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I 7 errori da non fare quando schematizzi

Oggi partiamo con un grande classico sulla schematizzazione, e scopriamo 7 errori da non fare assolutamente quando schematizzi.

In originale era 5 errori da non fare, ne ho aggiunti 2, così nessuno mi potrà dire che sono stato pigro.

PRIMO ERRORE

Partiamo subito con il primo, più grande errore di tutti e cioè saltare a piè pari la fase di schematizzazione.

Purtroppo, nel mondo è pieno, pienissimo di studenti a tutti i livelli che ignorano gli schemi pensando che siano esercizi inutili, che facciano perdere tempo, che siano ridondanti rispetto ad appunti o slide del professore…

Si sbagliano: la schematizzazione è lo strumento preferenziale di rielaborazione. L’utilizzo della sintesi, della grafica, della struttura gerarchica e lo sforzo per riproporre e trasformare ciò che abbiamo imparato e compreso è un momento fondamentale dell’apprendimento e in particolare consolida i ricordi, ma soprattutto rende più profonda e vera la comprensione, portando la preparazione ad essere solida e pronta ad affrontare i colpi che arriveranno dal professore all’esame.

Non solo: alla fine di tutto ti ritroverai tra le mani uno strumento prezioso per le fasi successive della schematizzazione, ti aiuterà a ripassare quando ne avrai bisogno, a individuare gli elementi da memorizzare tramite tecniche di memoria, a costruire gli strumenti per la fase di testing e applicazione.

E sì, senza dubbio il tempo necessario a realizzare uno schema diventa una parte importante del processo di studio, inutile fingere che non sia così: c’è bisogno di tempo.

Ma il gioco, in questo caso, vale assolutamente la candela. Nessun dubbio.

Saltare gli schemi, quindi, è una pessima idea, accettabile solo ed esclusivamente quando si è disperati, come raccontavo in questo articolo in cui vi dico come studiare all’ultimo momento.

Ah, mi aspetto che a questo punto di averti già convinto, ma se ancora avessi dei dubbi ti consiglio di andare a leggere il mio articolo su come creare gli schemi perfetti.

Il webinar è una bomba, un’ora di spiegazione fatta bene sugli schemi, con grafiche che ci ho messo ore e ore a preparare, quindi vai tranquillo, la marchetta c’è ma è alla fine, il resto è puro contenuto.

SECONDO ERRORE

Trasformare il nostro schema in una sorta di riassunto, quindi scrivere delle frasi e cercare di riproporre in piccolo quello che è scritto sul libro senza una nostra vera rielaborazione.

Questo è un errore per due motivi:

  • intanto perché lo schema non diventerà qualcosa di personale, non lo sentiremo mai come nostro;
  • ma soprattutto perché ci costringerà in modo inefficace a dover tagliare, omettere informazioni, rimanere solo sui principi generali, perché se dovessimo riassumere tutto quello che è scritto sul libro in forma di frase, bè, finiremmo per riscrivere il libro così com’è.

Il riassunto è un ottimo strumento per esercitarsi con la lingua italiana, con la capacità di scrivere, ma è del tutto inefficace quando lo scopo è imparare. Ibridare il riassunto con lo schema è altrettanto sbagliato. Vogliamo sintesi, non superficialità; rielaborazione, non riscrittura.

TERZO ERRORE

Sottovalutare l’importanza della grafica, delle immagini e dei colori. Colori, grafiche e immagini rendono lo schema non soltanto più bello e gradevole, ma soprattutto più facile e rapido da leggere e da ricordare. Grafica e colore si fanno ausilio delle parole chiave, le completano e le organizzano, contribuendo attivamente al processo di rielaborazione secondo un principio noto come dual coding.

Aumenta la soddisfazione nel realizzarlo, il ricordo diventa più persistente e risulta più completo l’aspetto di lettura e di comprensione di quello che avete scritto, perché disegni, immagini, grafiche e colori collaborano con le parole chiave per restituirvi il quadro generale della questione.

Ci sono poi alcune materie specifiche che, senza dei diagrammi, dei disegni risultano assolutamente incomplete… penso a medicina ad esempio, dove studiando un organo avere il disegno o l’immagine di quell’organo è fondamentale, ma anche biologia, ingegneria, arte ecc. ecc.

QUARTO ERRORE

Passarsi gli schemi tra amici, e questa mi fa ridere davvero, è sempre un grande classico degli studenti sprovveduti, ma è anche uno degli errori principali nel mondo dell‘apprendimento, un totale fraintendimento sullo scopo della schematizzazione stessa.

