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I 6 segreti di apprendimento di Steve Jobs

Quando il 5 ottobre del 2011 morì Steve Jobs, divorato da un tumore che nemmeno tutti i soldi e la tecnologia del mondo erano più in grado di curare, è successo qualcosa di incredibile: il mondo si è fermato e nessuno, per settimane, ha parlato d’altro. Nessuno.

Dai seguaci adepti della mela morsicata che ne hanno pianto la scomparsa come fosse stato il messia agli odiatori sfegatati, agli esperti di tecnologia, i giornalisti, gli scrittori.

Le storie su Steve Jobs sono tornate alla ribalta e hanno monopolizzato il discorso pubblico: la sua leggendaria competizione con Bill Gates, i suoi successi, le sue ruberie, gli aneddoti agghiaccianti sul modo in cui, da giovane, trattava i suoi dipendenti, le storie personali, le follie hippie, la personalità magnetica, l’ossessione per il dettaglio, il genio commerciale e la visione del futuro e della tecnologia.

Che vogliate mettere l’accento sulla sua grandezza come imprenditore o sulle sue mancanze come persona, Steve Jobs è stato, semplicemente, un uomo impossibile da ignorare, che con le sue idee e azioni ha lasciato un segno indelebile nel mercato, nella storia della tecnologia e nella cultura pop dell’ultimo secolo.

E possiamo imparare parecchio da lui, anche nel campo dello studio e dell’apprendimento.

Oggi, in questo articolo, parliamo dei 6 segreti di apprendimento di Steve Jobs.

CIRCONDARSI DELLE PERSONE GIUSTE

Il primo punto con cui voglio aprire questa carrellata è anche il più controverso. Sì, perché forse il più importante dei segreti di Steve Jobs è stato quello di circondarsi di persone dal talento e dalle competenze sconfinate, che potessero incarnare la sua visione maniacale di eccellenza.

Fin dall’inizio della sua carriera, nel garage dei suoi genitori in compagnia di quell’altro genio immortale della tecnologia che è stato Steve Wozniak, Steve ha dimostrato il potere di cogliere al volo il talento altrui, attirarlo, dirigerlo, valorizzarlo persino.

Un altro esempio? Jony Ive, il designer che ha resto inconfondibili e iconici l’iMac, l’iPod, l’iPhone e l’iPad.

Steve Jobs

Jobs ha capito fin da subito che per quanto brillante possa essere, una mente sola non è mai abbastanza per realizzare qualcosa di veramente grande, e la stessa lezione la potete imparare anche voi quando si tratta di studio e apprendimento.

Farsi aiutare, suddividere i compiti, lavorare in gruppo, sfruttare al meglio i singoli talenti e predisposizioni di ognuno per farne beneficiare a tutti, ispirarsi e avvicinarsi sempre a persone diverse e persino migliori di noi è un modo eccellente di migliorare, così come lo è anche chiedere aiuto e replicare le strategie efficaci che osserviamo nelle persone di successo in qualsiasi campo, compreso il dare gli esami all’università.

Ma c’è anche un lato oscuro di questo principio eccezionale, però, ed è giusto scoprire le carte: chiunque abbia mai approfondito la storia di Jobs sa che l’affascinante CEO di Apple non si è limitato a fare il “direttore d’orchestra”, come spesso amava dire di se stesso, dirigendo il talento altrui nella sua grande visione delle cose, e spesso non si è fatto problemi a copiare, rubare idee e prendersi il merito di innovazioni non sue.

Ecco, questo, se volete il mio consiglio, potete anche evitarlo: ispiratevi, ma evitate di trasformarvi nei pirati della silicon vallley

UNIRE I PUNTINI

Il secondo segreto di apprendimento di Jobs è stato il nutrire interessi e approfondimenti in mille campi diversi, lasciandosi guidare dalla passione e dalla curiosità pure.

Leggendario, nel discorso agli studenti di Stanford, il suo racconto di come, quando lasciò il college, cominciò a seguire un corso di calligrafia del tutto inutile, artistico, senza alcuna applicazione pratica nel mondo del lavoro.

Eppure, anni e anni più tardi, quella conoscenza della calligrafia gli fece venire l’idea di inserire nel Mac i font modificabili per la prima volta nella storia dei computer.

Un punto chiave di questo discorso è che non si può guardare a questo genere di cose sempre e solo in ottica utilitaristica a breve termine, non ci si può ossessionare solo sul passare l’esame e prendere il pezzo di carta per poi non aprire mai più un libro in tutta la nostra vita, non è così che ragionano i grandi, quelli che si distinguono dalla massa.

Jobs diceva: “se non stai esplorando mille cose diverse, allora non sarai mai diverso da chiunque altro”.

Si impara per sapere, si studia per conoscere e a volte imparare qualcosa anche al di fuori del nostro percorso può sembrare superfluo e dispersivo ma, alla lunga, fa la nostra fortuna.

Apre la mente, fornisce strumenti preziosi e un giorno, guardando indietro e unendo i puntini, si rivelerà magari la chiave che ci ha portato ad una svolta.

Ovviamente, non si può mai saperlo in anticipo, sempre citando il buon Steve: “non puoi connettere i puntini guardando avanti, puoi connetterli solo guardando indietro”.

AMORE

Terzo segreto, banale ma neanche tanto, è l’amore. L’amore per quello che si sta facendo che, in realtà, a ben guardare, è un modo carino per chiamare l’ossessione, uno dei tratti comuni di tutte le menti eccezionali che vi ho raccontato, da Bill Gates a Elon Musk, da Batman a Bruce Lee, andate a recuperarvi gli articoli.

