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Come stabilire gli obiettivi per lo studio

L’hai sentito tante volte e in tutte le salse: senza una rotta non arriverai mai in porto, senza una meta non finirai mai un viaggio, senza una strategia non vincerai mai la battaglia, senza un piano non passerai mai l’esame… insomma, senza un chiaro set di obiettivi non andrai da nessuna parte e non otterrai il risultato che cerchi.

Per quanto banale e inflazionato, questo concetto rimane alla base di qualunque attività produttiva, compreso ovviamente lo studio, e diventa tanto più centrale tanto più il risultato che insegui è grande e ambizioso.

Perché è chiaro che, se ciò che ti interessa è passare un paio d’ore in modalità zombie davanti al computer a videogiocare a caso, di obiettivi te ne servono ben pochi.

Ma se invece vuoi diventare un campione di un videogioco, vuoi vincere, vuoi migliorare costantemente ecco, il livello di impegno, preparazione e struttura richiesta cambia di un bel po’.

E lo stesso vale per lo studio: se quello che vuoi fare è mantenerti a galleggiare sul livello di sopravvivenza a scuola, col tuo 6 risicato in tutte le materie sempre in bilico sul filo tra la promozione e L’ABISSO, o se all’università tenti di passare a caso gli esami col 18, bè, in quel caso puoi pure fare a meno di questo video e andare avanti così.

Ma se invece punti a qualcosa di più, allora è il caso che parliamo di obiettivi, di come individuarli, progettarli, mantenerli. Sei nel posto giusto.

Per prima cosa chiariremo che cos’è un obiettivo, come si definisce, poi ne vedremo le caratteristiche fondamentali, come crearlo in modo specifico per lo studio e come mantenerlo.

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COS’È UN OBIETTIVO

Permettetemi di indossare un metaforico monocolo e una metaforica tuba e avventurarmi nella fonte suprema di ogni definizione: Wikipedia

Obiettivo è una parola derivante dal latino dalla fusione dei due termini ob iactum = lanciato in avanti dove per apofonia la a diventa e per originare “obiectum”, in latino medievale obiectivus. Ha significato di fine, meta, scopo.

Bene, parliamo quindi del punto di arrivo di un percorso o di un’attività. Importante quindi distinguerlo dal risultato finale dell’attività stessa, che è una cosa del tutto diversa, ci ritorneremo sopra.

CARATTERISTICHE DI UN OBIETTIVO

Avere un obiettivo però non basta, non lo si può scegliere a caso, deve anche essere un obiettivo sensato, dal quale possa scaturire una strategia e delle tattiche che ti consentano di progredire.

Sono 5 le caratteristiche fondamentali che dovrà avere il tuo obiettivo per essere utile a qualcosa.

  1. Per prima cosa la precisione assoluta e senza deroghe: un obiettivo corretto deve essere un obiettivo quantificato, quantificabile e preciso, stiamo parlando di numeri, non di buone intenzioni.

Facciamo un paio di esempi concreti: non si può fissare come obiettivo quello, per esempio, di “migliorare l’inglese”. Una frase come “migliorare l’inglese” non vuol dire niente in termini concreti, quello che vogliamo sapere è quanti vocaboli vuoi imparare, quali regole grammaticali vuoi approfondire, quale test vuoi superare… E, a proposito di inglese, recupera questo mio video della settimana scorsa su come si imparano le lingue straniere, è una bomba.

Non puoi neanche allenarti nell’atletica pensando “devo correre veloce”. Che roba è? Quello che vuoi sapere è quanti metri? In quanti secondi? Entro quale data?

Più preciso sarai e più utilizzerai delle metriche quantificabili nel tuo lavoro e nel tuo studio e più sarà facile raggiungere l’obiettivo e capire quali strategie adottare per massimizzare il risultato; vedremo come fare per lo studio nel dettaglio fra qualche minuto.

  1. Un obiettivo ben realizzato è un obiettivo stimolante, quindi un obiettivo leggermente più difficile del normale, qualcosa che ti metta alla prova, che quando ti riguarderai indietro sarai fiero di aver raggiunto.

Se così non è, se ti confronti con un obiettivo banale, triviale, scontato, paradossalmente rischi di fallire proprio perché non sei coinvolto e interessato.

