Il 14 febbraio 2020 ho condiviso un video sulla mia pagina Facebook, scrivendo nel post queste parole… :
“Lo sapete che io non amo i motivatori né tantomeno le frasi motivazionali…
Se poi sono frasi motivazionali che arrivano da Will Smith con una musichetta emotional sotto, la voglia di dare fuoco al computer e ballare sulle sue ceneri è tantissima.
Ma.
Ma questa frase nello specifico, questo concetto di “one brick”, è talmente importante, talmente utile, talmente alla base di quello che insegno e di quello che faccio ogni giorno con la mia attività che farò un’eccezione.
Fatela anche voi, stringete i denti e sopportate il tanfo di self-help all’americana che permea il tutto e portatevi a casa forse il consiglio più importante di tutti, nello studio come nel lavoro e in qualsiasi altro campo.”
Nella mia mente me lo immaginavo così, le 12mila persone sulla mia pagina Facebook avrebbero visto il post e avrebbero pensato: “ADC che posta un video motivazionale di Will Smith? È impazzito? Ha contratto l’influenza suina? Si sta trasformando in un fuffaguru misticheggiante?”
E, divorati dalla curiosità, avrebbero guardato il video, che dura 55 secondi, cinquantacinque miseri secondi della loro vita, imparando una lezione davvero importante.
Ma quello che non avevo previsto o meglio, che mi ero dimenticato, è che se non ci riversi sopra una quantità indicibile di danaro Facebook il tuo post lo mostra tipo all’1% di chi ti segue ed è andata a finire che il post non se l’è filato nessuno…
In ogni caso, io ci tenevo davvero tantissimo che il messaggio contenuto in quel video motivazionale passasse, perché è di un’importanza sconvolgente nello studio così come in qualsiasi altra attività, fa davvero la differenza, e allora ho deciso di scriverci un articolo, nella speranza di avere un po’ di successo in più…
In italiano il discorso di Will Smith suona più o meno così:
“Ho imparato fin da piccolo, dai miei genitori, che non provi a costruire un muro, non te lo poni come obiettivo, non ti dici, costruirò il muro più grande e cazzuto e spettacolare che sia mai stato costruito, non cominci da lì.
Invece ti dici: disporrò questo mattone nel modo più perfetto possibile, non esisterà un solo singolo mattone sulla faccia della Terra messo giù meglio di questo mattone che disporrò nei prossimi dieci minuti.
E lo fai ogni singolo giorno e presto avrai un muro.
E penso che, psicologicamente, il vantaggio che questo mi dà rispetto a molte persone con cui sono e sono stato in competizione in vari contesti sia enorme.
È difficile fare il primo passo quando guardi a quanto gigantesco sia il compito da svolgere.
Ma per me il compito non è mai enorme, è sempre un solo mattone.”
Poi pensi a che filmaccio era l’ultimo Aladdin e ti domandi quanto valga Will Smith come muratore.

APPLICAZIONE NELLO STUDIO
Va bene, va bene, dovevo fare la battuta per smorzare sta pesantezza motivazionale/emotiva con cui non sono per niente a mio agio, ma il concetto resta.
Ho a che fare tutti i giorni con centinaia di studenti, tra i messaggi che mi arrivano, le mail, i miei corsi e tutto il resto e questa difficoltà della dimensione del compito da svolgere è una costante. La possiamo anche chiamare il muro dello studio, è una metafora che funziona.
Sono 4 i benefici per i quali dovresti abituarti a segmentare il tuo studio in piccoli mattoncini:
- Per prima cosa quello psicologico, che è anche quello di cui parlava il buon Will Smith: la frustrazione nello studio è dietro l’angolo, così come l’esaurimento, lo sappiamo bene, e spesso il motivo è proprio che percepiamo la preparazione per l’esame o il concorso come sterminata, ingestibile, infinita.
Quando apro un libro e vedo che finisce a pagina 976 il cuore salta un battito, è normale che sia così. Se invece mi soffermo sul primo paragrafo che è lungo 3 pagine e mi concentro esclusivamente sul capirlo e ricordarlo alla perfezione, dedicando il 100% delle mie capacità cognitive a questo compito, ignorando il livello macroscopico, la difficoltà si riduce e anzi, si innesca più facilmente un meccanismo di soddisfazione, di raggiungimento di micro-obiettivi che tengono alta la motivazione nel tempo.