La gente crede ancora, per qualche motivo, che il punto fondamentale sia POSSEDERE lo schema, tenerlo fra le mani, averlo a disposizione, e quindi ecco che mi faccio passare lo schema dal mio amico della mia amica particolarmente brava, lo scrocco da qualcuno su internet oppure lo passo a mia volta cercando di condividere la conoscenza.

Nobile intento, ma del tutto inutile.

Sebbene condividere la conoscenza sia una splendida idea, lo scopo dello schema non è averlo e non è passarlo, bensì FARLO, realizzarlo in prima persona. È nell’atto del fare lo schema che mettiamo in atto tutte quelle strategie che miglioreranno a lungo termine la qualità del nostro studio. Non si può sostituire la schematizzazione personale prendendo il lavoro fatto da qualcun altro!

Questo tra l’altro è il motivo per cui gli schemi alla fine del libro o le slide passate dal professore sono dei finti aiuti: in realtà sono una pappa pronta che, sostituendo il nostro lavoro, ci impedisce di studiare con efficacia. L’unica persona che davvero ne beneficia è chi li ha creati, cioè l’insegnante o l’autore del libro.

QUINTO ERRORE

Fissarsi su un solo tipo di schema: anche questo diffusissimo nel mondo della formazione sull’apprendimento efficace, anche se devo dire che negli ultimi anni, forse anche un po’ grazie al mio lavoro, vedo dei segni di miglioramento.

Scegliere un unico tipo di schema (di solito le mappe mentali perché vanno un sacco di moda) e pensare che sia lo schema perfetto, il migliore del mondo, l’unico che serve, la soluzione a tutti i problemi, è, ovviamente, una fesseria.

In realtà, non tutti i tipi di schema sono adatti a tutte le persone, e soprattutto non tutti i tipi di schema si adattano a tutte le materie e a tutti gli argomenti: quello che è veramente fondamentale è avere la padronanza dei principi che producono uno schema veramente efficace e poi modificare lo stile in base al nostro gusto personale, a quello che riusciamo a fare, ma soprattutto adattandoci a quello che stiamo studiando in questo momento. Con buona pace degli adepti di una tipologia o dell’altra.

SESTO ERRORE

Creare lo schema e poi lo schema dello schema. La doppia schematizzazione è diventata diffusissima anche a causa della diffusione di certi metodi che prevedono di realizzare prima uno schema lineare o a cascata, comunque vogliamo chiamarlo, per poi creare una mappa dello schema.

Ora, intendiamoci: fare due volte lo schema cambiando stile non peggiora lo studio, per nulla. Il problema in questo caso non è di efficacia, bensì di efficienza.

Il tempo speso a rifare qualcosa che avresti già dovuto fare correttamente è buttato e questa procedura incoraggia tra l’altro a realizzare schemi iniziali superficiali e mal fatti, perché lo studente già parte dal presupposto che poi dovrà comunque rifarli.

Di più: il tutto ancora una volta si lega al quinto errore perché chi prescrive questo tipo di procedura insiste su due tipologie fisse.

E invece no, bisogna individuare la tipologia di schema perfetta per la situazione e poi eseguirla, creando uno schema eccellente che metta insieme tutte le fonti di studio ed esaurisca l’argomento. Che investire tempo va bene, buttarlo dalla finestra anche no.


SETTIMO ERRORE

Il settimo errore è di carattere temporale. Fare gli schemi alla fine del libro. Qui il problema è che se io prima leggo tutto il libro e poi mi metto a schematizzare mi ritrovo che non ricordo gli argomenti letti all’inizio, perché sono passati giorni, in alcuni casi settimane.

E vengo condannato, inevitabilmente, a ripartire e rileggere.

Questo a me succedeva di continuo all’università. Io prima leggevo tutto, poi schematizzavo tutto e nel rifarlo in pratica rileggevo da capo. È ridondante, inefficiente, scorretto. Invece la cosa migliore da fare è procedere argomento per argomento. 

E questo è quanto, ci siamo chiariti un po’ di errori, tu fai attenzione a non cadere in queste 5 macro-trappole e sarai già un passo avanti agli altri nella tua carriera di schematizzatore!

E se non ti accontenti e vuoi imparare a realizzare degli schemi veramente impeccabili, bé, c’è sempre Conquistare il foglio, il modulo di Sistema ADC fatto apposta per insegnarti ogni minimo dettaglio sulla schematizzazione efficace. Prendilo in considerazione, che è una bomba.

Alessandro de Concini
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