Ad esempio, se sei abituato a studiare dieci pagine allora, quello che è un obiettivo corretto, stimolante potrebbe essere quello di passare a dodici pagine allora: un po’ di più del normale, in modo da far partire una sfida con te stesso che alimenti la tua voglia di farcela; Questo si sposa bene anche con quel concetto di Kaizen, crescita progressiva e miglioramento costante, di cui parlo spesso.

  1. Sì, è vero, l’obiettivo deve essere stimolante come abbiamo appena detto, deve essere anche un po’ difficile da raggiungere, ma deve essere anche concreto, realizzabile, di buon senso.

Non deve essere qualche cosa di utopico, perché altrimenti farà la fine di tutti i buoni propositi troppo ambiziosi: rimarrà un sogno nel cassetto, e non riuscendo a raggiungerlo semplicemente sarai più frustrato di prima e non avrai ottenuto nessun risultato;

Se io adesso mi metto come obiettivo di sollevare 10kg in più di squat entro due mesi è una cosa ambiziosa ma concepibile, su cui posso effettivamente lavorare. Se mi pongo l’obiettivo di aumentare di 100kg entro la settimana prossima il risultato sarà un ADC privo di schiena e di gambe sepolto sotto 220kg di ghisa. Non sarebbe un bello spettacolo.

  1. Dopodiché, un buon obiettivo è a strati, strutturato su più livelli, e qui bisogna fare attenzione perché, di fatto, un buon obiettivo è un insieme di obiettivi più piccoli.

La cosa migliore da fare non è soltanto avere l’obiettivo finale a lungo termine, sapere quanto devo produrre in un anno o studiare in un mese, ma anche concretizzare in scale temporali più piccole a medio, a breve, anche a brevissimo termine il mio obiettivo, in modo da poterlo vedere da punti di vista differenti e soprattutto poter tracciare il mio percorso sapendo sempre se sto procedendo nel modo corretto.

Facendo così avrai il controllo totale sulla progressione verso il risultato finale, un passetto alla volta, e potrai sempre renderti conto di se ci siano modifiche da fare.

  1. Infine, un buon obiettivo deve essere flessibile: gli obiettivi scritti nel granito, quelli che proprio non si possono modificare in nessun modo che cascasse il mondo io farò per forza così sono la ricetta perfetta per l’insuccesso, perché sempre qualche cosa andrà storto, sempre qualche cosa cambierà, sempre arriverà l’imprevisto dell’ultimo momento.

Dovrai saperti adattare al contesto e alla situazione, quindi poniti un obiettivo, quantificalo, rendilo preciso, ma lascia sempre un margine di errore e di manovra e sii pronto ad aggiornarlo nel momento in cui le condizioni variano.

Un obiettivo corretto è un obiettivo che cambia nel tempo si adatta alla situazione al contesto e alla tua personale situazione.

COME FUNZIONA NELLO STUDIO

Ora vediamo esattamente come stabilire un obiettivo nello studio. Per prima cosa è bene identificare quale sia il vero obiettivo e quale sia invece il risultato che ti aspetti.

L’obiettivo non è passare l’esame, non è superare il concorso, non è prendere un buon voto all’interrogazione. Questi sono i risultati che deriveranno dall’aver raggiunto l’obiettivo.

L’obiettivo dello studio, invece, è essere preparati, competenti e possedere tutte le conoscenze necessarie affinché nel momento della valutazione la nostra performance sia impeccabile.

Separa chiaramente nella tua testa queste due cose, perché ossessionarsi con il voto o con l’esame finale rischia di portarti fuori strada. L’unico modo per accertarti di avere successo come studente, a qualsiasi livello tu sia e in qualsiasi contesto, è dedicare il 100% del tuo focus a una preparazione a prova di bomba, che non possa essere scalfita dalla sfortuna, dal vuoto di memoria casuale, dal professore bastardo e così via.

Adesso che questo è chiaro, bisogna riportare questo concetto astratto al valore numerico, quantificabile, preciso, come dicevamo. È il momento quindi di definire i 4 livelli di pianificazione e obiettivi nello studio, e poi di scegliere le metriche di riferimento.

  • Il primo livello è quello a lungo termine, la visione strategica, l’obiettivo finale, che si gioca spesso nell’ordine dei mesi, quando pianifichi le tue sessioni d’esami, le tue scadenze per concorsi e via discorrendo.