- Secondo beneficio è quello organizzativo: approcciare lo studio un piccolo segmento di programma alla volta rende mooooolto più facile tenere traccia del progresso e organizzare le tue giornate, quello che succede invece se non lo fai è che si innesca quel meccanismo perverso per il quale ti siedi al tavolo, cominci a studiare e non sai più quando e come fermarti. Vai avanti a oltranza, perché non hai il controllo del percorso, non sai quanto devi studiare per mantenerti sulla giusta traiettoria per finire in tempo, sai solo che c’è una montagna da scalare e l’unica soluzione che trovi è continuare a scalare finché non ce la fai più. Questa non è pianificazione, è stakanovismo tossico fine a sé stesso.
- Terzo beneficio è quello legato alla comprensione, e in questo caso prende un nome ben preciso, l’ “approccio del carroarmato”, che ho coniato io un paio di anni fa nel mio manuale gratuito di lettura efficace Leggere per Sapere. Che, a proposito, se nonlo hai ancora scaricato, non so onestamente che cosa tu stia aspettando, trovi il link qui, non aspettare un minuto di più.
Cosa intendo con approccio del carroarmato? L’idea è quella di procedere nello studio in modo incrementale, un passo alla volta, un argomento alla volta, un paragrafo alla volta, una frase alla volta e non avanzare mai se non sei certo di esserti impadronito alla perfezione di quella micro-unità di studio. Non esiste il “massì, ci torno sopra dopo”, “magari se vado avanti si chiarisce”, “vabbè finisco il paragrafo e poi ricomincio”. Niente di tutto questo. Avanzi come un carroarmato, ti assicuri di aver conquistato il tuo metro di campo di battaglia e poi procedi.
In questo modo dai la priorità a comprensione e ricordo, non all’arrivare in fondo alla pagina o al capitolo. Lo studio efficace poggia le sue fondamenta proprio su questo, sul non lasciare indietro buchi e lacune.
- Il quarto beneficio è quello di tempo e velocità: questo atteggiamento viene erroneamente visto come lento perché, in effetti, sul breve periodo ti fa rallentare. Procedendo con l’approccio del carroarmato o del mattone o come vuoi chiamarlo magari ci metterai di più a finire il capitolo, nessun dubbio su questo. Ma valutare la velocità dello studio dalla velocità con cui giri le pagine è un’assurdità, l’unica velocità che conta è la velocità nel sapere quello che stai studiando, sull’essere preparati. Alla fine dei conti è sempre questo l’importante, anche in vista di un esame, un concorso o qualsiasi altra scadenza.
E allora ecco che in realtà questo è anche il modo più veloce di avanzare, se lo rapporti sul lungo periodo: sulla lunga distanza il fatto di non dover tornare indietro, di non accorgersi più tardi di aver perso pezzi per strada, il non dover rileggere e tutto il resto ti faranno risparmiare tempo, parecchio.
Procedendo un mattone alla volta, avanzando come un carroarmato, gestirai meglio il tuo stato psicologico eliminando la frustrazione, sarai più organizzato e pianificato, aumenterai la comprensione e il ricordo e arriverai più velocemente alla meta… direi che non c’è molto altro da discutere, devi solo cominciare a farlo.
KAIZEN
Un altro concetto potente connesso a questo che ti voglio ricordare è quello del termine giapponese “Kaizen”, che ogni tanto nomino.
E alla fine è la stessa cosa, significa un progresso costante e incrementale, concentrarsi su un piccolo miglioramento quotidiano che poi, quando ti guardi indietro, è una trasformazione impensabile.
Questo è quanto, una lezione che cerco di applicare personalmente alla mia vita e al mio lavoro ogni singolo giorno e che ho visto trasformare studenti in difficoltà.
Ed è per questo che questo atteggiamento permea tutti i miei contenuti, così come Sistema ADC, il mio corso sul metodo di studio, dai un occhio anche a quello, ti lascio il link qui, è come un orizzonte di riferimento sul quale poggiare tutte le metodologie e le tecniche, che fa da sostrato, da punto di appoggio.
Bene, mi fermo qui che devo andare a disintossicarmi da tutta questa motivazione studiando un qualche mattone polacco minimalista di scrittore morto suicida giovanissimo, copie vendute: 2.