Il problema è questo: se già preparare un esame raramente è una passeggiata di salute, farlo per la seconda, la terza, la quarta, la quinta, l’ennesima volta, è un incubo.
Già, perché fallire un esame, essere bocciati o dover rifiutare un voto perchè troppo basso, è soltanto l’inizio.
Il vero problema, il vero scoglio da superare arriva poi, quando improvvisamente ci rendiamo conto che quell’esame dovremo riprenderlo in mano per il prossimo appello o per la prossima sessione, che dovremo rivedere quelle stesse pagine, rifare quegli stessi esercizi, ripresentarci di fronte a quello stesso professore.
È capitato a tutti, almeno una volta nella vita universitaria, di rifare un esame, e non c’è dubbio che sia uno dei momenti più difficili in assoluto, a volte rischia di portare a un vero e proprio blocco dello studente.
E allora oggi, in questo articolo, parliamo proprio di questo e capiamo insieme come affrontare un esame che abbiamo fallito almeno una volta.
Facciamo così: partiamo col capire perché rifare un esame sia così pesante e complesso, poi ci buttiamo su 7 consigli pratici che potremo sfruttare. Bene? Bene.
Possiamo suddividere le difficoltà di questa situazione in due grandi macro-aree, come spesso accade: quella emotivo/psicologica e quella metodologica.
LE DIFFICOLTA’ EMOTIVE E PSICOLOGICHE
Partiamo dall’aspetto psicologico, che purtroppo è un fattore centrale in casi come questo: rifare un esame porta con sé un groviglio di casini interiori, prima fra tutti la noia infinita, lo schifo per la materia, il disinteresse e la stanchezza dell’aver appena finito la preparazione per poi trovarsi a doverla rifare da capo.
La ripetitività talvolta è peggio di tutto il resto, si trasforma spesso in una sensazione di vera e propria nausea per quei libri e quei temi che può arrivare fino al rifiuto più totale.
Per non parlare della procrastinazione, che già normalmente è una nemica potente da affrontare per ogni studente.
Ma che nel caso di un esame già affrontato, la procrastinazione diventa ancora più forte, ancora più subdola e trova qualsiasi stratagemma per farti rimandare lo studio.
E poi c’è la frustrazione e la delusione in sé per il fallimento, non è mai semplice fare i conti col fatto che qualcosa non è andato per il verso giusto, che abbiamo sbagliato e/o siamo stati sfortunati.
Ultima ma non ultima, la paura e l’imbarazzo di ripresentarsi di fronte alla stessa professoressa o allo stesso professore e di rifare una brutta figura.
Metti insieme tutto questo e capirai facilmente che lo stato psicologico ed emotivo di chi è costretto a ripetere un esame è tutt’altro che semplice da affrontare.
E ogni volta che ritenti l’esame, la terza, la quarta, la quinta volta tutto questo aumenta di intensità.
Se senti che quest’esame ti sta portando ad un livello di stress e ansia tale da non essere più gestibile valuta il mio corso sulle difficoltà psicologiche degli studenti, potrebbe davvero aiutarti a superare questo scoglio.
LE DIFFICOLTA’ PRATICHE
E poi arrivano le difficoltà di metodo, concrete, quotidiane. Prima di tutto il fatto che, quasi certamente, qualcosa proprio nel metodo deve essersi inceppato. Forse non hai un metodo di studio o è un metodo di studio scorretto, o semplicemente inadeguato per il tuo livello.
E qui vabbè, che te lo dico a fare, Sistema ADC, il mio corso sul metodo di studio risolve tutti questi problemi. Ma sono qui per darti una mano, giusto? Quindi procediamo, rendendoci conto che ci ritroviamo con materiali già utilizzati, pagine già sottolineate, schemi (o riassunti, se ancora fai i riassunti) già realizzati, appunti già presi ecc.
In sostanza, il problema fondamentale è che è molto difficile sviluppare quell’atteggiamento attivo e quello sforzo desiderabile di creazione e rielaborazione, perché spesso lo hai già fatto tutto, anche se male.
Ed ecco che allora il ri-studio e la ri-preparazione si trasformano 9 volte su 10 in una pigra e trascinata rilettura e ripetizione, sempre uguale a sé stessa.
Bene, le difficoltà ci sono chiare, vediamo i consigli. 7 consigli, per la precisione!
