Matricole a me! La scuola è finita, i banchi sono un lontano ricordo e finalmente ci siamo lasciati alle spalle tutto quel percorso lungo e faticoso che è stata la scuola superiore.
Adesso inizia una nuova sfida, che ha un nome e un cognome: l’università (un cognome in realtà non ce l’ha ancora ma va bene così!), che porterà con sé nuove sfide ma anche nuove opportunità.
Il passaggio dalla scuola superiore all’università è uno dei momenti più belli della vita perché si diventa finalmente grandi, ma si è ancora abbastanza giovani da godersi un periodo spensierato.
Il problema è che con la spensieratezza e con la liberazione dal peso della scuola arrivano anche delle difficoltà oggettive che non possono essere sottovalutate, altrimenti si rischia di impostare un percorso che a lungo andare diventerà sempre più pesante e finirà con il portarvi al fuoricorso.
Se per caso siete ancora nell’indecisione più assoluta su che percorso scegliere leggete l’articolo su come scegliere la facoltà universitaria, penso che potrà aiutarvi.
Ma torniamo a noi, matricole che avete già scelto, oggi vi darò 5 consigli per affrontare questo momento al meglio!
PROBLEMI DELLE MATRICOLE
Bene, iniziamo con i problemi che le matricole si ritrovano ad affrontare nel primo anno, anzi addirittura nel primo semestre, della vita universitaria.
Il primo problema è quello organizzativo. Quello che succede quando ci buttiamo nella fossa dei leoni dell’università è che ci rendiamo improvvisamente conto che il mondo dell’organizzazione è completamente diverso da quello a cui eravamo abituati a scuola.
Non ci sono più i compiti, le interrogazioni, le verifiche, non c’è più nessuno che ci dica cosa dobbiamo fare e quando.
Tutto questo all’inizio dà una sensazione euforica di libertà, ma al tempo stesso è un pericoloso precedente perché rischia di trasformarsi nello studio dell’ultimo minuto, nella procrastinazione e nel cramming selvaggio di cui abbiamo parlato tante volte qui sul blog.
E allora la prima cosa a cui prestare attenzione è proprio questa: l’aspetto organizzativo e di pianificazione.
Il secondo problema è proprio lo studio. Eh sì, perché lo studio universitario e quello scolastico non sono la stessa cosa. Quello che cambia è la qualità e la quantità di quello che studiate.
Si studia molto di più: le decine di pagine a cui eravamo abituati a scuola diventano le centinaia o addirittura migliaia di pagine dei libroni universitari.
Non solo, ma si studiano concetti più difficili, profondi e critici, e in generale è uno studio che ci mette più in difficoltà e che richiede una maturità e un ragionamento molto superiori.
Il terzo tipo di problema è quello della socialità, della vita da studenti.
Sì perché è bello essere degli studenti, ma al tempo stesso farsi prendere da questa euforia di cui già parlavo prima può portarci fuori strada.
Ed è così che si comincia a non frequentare le lezioni, ad andare a letto troppo tardi e a svegliarsi alle ore più improbabili, in poche parole a trasformare la vita in un casino, e questo di certo non si traduce in un buon profitto e non ci permette di rimanere in pari con gli esami sessione dopo sessione.
La quarta difficoltà è quella psicologica: improvvisamente vi troviate in un ambiente in cui il piccolo mondo della classe a cui eravate abituati non esiste più.
Adesso siete in un mare magno in cui i professori non vi cagano di striscio, nessuno sa chi siete e siete lasciati a voi stessi.
È uno stress molto diverso da quello della scuola, è qualcosa di nuovo che non conoscete e che non siete ancora pronti ad affrontare.
Il quinto problema sarà invece quello burocratico.
Sì, perché a scuola eravate abituati che fosse tutto automatico e al massimo i genitori intervenivano e firmavano qualcosa, mentre all’università ci sono una marea di crediti formativi, documenti da portare, iscrizioni agli esami, piattaforme, siti internet che non funzionano, … e bisogna abituarsi a gestire tutto questo.
Tra l’altro, piccolo aneddoto personale, io sono pessimo col mondo burocratico e ho fatto una quantità infinita di casini all’università. Per dirvene una, non ho mai registrato le idoneità di italiano, inglese e informatica del primo anno, e quando ho dovuto fare la tesi triennale mi sono reso conto che non avevo quei crediti e ho dovuto recuperarli all’ultimo momento!
Bene, questi erano i problemi, vediamo adesso i consigli!
PIANIFICAZIONE
Il primo consiglio ovviamente è quello di organizzare una buona pianificazione dello studio, quello che nessuno vuole sentirsi dire: pianificate SUBITO la vostra sessione invernale!
E voi direte: ma come, sono mi sono appena iscritto all’università, non ho ancora cominciato a seguire le lezioni e già devo pensare agli esami che saranno tra tre mes- SÌ. Esattamente questo.
