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Fare moonwalk on Einstein – l’arte di ricordare tutto

Quando un libro che parla di tecniche di memoria diventa un best seller internazionale, vende milioni e milioni e milioni di copie, viene tradotto in decine di lingue, rimane per 8 settimane nella classifica dei best seller del New York Times, viene opzionato per un film dalla Columbia Pictures e riceve recensioni entusiaste persino da Bill Gates… deve esserci qualcosa sotto. Per forza.

Sì, perché di libri sulle tecniche di memoria, più o meno ben scritti, più o meno scientifici, più o meno utili, più o meno completi, ne sono stati scritti a decine, centinaia.

Eppure, quasi sempre, sono rimasti confinati in quei tristi scaffali di “psicologia e sviluppo personale” nelle librerie, quelle oasi di confusione intellettuale dove puoi trovare, accanto a trattati di neuroscienze, opere di Freud, e libri universitari di psicologia cognitiva, l’ultima edizione di “PNL per l’estetista di successo”.

Ma allora perché “L’Arte di ricordare tutto”, in originale “Moonwalking with Einstein”, di Joshua Foer, è riuscito dove così tanti hanno fallito?

Cosa ha reso questo libro di 322 pagine la tempesta perfetta, capace di far scoprire a milioni di persone l’esistenza delle mnemotecniche e del mondo ad esse collegato?

Te lo racconto in questo articolo.

CHI È JOSHUA FOER

Partiamo da lui, da Joshua Foer, l’autore, classe 1982, giornalista americano freelance specializzato in articoli di scienza, laureato a Yale in biologia evoluzionistica.

moonwalk on Einstein

Foer, nel 2005, era alla ricerca di una storia da raccontare, come tutti i bravi giornalisti, reporter e scrittori del mondo, magari una storia che avesse a che fare con qualche elemento scientifico che era la sua specialità… nella sua ricerca si imbattè in quelli che vengono spesso definiti “super-memorizzatori”, individui dalle doti di memoria fuori dal comune, capaci di memorizzare migliaia di numeri in pochi minuti, mazzi di carte, testi lunghissimi, vocaboli di lingue straniere ecc. ecc.

Interessante, certo, ma ancora non era una storia.

E poi Joshua Foer scopre una cosa, la stessa cosa che scoprii io una decina di anni fa, e che prima o dopo hanno scoperto tutti gli appassionati di mnemotecniche: che non è solo talento, non è solo predisposizione, non si parla solo ed esclusivamente di personaggi dalla mente straordinaria e bizzarra.

Nella maggior parte dei casi, si tratta di metodo, costanza e allenamento.

E lì scatta l’idea per la sua storia. Sarebbe stato Joshua stesso il protagonista, avrebbe scritto del suo viaggio per imparare lui stesso l’arte di ricordare tutto sulla sua pelle, avrebbe fatto quello che si definisce “giornalismo partecipativo o esperienziale”.

COSA RACCONTA

Che cosa racconta quindi il libro? Segue due filoni principali: il primo è quello degli allenamenti di Joshua da totale ignorante in materia di memorizzazione fino al momento della finale del campionato americano di memoria 2006, allenato personalmente da Ed Cooke, imprenditore, gran maestro di memoria e co-fondatore di Memrise.

E il secondo filone è quello più scientifico e divulgativo, un viaggio alla scoperta dei meccanismi che regolano la memoria e le tecniche di memoria e una serie di interviste e incontri con personaggi affascinanti.

Foer incontra Kim Peek, il savant dalla memoria prodigiosa che ha inspirato l’interpretazione magistrale di Dustin Hoffman in Rain Man.

Incontra naturalmente Tony Buzan, l’onnipresente fondatore del primo circuito di gare di memoria nonché creatore e popolarizzatore delle Mappe Mentali.

Incontra Ben Pridmore, eccentrico campione del mondo di memoria 

E poi Daniel Tammet e i suoi calcoli rapidi sinestetici… insomma, una collezione di esperti e fenomeni con cui Joshua parla, si confronta e da cui impara.

COME LO RACCONTA

La scrittura è piacevole e appassionante, diventa davvero difficile staccarsi e mentre scrivo mi sta venendo voglia di rileggerlo, il libro è uscito nel 2011 e io devo averlo letto forse nel 2013 o 2014, non ne sono sicurissimo, è scritto come una fusione ben riuscita di romanzo e saggio di divulgazione, una mistura che a Foer sembra venire naturale, e che in realtà è estremamente complessa da raggiungere a livello di scrittura.

