fasi del processo di lettura efficace, pensato per affrontare qualunque tipo di testo scritto nell’ottica di capirlo, assimilarlo, ricordarlo e non doverlo rileggere mai più.
Di tutte queste fasi, però, la terza è quella che risulta più di tutte ostica a chi mette in pratica il metodo: lo skimming.
Lo skimming è strano, spesso non se ne comprende lo scopo, è difficile da applicare e molti fanno confusione su come funzioni davvero.
E allora, dopo tante richieste che mi sono arrivate in merito, ho deciso di scrivere un articolo chiarificatore proprio su di lui.
In questo articolo affrontiamo lo skimming… spiegato bene!
Ah, quasi me ne dimenticavo, posso dare per scontato che tutti voi che state leggendo questo articolo abbiate scaricato il manuale, giusto? Non avrebbe senso se non fosse così, non ci sarebbe nessun buon motivo… nel caso andate subito a scaricarlo!
Partiamo con lo skimming!
CHE COS’È LO SKIMMING, COME FUNZIONA, QUANDO APPLICARLO
Skimming in inglese significa letteralmente “setacciare”, dal verbo “to skim”, e questo significato dovrebbe già dirci tutto quello che ci serve.
Applicato alla lettura, lo skimming è l’atto di scorrere rapidamente il testo senza leggere davvero, per farsi un’idea generale del suo contenuto.
Si passano molto rapidamente gli occhi sulla pagina, in ordine dall’inizio alla fine, senza fermarsi e senza rallentare, soffermandosi sulle parole che ci colpiscono di più, e volendo sugli elementi paratestuali (le parole in grassetto, i titoli, le immagini), mentre si ragiona e si cerca di dedurre il significato complessivo del testo. Quanto velocemente andare? Non esiste una regola ma si può partire con 30 secondi di “scorrimento” per facciata di libro.
Lo skimming è di base la terza parte di quella che viene definita “lettura esplorativa” e che, insieme alle altre due sotto-fasi che spiego nel manuale, ovvero l’analisi del paratesto e la costruzione di domande, costituisce la fase preliminare della lettura efficace.
Si applica quindi generalmente prima della lettura vera e propria, e fra poco vediamo a cosa serve nello specifico.
Lo skimming ha soltanto due casi applicativi che hanno senso. Due. Ce n’è poi un terzo che non ha nessun senso ma che purtroppo è il più diffuso. Occhio che è importante!
O, come ho appena descritto, viene applicato come fase preliminare di una lettura attenta, che lo seguirà e si prenderà il suo tempo per comprendere a fondo il testo, oppure viene applicato per cercare qualcosa all’interno di un testo che si è già letto o che non si intende leggere, come un esempio o una citazione o una parola specifica, o per ritrovare una porzione di discorso.
La terza applicazione, quella che non ha nessun senso ma purtroppo è diffusissima, è quella della cosiddetta “lettura veloce”, ma ci torniamo sopra fra poco.
Ma perché lo skimming, una metodologia tutto sommato abbastanza intuitiva, mette così in difficoltà gli studenti e i lettori che ci si approcciano le prime volte?
Per una serie di motivi, in particolare perché spesso non se ne capisce l’utilità, perché può lasciare spaesati quando lo si applica le prime volte, perché ci si rende conto di “non stare capendo niente” e ci si spaventa o ci si spazientisce, perché lo si ibrida con la lettura.
Risolviamo queste problematiche una per una!
A COSA SERVE
A che cosa serve davvero lo skimming? È molto semplice in realtà, ha tre scopi precisi:
- Farsi un’idea generale del contenuto. Lo skimming serve come guida per ambientarsi nel testo, per chiarire l’argomento che tratterà e pressappoco che tipo di informazioni saranno presentate. Importante capire che non c’è alcuna pretesa di capire a fondo, ma soltanto di cogliere qualche suggestione, qualche parola qui e lì e mettere in moto i propri ragionamenti, le proprie supposizioni, fungendo da riscaldamento per quando, poi, leggeremo davvero.
