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Rifiutare un voto… Conviene? Un metodo per calcolarlo

E quindi anche tu ti sei preparato o preparata, hai studiato, hai superato l’ansia dell’esame, magari un orale faccia a faccia con l’insegnante o un bello scritto cattivo di quelli tecnici senza pietà, hai affrontato la tua sfida e…

 Meh.

Non hai bocciato l’esame, e già questa è una buona notizia, ma hai ottenuto un risultato insoddisfacente, mediocre, un 19, un 21 o magari anche un 26, ma in ogni caso sei insoddisfatto, insoddisfatta, vorresti di più, la media ti preoccupa, pensi che la tua preparazione meritasse un risultato diverso.

Sei lì che ci pensi e ci ripensi e non sai cosa fare: rifiutare il voto oppure no? Rimandare al prossimo appello per esprimere il massimo del tuo potenziale oppure stringere i denti, ingoiare il rospo e andare avanti per la tua strada?

Bene, questo è l’articolo che fa per te. Oggi capiremo insieme se è il caso di rifiutare un voto… oppure no.

Voglio andare dritto al punto: questo articolo sarà organizzato un po’ come un gioco se vuoi, un’autovalutazione per capire se sia sensato oppure no rifiutare e ritentare l’esame. Ho selezionato dieci parametri che useremo insieme per creare una tabella di valutazione completa e definitiva.

Ma prima, ho pensato di parlarti un secondo del mio rapporto con la questione della media universitaria e del rifiuto dei voti.

Io sono stato uno studente fuori corso e molto in difficoltà, ne ho parlato spesso nei miei video e nei miei articoli, ma nella mia difficoltà, nella mia mancanza di metodo e tutto il resto, ero letteralmente ossessionato dalla media. Pretendevo da me stesso sempre il massimo dei voti, era un po’ diventata anche una scusa per il mio fuoricorso, potevo sempre raccontare a me stesso che sì, è vero, ero indietro con gli esami, ma quantomeno avevo più di 29 di media e dunque ne valeva la pena.

Autoconvinzioni a parte, l’idea per me di rovinare quella media che era un po’ tutto quello che mi era rimasto era diventata insopportabile, così mi sono ritrovato più volte a rifiutare dei voti, addirittura una volta rifeci un esame due volte, non riuscii a migliorare il voto e decisi di toglierlo dal piano di studi e sostituirlo con un altro, solo per questa ragione.

Un’altra volta, invece, rifeci un esame tre volte, il 27 mi pareva un voto imperdonabile, per poi riuscire a strappare un 28 dopo sei mesi di stupido ri-studio.

Insomma, tornassi indietro probabilmente affronterei la cosa in modo molto più razionale e magari mi risparmierei tanto, tanto, tanto tempo buttato via solo per un maniacale attaccamento a qualcosa che, dopo pochi anni, neanche mi ricordo più.

Con questo non voglio dire che si debba accettare di tutto e laurearsi a caso con media del 18 e preghiera, assolutamente no, io sono per lo studio di qualità, d’eccellenza, ma si deve cercare un giusto mezzo e non rimanere imprigionati dalla propria stessa ambizione smisurata.

Avrei voluto, all’epoca, avere un piano, un metodo per scegliere se rifiutare o meno un voto, ed è proprio per aiutare il me stesso di qualche anno fa che ho scritto questo video.

Basta con le storie e le storielle personali, passiamo all’azione, non c’è un minuto da perdere in più.

I PARAMETRI E LA TABELLA

Come ti dicevo, ho selezionato dieci parametri che utilizzeremo per costruire la nostra tabella di valutazione, tutti ugualmente importanti.

rifiutare un voto conviene

La tabella di valutazione funzionerà così, super semplice: assegneremo dieci punti totali ad ognuno dei parametri, così che tutti contribuiscano equamente al calcolo finale. Si parte da 1 e si arriva a 10 punti per ogni parametro.

Scorrendo i vari punti, assegnerai i voti ai diversi parametri e poi, quando avrai finito, sommerai i voti ottenendo un punteggio totale, che andrà fino a 100 punti massimi. A seconda del risultato finale ti posizionerai su uno di 4 livelli, che ti mostrerò dopo, sulla base dei quali prenderai la tua decisione. È più facile a farsi che a dirsi, niente paura. 

