“Perché dovrei comprare questo corso?” “Che cosa sto davvero comprando?” “Quanto vale quello che acquisto?” “Come faccio a capire se un corso vale oppure no?” “Ma non potrei semplicemente imparare da solo?”
Un po’ per colpa della pandemia globale, un po’ per la presenza sempre più massiccia di tecnologia nelle nostre vite, anche il modo in cui impariamo e le fonti da cui lo facciamo sta cambiando radicalmente.
La formazione digitale, i videocorsi e tutti quelli che vengono comunemente definiti “infoprodotti” ormai sono ovunque. E sollevano entusiasmo, scetticismo e… domande, come quelle con cui ho aperto l’articolo, e io che ho costruito tutta la mia attività imprenditoriale sulla vendita di videocorsi ricevo queste domande decine e decine di volte alla settimana. Talvolta anche in modo provocatorio.
Ma credo sia davvero fondamentale fare chiarezza su questo, sia per quelli di voi che stanno considerando i miei corsi, sia per chiunque debba comprare qualcosa del genere online.
E allora oggi rispondiamo, una volta per tutte, svelando tutti i retroscena, alla domanda: quanto vale un videocorso?
COS’È UN INFOPRODOTTO
Partiamo dalle basi: che cosa si intende per infoprodotto? Un qualsiasi prodotto che abbia un costo e che metta al centro il comunicare informazioni.
Un libro è un infoprodotto, un corso è un infoprodotto.
Generalmente però questa definizione si applica solo al mondo digitale online, nessuno se ne va in libreria a ordinare un infoprodotto sul giardinaggio, per intendersi.
E fin qui ci siamo, ma la controversia è dietro l’angolo…
Sì perché, se un infoprodotto mette al centro le informazioni, viene immediatamente da pensare che il prezzo che stiamo pagando corrisponda al valore proprio delle informazioni contenute nel libro o nel corso. Naturale, no?
Sbagliato.
Questo fraintendimento è alla base della classica obiezione “ma io queste cose me le posso imparare da solo” che legioni di persone che si credono furbissime postano sotto alle pubblicità di videocorsi di ogni tipo, anche i miei.
Pronti a scoprire il segreto nascosto che nessuno vi vuole dire? Eccolo qua: oggi, nel 2020, con una connessione internet e un po’ di destrezza nell’utilizzarla, qualunque informazione è a portata di mano in modo istantaneo, gratuito o a bassissimo costo. Le informazioni veramente esclusive sono davvero davvero rarissime e, generalmente, diventano accessibili in un attimo. Non avete bisogno di alcun corso per scoprire alcuna informazione, in nessun campo.
Ecco, l’ho detto.
Sono quindi un imbecille? Ho appena distrutto la mia attività imprenditoriale e rovinato la mia carriera? Mi ritroverò improvvisamente incapace di pagare Dario per i suoi egregi servizi di videomaking?
Non credo proprio.
Quello che pagate quando acquistate un corso, il valore del corso stesso e dunque il prezzo a cui corrisponde, sono determinati non dal “cosa”, ma dal “come”.
Pagate la struttura del corso, l’abilità comunicativa dell’insegnante, la sua esperienza nel portare i propri allievi e clienti a dei risultati tangibili, l’organizzazione didattica, la comodità e praticità di accesso a quelle informazioni, la qualità della piattaforma su cui le fruite, la qualità della realizzazione e produzione, la ricchezza di materiali, casi studio ed esempi, la community di corsisti che si confrontano (se ce n’è una), il supporto offerto dal docente, l’esperienza generale, la rapidità con cui potrete assimilare il tutto, il risparmio di tempo e fatica.
Non solo, pagate anche e soprattutto l’interpretazione di quelle informazioni che ne dà l’insegnante, la rielaborazione che ha fatto, la sua visione, le sue opinioni, innovazioni e variazioni, gli anni (in alcuni casi decenni) di lavoro che stanno alle spalle di quel progetto…
Di nuovo: pagate, quantomeno in larghissima misura, il “come”, non il “cosa”. E questo vi deve essere chiarissimo quando valutate se acquistare o meno un corso, un libro, un infoprodotto in genere.
Il ruolo di chi realizza un infoprodotto non è quello di scoprire chissà quali segreti misteriosi che nessun altro conosce, ma è quello di selezionare le cose giuste da insegnare, metterle nella giusta sequenza, rifinire, interpretare e trovare il modo più efficace ed efficiente per passare a voi quello che vi serve, così che possiate usare concretamente gli insegnamenti e ottenere risultati.
Facciamo un paio di esempi concreti:
Sistema ADC, il mio corso completo di apprendimento e metodo di studio.
Contiene forse informazioni segrete che una mattina nebbiosa di novembre mi sono state comunicate dal misterioso guru dei monti Carpazi?
No.
E’ il frutto di dieci anni di studio e ricerche su articoli scientifici, libri universitari, libri di divulgazione, altri corsi e videocorsi, esperienza sul campo, lavoro con centinaia di studenti e tutto il resto. Impacchettato, organizzato in modo didatticamente intelligente, arricchito con elementi di gamification, corredato di materiali scaricabili, casi studio, esempi concreti, con una community dove ci si confronta, rispondo alle domande ecc, fruibile su una piattaforma avanzatissima che funziona su tutti i dispositivi ecc. ecc. ecc.
