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Come si classificano materie e argomenti?

La lotta infinita, la guerra che sembra infuriare dall’inizio dei tempi: materie umanistiche contro materie scientifiche.

Sempre la stessa storia.

Scienziati e umanisti che duellano in strada a colpi di luoghi comuni.

E questo modo di ragionare, di dividere lo studio in due parti, due fazioni, sulla base di un parametro decisamente incompleto, porta anche a una conseguenza inaspettata: un impatto sul metodo di studio.

Sì, perché anche quando si tratta di capire come applicare nel concreto il metodo di studio, come tararlo su ciò che stiamo studiando, quale tecnica prediligere, quale stile di schema, quanta importanza dare a una fase oppure l’altra, se ragioniamo su categorie sbagliate giungiamo a conclusioni sbagliate.

E allora oggi, in questo articolo, impariamo quante e quali materie esistono… e come classificarle.

Non hai ancora un metodo efficace per studiare? Ecco Sistema ADC, il videocorso sul metodo di studio, punto di riferimento in Italia per l’insegnamento del metodo di studio, a tutti i livelli.

I VARI LIVELLI

Prima di tutto chiariamo una cosa, quando consideriamo la materia stiamo considerando il livello di mezzo, il secondo livello… Non vi è chiaro?

Tutto normale. 

Ci sono tre livelli a cui si può analizzare la tipologia di studio:

  • Il primo livello è l’argomento, il singolo gruppo di informazioni che stiamo considerando
  • Il secondo livello è la materia, per l’appunto, cioè il gruppo coerente di argomenti che costituisce una porzione di conoscenza, un campo del sapere, se vogliamo dire così
  • Il terzo livello è quello del percorso di studi, cioè l’insieme di materie che dobbiamo organizzare, che può essere il nostro percorso scolastico, la scuola che frequentiamo o la nostra facoltà universitaria, il concetto è lo stesso

Quindi, per capirsi, la regola di Ruffini è l’argomento, l’algebra è la materia, il liceo scientifico è il percorso.

Il ciclo della glicolisi è l’argomento, la biochimica è la materia, la facoltà di chimica e tecnologie farmaceutiche è il percorso.

E via così.

Anche qui, vi avverto: più in alto coi livelli andiamo e più l’analisi di cosa stiamo studiando si farà approssimata. Perché all’interno di un percorso di studi ci sono moltissime materie, magari diverse tra loro, così come all’interno di una materia ci sono moltissimi argomenti diversi tra loro, che appartengono magari a categorie opposte.

Per cui tenete a mente che solo andando argomento per argomento si può essere davvero puntuali e precisi e che, inoltre, esistono sfumature, eccezioni, ibridi. Le classificazioni sono sempre, in un certo qual modo, delle approssimazioni.

I 4 PARAMETRI

I parametri che io consiglio per classificare una materia, un argomento, un percorso di studi, sono 4, organizzati come coppie di opposizioni:

  1. Se sia tecnica o discorsiva: una materia tecnica è una materia in cui l’aspetto pratico è predominante, in cui i dettagli tecnici sono più numerosi dei discorsi e ragionamenti, in cui ci sono numeri, formule, algoritmi, diagrammi, regole, esercizi. Una materia discorsiva è invece tutto il contrario, a farla da padrone sono parole, discorsi, opinioni, pensieri ecc.
  1. Se sia descrittivo-mnemonica o concettuale. Sono più cose da sapere o ragionamenti da svolgere?
  1. Se sia più generale o specifica, cioè se sia una materia basilare, di fondamenta, o un campo di applicazione ultra settoriale. Attenzione a non confondersi: tutte le materie entrano nello specifico di ciò che trattano, è ovvio questo, qui parliamo proprio della posizione che occupa la materia o l’argomento all’interno della piramide della conoscenza.
  1. Infine, di quale ambito del sapere si occupi, quale sia l’oggetto di indagine e qui sì, che possiamo recuperare l’opposizione tra materia umanistica, che ha come oggetto il pensiero umano, la cultura, la società e materia scientifica, che ha come oggetto la realtà empirica, l’indagine sulla natura, la tecnologia.

Con questi 4 parametri siamo in grado finalmente di inquadrare i diversi tipi di materie. Non è detto che esistano tutti i tipi di combinazioni possibili o che siano tutti frequenti allo stesso modo.

DUE MODALITÀ DI DESCRIZIONE

Sulla base di queste 4 coppie di parametri opposti possiamo descrivere le materie a due livelli di approfondimento:

  • se vogliamo essere un po’ più categorici e netti, anche a costo di perdere in precisione, allora intendiamo questi parametri come binari;
  • Oppure possiamo essere più raffinati e vedere queste opposizioni più che come categorie discrete, come categorie continue, due estremi di un continuum in cui ogni elemento ha infinite sfumature e gradazioni;

Il primo approccio è spesso più comodo, ma rimaniamo consapevoli che, come già ho detto a inizio articolo, stiamo volutamente tagliando un po’ il tutto con l’accetta, e che la realtà è sempre più grigia, che bianca o nera.