Ah, a proposito, nel caso tu non abbia il tempo per valutare con calma perché devi decidere lì per lì, al momento, di fronte al professore o alla professoressa, puoi anche fare un calcolo veloce, approssimativo di questa tabella e di questi parametri. Già solo sapere quali variabili tenere in considerazione sarà un ottimo passo avanti.

Via coi parametri allora, te li descrivo e mi assicuro di farteli capire bene, e poi capiamo come assegnare i punti nello specifico.

  • Primo parametro da tenere in considerazione è quanto sia importante la media per te, per la tua vita, per il tuo futuro. E qui già si apre un mondo. Al di là della tua personale ambizione, che comunque va considerata, quello su cui vorrei ti concentrassi è l’impatto concreto della media sul tuo futuro. Ci sono dei concorsi professionali o pubblici a cui stai pensando e che prevedono sbarramenti sul voto di laurea? Stai valutando un percorso accademico con un dottorato di ricerca? Il tipo di carriera a cui aspiri coinvolge la ricerca scientifica o prende in considerazione i risultati universitari? Beh, se la risposta a queste domande è sì, allora sicuramente la media è un fattore importante. Quindi, se la media è estremamente importante per te, assegnerai 10 punti a questo parametro. Se, invece, conta poco o nulla, 1 punto… e tutte le gradazioni in mezzo, ovvio, che qui non esiste solo bianco o nero.
  • Ma, quanto inciderebbe sulla media accettare questo voto? Eccolo qua il nostro secondo parametro, a seconda dell’importanza dell’esame, dei crediti formativi e di quanto basso sia il voto che hai preso, l’impatto sulla media potrà essere molto diverso. C’è una bella differenza tra aver preso un 18 o aver preso un 24, così come c’è un’enorme differenza tra un esame da 6 crediti e uno da 12. Valuta in modo oggettivo, magari calcola precisamente di quanto scenderebbe la tua media. Se il voto basso inciderebbe tantissimo sulla media assegna 10 punti, se non inciderebbe affatto 1 punto e gli altri punteggi intermedi.
  • Terzo parametro, molto terra terra e realistico, è quanto sia alta la tua media attuale. Più la media è alta e più è un peccato rovinarla o abbassarla, ovviamente. Se hai una media altissima dieci punti, se è bassissima 1 punto ecc. ecc.
  • Quarto parametro è la tua situazione con gli esami. Sei messo bene? Sei in pari? Oppure sei già in fuoricorso? Più sarai messo male e peggiore sarà la scelta di rifiutare il voto e rifare l’esame, se invece hai un percorso impeccabile magari ti puoi permettere quel pelo di ritardo in più perché non porterà a problemi significativi. Se sei messo benissimo, in pari con gli esami, tranquillo e rilassato, dieci punti. Se sei in fuoricorso totale e devastante 1 punto. E come al solito i livelli intermedi.
  • Quinto parametro la preparazione: quanto è difficile studiare questo esame e quanto sei sicuro della tua pianificazione e del tuo metodo di studio? Ovviamente più l’esame è facile e più tu sei sicuro, competente, possiedi un sistema di studio impeccabile e più semplice sarà potersi permettere di rifare un esame. Quindi, dieci punti se l’esame è facile e tu sei al top del top del metodo di studio, se invece l’esame è mostruoso e tu sei a terra 1 punto… e in ogni caso, Sistema ADC, il mio corso completo di metodo di studio, per tirare su questo risultato senza se e senza ma. Trovi il link qui.
  • Il sesto parametro è uno fastidioso ma importante: quanto è coinvolta la fortuna in questo risultato? Sii obiettivo: è uno di quegli esami a crocette dove basta capire male una domanda e il voto precipita? O è un esame accurato che valuta in modo oggettivo la preparazione? Più è coinvolta la fortuna e più basso sarà il punteggio. Se è tutto a culo 1 punto, se è super oggettivo 10 punti. Ho già detto di non ragionare solo per estremi e di prendere in considerazione anche i livelli intermedi? Sì, l’ho già detto. E lo ridico pure. Sii oggettivo e non sparare alto a caso.
  • Settimo parametro è la situazione della tua prossima sessione d’esami: quando dovresti rifare l’esame nel caso decidessi di rifiutare il voto. Se è una sessione incasinata, difficile, piena, decisamente meglio evitare di appesantirla ulteriormente, se invece è leggerina magari aggiungerci quel recupero in più non cambia più di tanto le cose. Sessione difficile 1 punto, sessione banalotta 10 punti. 10 punti o comunque un voto alto anche se puoi permetterti di recuperare l’esame nella sessione in corso senza fare danni, magari all’appello successivo o in un appello concordato con l’insegnante.
  • Ottavo parametro: la tua analisi. Sei sicuro o sicura di aver capito esattamente che cosa è andato storto nella tua preparazione e nell’esame stesso? Sai dove e come hai sbagliato? Sai esattamente cosa fare per colmare quelle lacune? Hai un piano o brancoli nel buio e non capisci cosa sia andato storto? Se hai un piano e sei consapevole di tutto voti alti, se invece sei all’oscuro voti bassi.
  • Nono e penultimo parametro: il rapporto con l’insegnante e la sua figura in genere. È una persona accomodante, tranquilla, oggettiva, magari persino che vuole dare una mano agli studenti? Ottimo, puoi assegnare un voto alto. È uno o una stronza terrificante che passa i pomeriggi a bruciare libretti universitari e siede su una poltrona in pelle umana di studente fuoricorso? E allora voti bassi.
  • Infine, decimo e ultimo parametro: ci sono degli svantaggi particolari a rifare l’esame, delle penalità? Magari perdi dei parziali che avevi accumulato, magari il professore va in pensione e ne arriva uno più cattivo o con un programma diverso, magari ti tocca rifare dei lavori o degli assignment, magari ci sono libri in più da preparare o si sa che alla seconda volta da una penalità in termini di voto… ecco, tutti questi fattori qui. Se ci sono penalità grosse punteggio bassissimo, anche 1, se non ci sono penalità o persino dei vantaggi, vai mai a sapere, un bel 10.