CONSIGLI
- Prima di tutto: fai uno stacco, prenditi una pausa. Come minimo un giorno intero, ma sarebbe meglio qualcuno di più o una settimana intera, se possibile, in cui lasci completamente da parte l’esame. Hai bisogno di riprenderti e di dare il tempo al tuo cervello di fare ordine, smaltire lo stress, digerire il fallimento e non pensare, almeno per un po’, a quegli argomenti. Non sognarti di rimetterti sui libri subito dopo l’esame o il giorno successivo. E lo so, lo so che hai poco tempo, che il prossimo appello si avvicina e bla bla bla ma comunque, se non staccherai non riuscirai a riacquisire la lucidità necessaria, sarai meno efficace e il tuo studio sarà di una qualità talmente bassa che è come se non ci fosse. Fidati di me, stacca;
- Dopo la pausa, breve o lunga che sia, a seconda delle possibilità, la prima cosa da fare non è ributtarsi sui libri, ma fare un’attenta analisi di ciò che è andato storto, delle tue responsabilità specifiche e di cosa avresti potuto fare meglio. Questo è il momento in cui stabilire il tuo piano d’azione e capire cosa cambiare nel tuo approccio. È assolutamente imprescindibile. Se non analizzi, non attribuisci le responsabilità e non decidi cosa e come modificare, fallirai di nuovo, garantito. Ti lascio il link a una mia ADC live su come sopravvivere a un esame disastroso e a un articolo sul come comprendere le responsabilità nello studio. Quando hai finito qui, vai a recuperarli!
- Collegato all’analisi del punto precedente, il prossimo consiglio è semplice: cambia! Non rifare le stesse cose che hai fatto la volta precedente, sperimenta un nuovo metodo, modifica il tuo approccio, impara delle nuove tecniche, dai una rinfrescata alla tua strategia. Questo ha sia un valore psicologico-motivazionale, sia (soprattutto) un valore tecnico. Hai presenta la famosa e abusatissima frase di Einstein: “La follia sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi”? Ecco, sarà pure una frase banale e scontata, però è una realtà. Hai usato i riassunti? È ora di fare gli schemi. Hai fatto mappe mentali? Magari puoi provare gli schemi lineari, potrebbero essere più adatti all’argomento che stai studiando. Hai ripetuto in modo classico? Prova il testing e le tecniche di memoria. Hai sottolineato al solito modo? Sperimenta la lettura efficace. Qui nel mio blog e sul mio canale YouTube hai una fonte inesauribile di miglioramenti da implementare nel tuo studio. Sfruttali!
- Il quarto consiglio è quello che proprio non vuoi sentire, ma che ti tocca lo stesso: riparti da capo. Sì, da capo, perché non c’è niente di peggio che un mezzo studio o mezzo ripasso passivo fatto leggiucchiando il materiale che hai già affrontato. Devi ripartire. Questo significa che bisogna buttare tutto il lavoro fatto prima in un metaforico cesso? NO, assolutamente, non sarà per forza necessario rifare tutti gli schemi o risottolineare tutto da capo, ma quantomeno non dare niente per scontato, riparti dalla prima pagina e rifai tutti i ragionamenti e le fasi del metodo di studio senza partire dal presupposto che tanto è roba già fatta puoi andare veloce. Se fosse “roba già fatta” l’esame l’avresti passato. Se ragionerai che è tutto “già fatto”, indovina come andrà la prossima volta? Esatto, sempre nello stesso modo.
- Quinto consiglio, più light: ignora il professore. Dimenticatelo, non sprecare nemmeno un minuto della tua giornata pensando alla “brutta figura” o al momento in cui te lo troverai di nuovo davanti. Ti garantisco che nella maggior parte dei casi al tuo insegnante non frega assolutamente nulla di te, manco si ricorda il tuo nome o la tua faccia. Se invece così non è, tanto comunque non puoi farci niente, inutile che te ne preoccupi. Sei un professionista dello studio e il fallimento, per quanto pesante sia da gestire, è parte del gioco. Non è una vergogna aver fallito un esame, nemmeno averlo fallito 5 o 50 volte di fila. Può succedere, purtroppo. La vergogna è solo nella tua testa, non è una realtà oggettiva. Cerca di ricordartelo.
- Inserisci un elemento di gioco quando studierai di nuovo materiale su cui hai già lavorato. Per contrastare la pesantezza sfrutta il concetto di gamification che ho già trattato in altri articoli e prova a invertire l’approccio. Non devi ristudiare qualcosa che non sai, è invece una sfida, un’occasione per diventare un vero esperto dell’argomento. Mira all’eccellenza massima stavolta, spronati con un obiettivo ambizioso e sforzati di trovare il lato più curioso, divertente e appassionante di ciò che stai studiando.
- E infine… sfrutta il gruppo! Gran parte del percorso di studio è, e deve essere, solitario, ma alcune fasi, specialmente quelle di ripasso, testing e simulazioni possono beneficiare tantissimo dalla compagnia di qualcuno che condivide il tuo stesso obiettivo. Gestire lo studio di gruppo non è una passeggiata, e per questo ti rimando all’articolo che ho scritto su questo specifico argomento, ma può essere davvero utile per darsi la carica e rimboccarsi le maniche.
Ed eccoci qui, alla fine, a questo punto non mi resta che chiedere a voi che cosa ne pensate, se avete altri suggerimenti utili, raccontatemi le vostre esperienze con esami dati e ridati più volte e come siete riusciti ad uscirne!