Tengono incollate al testo le descrizioni delle sue visualizzazioni, grottesche, fantasiose e divertenti, come quella che ha dato il titolo al libro, “Moonwalking with Einstein”, fare Moonwalk con Einstein, una visualizzazione sfruttata da Foer nella memorizzazione del mazzo di carte al campionato di memoria.

Che poi voi ve lo immaginate Einstein che fa Moonwalk?

moonwalk on Einstein

MOTIVI DEL SUCCESSO

E allora è certo che lo stile di scrittura è il primo elemento di quel mix che ha portato alla “tempesta perfetta”, come la definivo prima, insieme al titolo incredibilmente azzeccato e alla natura intrinsecamente interessante di questi temi e dei personaggi intervistati nel testo.

Ma questi non sono gli unici elementi, ce n’è un altro, forse ancora più importante: è un percorso, una scalata, il viaggio dell’eroe che tanto piace a lettori, spettatori e ascoltatori dall’alba dei tempi, è il graduale sviluppo di una persona, inizialmente incapace, che si eleva fino al punto di competere con i campioni veri.

E noi lettori in qualche modo tifiamo per lui, tifiamo per Joshua e per la sua memoria, perché in lui riconosciamo noi stessi e perché capiamo che, se solo lo volessimo, se solo sapessimo come fare, potremmo essere al suo posto.

Che poi è il centro del messaggio che lo stesso autore vuole comunicare: chiunque può imparare a sfruttare la sua memoria a un livello impensabile, lo ha ripetuto anche dal vivo, in un TedTalk che su YouTube ha più di un milione e 200 mila visualizzazioni.

Ed è grazie alla combinazione di tutti questi elementi e alla potenza del messaggio di fondo che Foer è riuscito a sfondare la barriera di libro “solo per gli appassionati”, a scappare dallo scaffale psicologia e sviluppo personale delle librerie e a finire in vetrina e nelle mani di milioni di persone, del pubblico generalista.

DIFETTI?

Un libro imperdibile insomma, che chiunque sia interessato a questi temi, alle neuroscienze o alle capacità della mente non può proprio farsi scappare.

Ma è un libro perfetto?

Hmmmmm… ecco, diciamo che dipende dai punti di vista. Quando io lo comprai e lo lessi la prima volta rimasi in parte un po’ deluso, la lettura mi affascinò veramente tantissimo, ma mi rimase una punta di insoddisfazione perché mi aspettavo, speravo forse in un libro un po’ più didattico, che mi insegnasse qualche trucco mnemonico in più che non conoscessi già, che mi aiutasse a fare un salto di qualità nelle mie abilità di memorizzatore.

All’epoca già conoscevo e applicavo le tecniche di memoria su base quotidiana, e avrei voluto che il libro mi regalasse qualche conoscenza in più. E non lo fece.

Perché deve essere chiaro: “L’arte di ricordare” tutto non è un libro didattico, non è un manuale di tecniche di memoria, non è un corso, non è un’applicazione pratica da cui poter imparare direttamente, ma neanche lo vuole essere.

È più il primo passo per appassionarti a un mondo profondamente affascinante, in cui poi dovrai muovere i primi passi con altri supporti.

E a proposito di questo, non posso proprio esimermi dal parlarti di Mnemonica, l’arte di ricordare, il mio corso sulle tecniche di memoria insieme a Vanni De Luca, il perfomer e mnemonista migliore in circolazione e Andrea Muzii, l’attuale campione del mondo di memoria.

Che poi so già cosa direbbe Andrea di Joshua Foer e dei suoi meno di 2 minuti per memorizzare un mazzo di carte. Lui direbbe “io lo so fare in 15 secondi”.

Il nostro corso, che cita nel titolo anche il libro di Foer, è invece pensato per accompagnarti passo dopo passo e permetterti di fare lo stesso percorso di Joshua Foer, ma meglio e più in fretta, guidato da insegnanti d’eccezione e con una community intorno che ti supporta.

Basta, mi fermo qui, DEVI andare a darci un’occhiata assolutamente.

In conclusione, con i suoi limiti didattici, “L’arte di ricordare tutto” di Joshua Foer è un libro bello, ben scritto, piacevole e, soprattutto, importante: importante perché ha contribuito in modo sostanziale a riportare le tecniche di memoria alla luce del sole e dei riflettori, riunendole alla scienza, allo sport e allo studio, che poi è il posto che compete loro da millenni.

Alessandro de Concini
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