E che se, per esempio, è vero che filosofia e, chessò, letteratura, possono entrambe essere considerate materie concettuali, la letteratura è un po’ meno concettuale di gran parte della filosofia. Ma se studiamo storia della filosofia allora ci spostiamo di più verso il descrittivo-mnemonico e… insomma, è complicato, ci siamo capiti.

ESEMPI

Mettiamo alla prova la classificazione nella sua forma più semplificata con qualche esempio.

Partiamo dalla matematica: tecnica o discorsiva? Decisamente tecnica. Mnemonica-descrittiva o concettuale? Concettuale direi. Generale o specifica? Dipende, se stiamo parlando della matematica delle scuole superiori certamente generale, se parliamo dello studio dell‘analisi armonica, ecco, lì andiamo nello specifico. Scientifica o umanistica? Scientifica, anche se c’è chi preciserebbe che si tratta di una scienza formale, non di una scienza sperimentale, perché è astratta e segue il metodo logico-deduttivo, non quello empirico, ma non addentriamoci in queste cose, per carità. 

Quindi, la matematica è una materia tecnica, concettuale, scientifica e, a seconda dei casi, generale o specifica.

storia medievale? Materia discorsiva, spesso più mnemonico-descrittiva (ma anche qui occhio che da ragionare ce n’è parecchio), specifica, perché si occupa di un settore specifico della storia, non delle basi teoriche, umanistica.

Anatomia? Tecnica, mnemonico-descrittiva, generale, scientifica.

Filosofia? Discorsiva, concettuale, generale, umanistica.

Filologia romanza? Discorsiva, mnemonico-descrittiva, specifica, umanistica.

Grammatica inglese? Tecnica, mnemonico-descrittiva, specifica, umanistica.

Biochimica? Discorsiva, mnemonico-descrittiva, specifica, scientifica.

Ci siamo su come funziona il sistema?

Ovviamente, come tutte le classificazioni di questo genere, è piena di criticità, eccezioni ed estremizzazioni, ma ci ho pensato parecchio e mi sembra un buon punto di partenza per, quantomeno, farsi un’idea.

Alessandro de Concini
Alessandro de Concini

commenti 2

  • Ciao Alessandro, ho visto diversi tuoi video e ultimamente capito spesso sulle tue pagine visti gli argomenti che cerco.
    Non sono uno studente (o meglio, mi ritengo uno studente a vita) e sono giovane ma non giovanissimo. Mi sono sempre e solo occupato di materie tecniche e già scuola evitai accuratamente di impegnarmi nelle materie umanistiche. Che spreco! A parte tutto ciò che mi sono perso fino ad ora in termini di cultura e crescita personale, ho sempre pensato che la mia mancanza di attitudine verso la comunicazione orale sarebbe potuto essere smussata dal semplice allenamento dato dal classico leggi e ripeti per prepararsi a sostenere le interrogazioni di materie discorsive. Ma ahimè non l’ho mai fatto e ora, complice una naturale introversione e ansia nel parlare con gli altri, sono un totale incapace quando si tratta di comunicare. Ora, nonostante la marea di libri e video dedicati alla comunicazione, non credo possano sostituire la pratica del “parlare” e, per quanto riguarda l’allenamento che uno può fare da solo, non vedo esercizio migliore che studiare le materie umanistiche esercitandosi a farne dei discorsi, come se ci si preparare per l’interrogazione. Ma quale materia in particolare? Non ho il tempo di studiarle tutte insieme! Dapprima avevo pensato alla storia, anche perché mi sembrava di avere un interesse maggiore verso quest’ultima che non le altre; poi ho pensato che magari letteratura sarebbe da prediligere visto che gli autori letterari sono specialisti nell’uso delle parole e non nego che a volte mi viene da cominciare con la filosofia perché “magari oltre al saper parlare alleno un po’ il ragionamento”. Però, stabilito che la priorità deve essere la comunicazione, mi sembra che, almeno parlando di testi scolastici per le superiori (in maniera da non esagerare co il linguaggio specialistico) la letteratura sia meno discorsiva rispetto alla storia, mentre la filosofia per quanto molto discorsiva abbia un linguaggio più tecnico e più formale e quindi meno vicino a poterlo trasferire in altri ambiti. Tu cosa ne pensi? Dici di iniziare con la storia? È che il tempo è poco, lo vorrei usare al meglio e mi trovo costantemente bloccato a perdere tanto tempo nelle scelte.

    1. Ciao Lalo, comunicare in maniera efficace è difficile per tutti: chi è più portato fa meno fatica, ma ci vuole studio ed esercizio per riuscire a portare la propria capacità di comunicare a un buon livello. Le tue difficoltà sono comuni a molti, ho creato insieme a Rick DuFer un corso dedicato interamente alla comunicazione proprio perchè moltissime persone mi scrivevano esprimendo questa loro difficoltà.
      Venendo nello specifico alla tua domanda non è importante cosa studi: l’importante è che sia un argomento che ti appassiona, ti interessa e ti fa venire voglia di condividerlo con altri, quindi scegli liberamente storia o letteratura, e magari dai anche un’occhiata a questo mio articolo, troverai dei consigli interessanti: https://www.alessandrodeconcini.com/adc/come-si-impara-a-parlare-in-pubblico-e-perche-e-cosi-importante%EF%BF%BC

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