Già adesso dovete cominciare a pensare agli esami che saranno tra tre o quattro mesi, perché la prima sessione è la più importante dell’interno percorso universitario, perché è quella nella quale riversate le aspettative per il vostro percorso, quella che dà l’avvio a tutto e setterà il modo in cui affronterete tutto il resto degli esami e delle sessioni.
Assicuratevi quindi di affrontare la prima sessione con particolare attenzione.
Cominciate immediatamente ad assorbire informazioni, a raccogliere le fonti procurandovi i libri e i manuali, e a fare calcoli precisi.
Cominciate a studiare in tempo già mentre seguite le lezioni, e se non riuscite a farlo con tutti gli esami fatelo almeno con quelli più importanti e difficili così da arrivare al momento della sessione da non trovarvi in preda al panico con quattro esami da preparare.
Arriverete invece in sessione d’esami che avrete pianificato tutto con precisione, saprete quali esami dovete fare e quali sono i più difficili, e ne avrete almeno un paio seguiti a lezione e che dovrete solo ripassare e affinare, e magari uno o due più semplici che potrete studiare durante la sessione.
L’importante è non farsi cogliere impreparati e non cominciare a studiare solo a ridosso della sessione d’esame, ma subito!
FREQUENZA DELLE LEZIONI
Il consiglio numero due è di frequentare subito tutte le lezioni.
Sì, perché andare a lezione ci permette di assorbire informazioni importanti, di abituarci al modo e all’ambiente universitario, di capire le richieste più comuni e gli argomenti particolarmente rilevanti e preferiti dei professori.
Non solo, seguire le lezioni ci abitua anche ad implementare il principio dello spacing, che è quello più difficile da applicare per le matricole, che tendono tutte ad accumulare lo studio.
Andare a lezione permette poi di affrontare il percorso un po’ alla volta e di creare appunti utili.
A proposito, andate a rivedervi l’articolo che ho pubblicato qualche tempo fa sul Metodo KWL!
Ah, e se andate a lezione non dimenticatevi di parlare con i professori, di fare domande e di socializzare con i vostri colleghi, che male non fa!
METODO DI STUDIO
Il terzo consiglio, quello più banale, me lo concederete, è di cominciare a lavorare subito sul metodo di studio.
Questo è il momento giusto per cambiare perché non c’è ancora la pressione degli esami.
In particolare, prestate attenzione alle fasi di produzione degli appunti, schematizzazione, lettura efficace e testing, che sono i vostri obiettivi per avere dei primi risultati.
LEZIONI E STUDIO
Il consiglio numero quattro è di impostare il giusto rapporto tra le informazioni apprese a lezione e lo studio a casa.
Subito dopo aver assorbito informazioni, ascoltato spiegazioni e prodotto appunti, appena possibile cominciate a studiare sulle fonti di studio lo stesso argomento in modo da abbreviare il più possibile il tempo che intercorre tra la spiegazione dell’insegnante e il momento dello studio solitario a casa.
Questo permette di consolidare maggiormente le informazioni affrontandole quando sono ancora fresche nella memoria, e in questo modo si accorciano i tempi di studio.
Questo segreto di Pulcinella, che teoricamente sanno tutti ma pochissimi mettono in pratica, può arrivare a tagliare in modo consistente il tempo che passate sui libri!
AUTOVALUTAZIONE
Consiglio numero cinque, il più profondo: abituatevi all’autovalutazione e alla metacognizione… ma cosa vuole dire?
Semplicemente che studiare non basta, bisogna anche ragionare sullo studio e abituarsi a valutare sé stessi e le proprie performance.
Assumete quindi il ruolo non solo dello studente, ma anche del controllore dello studente.
Per esempio, ogni volta che studiate qualche cosa cronometratevi e analizzate le vostre sessioni di studio cercando di capire cosa vi porta normalmente ad avere maggiore successo o insuccesso, come funziona il vostro metodo di studio e come si scontra o si sposa con gli argomenti che studiate e con il contesto.
Domandatevi “perché quel giorno proprio non andava?”, “perché quell’argomento mi ha messo particolarmente in difficoltà?”
Insomma, abituatevi a mettere alla prova tutto quello che fate e a tenere traccia dei vostri progressi, valutate voi stessi con domande ed esercizi ma ragionate anche su quello che vi succede intorno.
E ricordatevi sempre che il controllo è nelle vostre mani!
Siete delle matricole, sì, ma non siete persi in mezzo al mare in balia dei venti, avete anzi pieno controllo della situazione e, salvo casi estremi, siete voi che avete le redini dei vostri risultati, dei voti che prenderete e degli esami che supererete e in definitiva, di tutto quello che succederà d’ora in avanti all’università.
A questo punto di solito si augura buona fortuna o in bocca al lupo… ma voi non avete bisogno di fortuna, voi avete bisogno di preparazione, organizzazione, metodo ed entusiasmo, e se li avrete questi saranno gli anni più belli e formativi della vostra vita, ve lo garantisco.
E, ricordate, se avete bisogno di una mano a strutturare un metodo di studio efficace ed efficiente io sono qui per voi!