- Farsi un’idea della struttura del testo, del suo stile e della disposizione delle informazioni, per poterlo affrontare poi con maggiore tranquillità e sicurezza, sapendo dove saranno i passaggi più densi e difficili. Un po’ come se fosse un giro di prova prima del Gran Premio di Formula 1.
- Terzo scopo è quello della ricerca, ma ricerca di che cosa? In genere di elementi specifici, se il testo si è già letto o non si ha intenzione di leggerlo, oppure delle risposte alle domande che ci siamo preparati nella fase precedente della lettura esplorativa.
E questo è tutto. Effettuare lo skimming ci permette poi di iniziare a leggere con più sicurezza, con qualche informazione di base e alcune supposizioni da confermare, con il motore già carico e un’idea sommaria di cosa ci aspetterà.
Può sembrare poco ma non lo è affatto, di fatto facilita le fasi successive rendendo la lettura meno macchinosa, frustrante e faticosa, più rapida e focalizzata.
Pur essendo, quindi, forse la fase meno importante del processo di lettura efficace, non è per nulla inutile o superflua e vale la pena impararla e implementarla.
I SUOI LIMITI E LE ASPETTATIVE
Bisogna però avere chiaro in mente, dopo aver capito cosa sia, come usarlo e quando, quali siano i suoi limiti e quali aspettative si possono e si devono avere nel metterlo in pratica.
Per prima cosa va tenuto presente che lo skimming non è una tecnica di comprensione del testo né di memorizzazione e non pretende di coprire l’interezza del testo. È del tutto irrealistico immaginare di fare skimming su un capitolo di un libro di scuola o, ancora peggio, di università, e capirlo davvero. Lo skimming è troppo veloce per capire bene, così come anche per ricordare.
Per cui quando le persone mi rispondono “io non capisco nulla” con lo skimming, la mia risposta istintiva sarebbe “certamente, ma non è quello il punto”. La comprensione non è l’obiettivo. Certo è che i lettori forti, che leggono tanto e tanti testi diversi e che hanno grande familiarità con lo skimming, hanno una percentuale di comprensione migliore.
Quindi sì, con l’allenamento si migliora, ma è normalissimo, se non giusto, non aver capito molto e non ricordarsi molto dopo aver effettuato lo skimming. Tranquilli, ricordatevi a che cosa serve: è uno spunto, una guida, un riscaldamento.
Secondo punto chiave è che non tutti i testi sono uguali quando si parla di applicazione dello skimming. In particolare, una realtà innegabile è che più un testo si presenta come tecnico, ricco di formule, numeri e diagrammi, più difficile sarà applicare lo skimming. Al tempo stesso, quanto più un testo è discorsivo o narrativo, tanto più lo skimming risulterà dispersivo.
Immaginando quindi una linea, un continuum che ha su un’estremità i testi iper tecnici di matematica, su cui lo skimming è quasi del tutto inapplicabile, sull’altra estremità un romanzo, su cui altrettanto lo skimming è inapplicabile, l’ideale sta in mezzo.

Lo skimming da il meglio di sé nei testi che hanno una natura didattica, informativa, esplicativa, divulgativa. Un testo di economia, di biologia, un articolo di giornale, un libro di storia, un manuale di medicina, un testo di diritto privato, un articolo di approfondimento o divulgazione, delle slide o dispense, tutti ambiti eccellenti di applicazione dello skimming.
Dopodiché, più ci si sposta da una parte o dall’altra della linea e più si accentuerà una difficoltà di applicazione. Non che questa sia una scusa per non applicarlo in toto eh, ma conoscerne i limiti è fondamentale.
Anche in testi di facoltà tecniche come informatica, ingegneria o fisica si può applicare eh, ma non in tutti gli esami e non allo stesso modo. Come dicevo prima, i testi di matematica in assoluto sono quelli in cui lo skimming risulta quasi del tutto inutile. Allo stesso modo, mai applicarlo alla narrativa o alla poesia, non avrebbe senso!