Perfetto, eccoli qua, i nostri dieci fattori tutti belli insieme. 

Una volta che hai assegnato tutti i punteggi, calcolatrice alla mano oppure, se sei in grado di fare le somme a mente, cervello alla mano, sommi tutto e via, ottieni il tuo risultato finale, sulla base del quale, a mio avviso, è il caso di prendere la tua decisione.

Ora te li descrivo.

I QUATTRO LIVELLI

Tra i 10 e i 25 punti, per quanto mi riguarda, è un no bello secco. Se vuoi il mio consiglio, ti conviene accettare il voto e andare avanti, perché i contro sono troppi, troppi davvero rispetto ai pro nel rifiutare e rifare l’esame e, molto probabilmente, non ne vale la pena. 

Tra i 25 e i 50 punti il mio giudizio è sempre abbastanza negativo, ci puoi pensare qualche minuto in più ma, pure se meno convinto, a mio avviso è comunque un no. Il rifiuto del voto a questo livello probabilmente è solo una questione di ego più che di reale impatto nella vita e nella carriera…

Tra i 50 e i 75 punti è il livello più difficile da valutare, perché entriamo nel range del “potrebbe avere senso rifiutare il voto”. Credo che qui influisca più di tutto la tua personalità, il tuo carattere e la tua ambizione. Io dico che se ci tieni puoi rifare l’esame, ci sta, magari ritarderai un po’ ma potrebbe valerne la pena, specialmente se ti conosci e sai che accettarlo ti peserebbe molto a livello psicologico.

Tra i 75 e i 100 punti è probabilmente un sì. Rifiutare l’esame probabilmente è una scelta strategica azzeccata, non dovrebbe incidere più di tanto negativamente sui tuoi piani e ti darà la possibilità di andarti a prendere quello che avrebbe già dovuto essere tuo. Schiena dritta, si rifiuta e si torna alla preparazione.

Questa, ovviamente, è solo la mia interpretazione, la scelta è sempre personale e nessuno, tantomeno qualcuno da un blog su internet, può dirvi che cosa fare delle vostre vite e delle vostre carriere universitarie.

Credo però quantomeno di avervi dato un punto di partenza, un riferimento da sfruttare per prendere decisioni più consapevoli, oggettive, razionali e misurate.

Alessandro de Concini
Alessandro de Concini

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