Jobs amava progettare e realizzare prodotti tecnologici di successo più di qualsiasi altra cosa, amava alla follia il concetto di unire gli ultimi ritrovati della tecnica con le bellezze delle arti per creare qualcosa che finisse nelle mani di milioni di persone.

È tutto qui: era questa la sua ossessione, la sua missione, il suo amore. E per questo era disposto a tutto, compreso alienarsi gran parte delle persone che gli stavano attorno.

Non è per forza necessario arrivare ai livelli quasi folli di Steve per percepire l’importanza della passione in quello che stiamo studiando o nel nostro lavoro.

Nessuno è in grado di sopportare anni e anni di studio matto e disperatissimo per una materia che detesta, per una carriera che non vuole fare, per un percorso che non gli interessa seguire. È per questo che è importantissimo riflettere bene su quale strada seguire negli studi, ho scritto un articolo tempo fa sul come scegliere la facoltà universitaria, dacci un’occhiata magari.

Essere guidati dall’amore, dalla passione, dall’ossessione, comunque vogliate chiamarla, non significa che le cose saranno facili, non è vera quella famosa frase che dice “fai il lavoro che ami e non lavorerai un giorno nella tua vita”: è una balla, si lavora eccome, si fa fatica eccome, si suda sui libri, anche quando si ama ciò che si fa.

Ma si ha quella carica in più, si trova l’energia e la concentrazione, si tiene duro, si persevera e questo fa tutta la differenza del mondo.

MAI ACCONTENTARSI

“Sii un riferimento di qualità. Alcune persone non sono abituate ad un ambiente in cui ci si aspetta l’eccellenza.”

La mediocrità, in qualsiasi forma si presentasse, non era tollerata da Steve Jobs, neanche per un secondo. Accontentarsi, scendere a compromessi, rinunciare, erano parole vuote e prive di significato per il magnate dei computer.

Esiste solo l’eccellenza ed è quella visione di eccellenza, in alcuni casi persino distorta, che guidava tutte le sue azioni, comprese quelle più discutibili e onestamente inaccettabili, come licenziare la gente perché la conversazione in ascensore non era stimolante abbastanza.

Gli estremismi assurdi di Jobs, che per fortuna con gli anni sono andati calando, ma che gli sono comunque valsi la fama di imprenditore più stronzo del mondo, possiamo pure evitarli, ma il focus sul fare le cose per bene, sul mettere qualità e precisione al primo posto, sul volersi distinguere, sul non tentare la scorciatoia ma prendere la strada maestra, sono lezioni importanti per qualsiasi studente.

Se vuoi ottenere risultati straordinari non mirare al 18 con pedata nel sedere studiando 4 giorni, punta al 30 e lode con complimenti del professore studiando tre settimane col giusto metodo di studio.

Questo è il punto: non è sempre possibile ovviamente, esistono eccezioni, casi particolari, situazioni problematiche, ma nella mente dobbiamo tenere l’eccellenza, altrimenti si finisce per scadere nel banale e si arriva a risultati insoddisfacenti.

SEMPLICITÀ e MINIMALISMO

Una delle citazioni di Steve Jobs che preferisco… non è una citazione di Steve Jobs, bensì una frase che ha pronunciato una volta e che in realtà non si sa bene chi sia stato il primo a dire, c’è chi dice persino Leonardo Da Vinci:

“La semplicità è la forma definitiva di sofisticazione”

In altre parole significa che “less is more”, meno è più, che la sintesi significa rielaborazione e comprensione profonda, che sottolineare meno parole chiave è più difficile che sottolinearne troppe e richiede maggiore impegno, che definire cosa sia importante e cosa non lo sia, e avere il coraggio di mettere in secondo piano il superfluo per concentrarsi sul fondamentale è uno dei segreti più preziosi da imparare.

Jobs aveva la mania della semplicità e del minimalismo tanto nel design dei suoi prodotti quanto nel suo vestiario o nella sua vita di tutti i giorni e mi sarebbe piaciuto vederlo alle prese, come capita a me tutti i giorni, col casino che fanno certi studenti (a volte anche per colpa degli insegnanti) con 700 fonti diverse di studio: slide, sbobine, libri, appunti presi male, libri integrativi, blog, wikipedia, il riassunto dello schema della sbobina e via così.

Ridurre, selezionare, comprimere, sintetizzare, queste sono le parole d’ordine.

E queste invece sono due vere citazioni di Jobs:

“Sono tanto orgoglioso delle cose che non abbiamo fatto quanto di quelle che abbiamo fatto. Innovazione è dire no a migliaia di cose”

“Questo è stato uno dei miei mantra: focalizzazione e semplicità. Semplice può essere più difficile di complesso: devi lavorare duramente per pulire il tuo pensiero e renderlo semplice. Ma ne vale la pena perché alla fine quando ci arrivi, puoi spostare le montagne.”

NESSUN DOGMA

Infine, l’ultimo segreto di apprendimento di Steve Jobs è stato sbattersene altamente dei dogmi, della consuetudine, della norma, delle regole e fare di testa sua.

Ora, chiariamoci: le regole esistono per un motivo e prima di potersi permettere di romperle bisogna capirle e farle proprie, altrimenti non siete degli innovatori, siete dei pirla indisciplinati, nello studio come nel lavoro e in qualsiasi altro campo.

Ma se comprendete a fondo le regole e decidete di infrangerle in modo deliberato, al momento giusto per ottenere un risultato specifico ecco, allora, state forse facendo qualcosa di importante.

Chissà cosa avrebbe pensato Steve Jobs delle ruote del Mac da 800 euro… probabilmente le avrebbe aumentate ancora di prezzo.

Alessandro de Concini
Alessandro de Concini

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