Potete tranquillamente imparare tutto da libri e articoli come ho fatto io e anzi, chi volesse farlo ha tutta la mia stima e rispetto. Ma c’è una bella differenza tra imparare qualcosa da autodidatti cercandosi le fonti da soli e seguire un percorso strutturato con un istruttore esperto. Una differenza che si misura in anni e migliaia di errori.
Vale lo stesso anche in altri campi. Si può imparare a suonare la chitarra da autodidatti? Certo che si può, Mark Knopfler, uno dei migliori chitarristi rock della storia, nonché leader della mia band preferita di sempre, i Dire Straits, è un autodidatta completo.

Non c’è niente di male nel prendere in mano la chitarra, googlare un tutorial su YouTube e scatenare il rock che c’è in voi. Ma questo non significa che essere seguiti da un insegnante di chitarra eccellente non vi risparmierebbe tempo, fatica, errori e frustrazioni.
Andrea Muzii, il campione del mondo di memoria e Vanni De Luca, il più grande mnemonista vivente, miei carissimi amici e colleghi docenti nel nostro corso Mnemonica, sono entrambi autodidatti con le tecniche di memoria. Vanni per arrivare al suo livello ci ha messo 13 anni. Andrea, che è un fenomeno, solo 2.
Volete imparare a giocare a tennis come quel genio infinito che è Roger Federer? Ecco, il suo rovescio a una mano che infiamma i palazzetti vi conviene impararlo con un maestro di tennis, quantomeno se volete fare in tempo per Wimbledon 2021.
Volete imparare a giocare a scacchi e battere Magnus Carlsen umiliandolo con una oscura variante della Siciliana Dragone Accelerato? Vi conviene farvi seguire da un esperto, altrimenti va a finire che continuerete come me a prendere sberle sulla scacchiera. (e, a proposito, seguite il canale Next Chess Level che ha aperto il mio migliore amico, vi lascio il link qui).
Mi fermo con gli esempi, credo che ci siamo capiti.
E a questo punto è chiaro anche a cosa dovrebbe corrispondere il prezzo di un infoprodotto: dovrebbe derivare non tanto e non solo dall’esclusività delle informazioni che contiene, quanto piuttosto dalla sua intrinseca qualità, completezza ed efficacia nel trasmetterle.
COME RICONOSCERE UN PRODOTTO VALIDO
Come riconoscere se un infoprodotto è valido o è una porcheria da cui stare alla larga? Non esiste una regola precisa e scientifica per farlo, è sempre bene approcciarsi a un acquisto con cautela, informandosi bene e con una sana dose di scetticismo.
Vi dico come faccio io, io sto attento per prima cosa a 5 punti, che mi hanno guidato anche nel costruire i miei infoprodotti:
- Prima di tutto, scarto a priori chi nega quello di cui abbiamo parlato finora in questo articolo. Chi si spaccia come il guru in possesso di informazioni segrete introvabili ed esclusive al limite della follia. Chi imposta la sua attività di promozione, il suo marketing, sul mistero, sul non dire quale sia il programma del corso, sul non dare informazioni sui contenuti ecc.
- Sospetto fortemente di chi fa promesse roboanti troppo belle per essere vere. Chi direbbe qualsiasi cosa per vendere un corso, dagli esami universitari passati in mezza giornata tenendo il libro chiuso al diventare milionari lavorando 15 minuti a trimestre.
- Altro fattore che immediatamente mi fa storcere il naso è il nascondere i prezzi: se vai sullo store online della Apple loro non si vergognano affatto di esporre le ruote del Mac da 800 euro. Dovrebbero vergognarsene, ma questo è un altro discorso. Non capisco quindi perché, per scoprire il prezzo di un prodotto, devo attraversare settecento landing page, sfoltire una giungla di opt-in, ricevere quarantasette mail. Dimmi quanto costa, chiaramente.
- L’insegnante stesso: se devo imparare da una persona, devo vedere come si esprime, come insegna, come comunica, quale sia la sua formazione e preparazione ecc. Se compro un libro voglio poter leggere qualcosa scritto dall’autore, se devo comprare un videocorso voglio poter vedere dei video dell’insegnante. Voglio anche poter accedere alle sue qualifiche professionali e alle sue idee.
- Infine, la fumosità mi indispettisce. Un infoprodotto dovrebbe risolvere un problema specifico con una soluzione specifica. Io devo sapere che cosa sto comprando e perché. Se pago un idraulico quei discreti 7000 euro per ripararmi la lavasciuga lui non mi parla di vita, esperienza, crescita personale, mi ripara la lavatrice. Si spera. Voglio lo stesso livello di chiarezza su ogni infoprodotto che acquisto, non mi accontento di paroloni vaghi e vuoti. Voglio vedere l’arrosto, non il fumo.
Se questi 5 punti sono a posto e mi soddisfano, passo a valutare nel merito della qualità proposta, del prezzo, dell’utilità che ha per me e di tutti gli altri fattori.