Si concretizza nella raccolta di tutte le informazioni su cui puoi mettere le mani: data dell’esame (o di qualsiasi altro test o concorso si tratti), argomenti, numero di libri, numero di pagine, presenza di appunti,slide o materiali extra, difficoltà del tutto, tipologia di prova a cui verrai sottoposto ecc. ecc. In sostanza, il primo livello è un contenitore nel quale definire e quantificare ciò che dovrai imparare.

Sii più specifico possibile, perché è da questo livello che pescherai a piene mani per definire quelli successivi. Come avrai già capito, le tue metriche di riferimento saranno le fonti da cui attingere le informazioni di cui ti devi impadronire: libri, manuali, slide, appunti ecc.

  • Il secondo livello è quello settimanale, a medio termine. A partire dalle informazioni raccolte per il livello 1 effettuerai una suddivisione e stabilirai degli obiettivi numerici da raggiungere settimana dopo settimana.

Le tue metriche, questa volta, non saranno basate su libri interi ma a livello di gruppi di pagine, capitoli, gruppi di esercizi da svolgere.

Se sei fortunato le tue settimane saranno tutte più o meno simili e potrai quindi creare una suddivisione simmetrica, altrimenti dovrai tenere conto anche di impegni particolari e suddividere il carico di lavoro a seconda della tua specifica disponibilità. Mi raccomando: non essere troppo stretto con la suddivisione, se hai 400 pagine da studiare in un mese non fare l’errore di fare 400 diviso 4 e assegnare 100 pagine alla settimana…

Lascia sempre un ampio margine di errore per gli imprevisti e un tempo tecnico per il ripasso, aspettati l’inaspettato e, se hai dei dubbi, sii pessimista e previdente, pianifica per il peggior caso possibile. Pessimismo organizzativo, uno dei concetti di cui parlo sempre.

  • Il terzo livello è, ovviamente, quello a breve termine, giornaliero,ed è probabilmente al tempo stesso il più importante e sottovalutato: obiettivi chiari numerici e tutto il resto anche giorno per giorno.

Come metriche le singole pagine e i singoli esercizi.

Devi poter capire facilmente, al termine della tua giornata, se hai rispettato o meno il piano, se hai raggiunto o meno gli obiettivi. Non può esserci incertezza, non può esserci dubbio: o hai raggiunto l’obiettivo o non lo hai fatto. Questo livello è fondamentale per varie ragioni: innanzitutto perché ti aiuta a combattere il senso di frustrazione dandoti obiettivi piccoli e concreti da raggiungere; in secondo luogo ti permette di tenere chiaramente traccia del tuo progresso e rende più facile mantenere un ritmo costante di studio. Infine, combatte la procrastinazione identificando compiti precisi da svolgere e non fumosi, vaghi, facilmente rimandabili.

  • Anche per questo le metriche sono pagine e singoli esercizi.

Se anche tu sei come me, anche un piccolo obiettivo raggiunto contribuisce a farti sentire produttivo e a mantenere alta la motivazione, e quindi specificare nel tuo masterplan, ora dopo ora, esattamente cosa studierai a livello di singolo paragrafo o gruppo di pagine può essere un supporto eccellente.

E so già cosa stai per dire: che non si può pianificare perfettamente in questo modo, perché non si può sapere in anticipo quanto tempo ci vorrà a studiare un determinato numero di pagine, non si conosce quali argomenti saranno più o meno ostici da capire e via discorrendo…

Hai ragione e torto insieme: ragione perché è verissimo, le stime iniziali si fanno su una media approssimata e possono sempre cambiare, non si può prevedere tutto alla perfezione, ma hai anche torto perché il piano (e l’obiettivo con lui) non ha mai avuto di essere perfetto, immutabile e immodificabile, anzi!

Il piano sarà certamente imperfetto e dovrai per forza di cose aggiornarlo, modificarlo, cambiarlo, è nella sua natura. Ma ricordati questo: un piano imperfetto è mille volte meglio di nessun piano. 

Aver creato il tuo obiettivo di studio con questo livello di precisione, stratificazione e seguendo le caratteristiche che ti ho spiegato ti aiuterà a seguirlo, anche se ovviamente giocherà un ruolo fondamentale anche la tua costanza, volontà e tutte quelle belle cose che già conosci.

Alessandro de Concini
Alessandro de Concini

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