ATTENZIONE!
Vediamo adesso 4 consigli al volo su cose da non fare mai mentre fate skimming:
- Mai rallentare: tenete una velocità costante, e non perdeteci troppo tempo;
- Mai fermarsi: fermarsi a metà dello skimming è un disastro perché poi si rischia di cadere nel prossimo errore e di far fatica a riprendere in modo efficiente;
- Mai confondere o ibridare lo skimming con la lettura. Lo skimming non è leggere e non deve esserlo. Fare un pezzo in skimming per poi trovare una frase che ci interessa e cominciare a leggere è il disastro. Non deve mai succedere, quindi assicuratevi di tenere completamente separate queste due fasi.
- Infine, mai saltellare come dei pirla o procedere con forme strane sul testo come certi guru buffoni Io stesso ci ero caduto in passato e me ne vergogno come un ladro: gente che va a zig-zag sul testo, chi procede a spirale, chi a punti… fesserie! Andate in ordine, riga dopo riga, sennò diventa ancora più difficile, inutilmente.
LA PRINCIPALE VARIANTE: LO SCANNING
Esiste una variante dello skimming chiamata scanning, che vale la pena di conoscere e di applicare, se vi trovate bene. Le due sono del tutto intercambiabili e potete scegliere quale usare a seconda del vostro gusto personale o anche della tipologia di testo. Usatene uno solo però, non fateli entrambi!
Lo scanning, invece di fare un’unica passata sul testo, prevede di farne diverse, focalizzate su uno specifico obiettivo, come la ricerca di una specifica risposta a una domanda o uno specifico sotto-argomento.
È il tipo di tecnica che usano gli studenti quando ci sono i testi in inglese a cui rispondere per le domande di comprensione. Scorrono il testo per trovare dove sia la risposta alle domande, una alla volta.
Quindi, invece che una passata generalizzata, più passate focalizzate. Per il resto funziona nello stesso modo.
Lo scanning è più semplice da applicare, perché consente di concentrarsi su una sola cosa alla volta e anche di focalizzarsi su caratteristiche specifiche delle parole, come ad esempio la ricerca di numeri se stiamo cercando delle date o di lettere maiuscole se cerchiamo dei nomi propri (in questo caso si parla di euristiche di ricerca), ma è anche un po’ più lento.
“LETTURA VELOCE”
Mi sono tenuto per la fine lo sfogo sul famoso “terzo uso dello skimming”, cioè la cosiddetta lettura veloce.
Eh già, quando si parla di lettura veloce, speed reading, photoreading, lettura tridimensionale, lettura satellitare, RSVP, tutta sta roba qua, di fatto si sta parlando di skimming.
Se volete la spiegazione dettagliata, con le fonti scientifiche, andate a leggervi questo articolo che ho scritto ormai un paio di anni fa ma che resta uno dei migliori sul blog, a mio avviso.
Comunque, per farla breve, la lettura veloce è una str***ata pseudoscientifica, è skimming mascherato, distrugge la comprensione ed è, soprattutto, inapplicabile a qualunque contesto serio di studio.
Non solo, ma la pratica tossica di fare skimming sugli articoli che troviamo online o sul giornale o sui libri e poi dire di averli letti è diventata una vera piaga sociale. Non leggiamo davvero, crediamo di leggere, e questo alimenta il fenomeno dell’analfabetismo funzionale, le fake news, le fesserie online, il giornalismo clickbait e lo studio superficiale.
E questo è tutto, spero di essere riuscito, con questo articolo bello pratico e dritto al punto, a chiarire questo tema.
Ditemi che cosa ne pensate, se ancora non lo avete fatto scaricate il mio manuale gratuito Leggere per sapere e leggetelo, ma sul serio, non in lettura veloce!
Ah… e se volete degli esempi comcreti con tanto di clip, andate a guardare il video su Youtube!