La velocità è l’ossessione del nuovo millennio. Tutto deve essere veloce, sempre più veloce, sempre più veloce, sempre più veloce… e lo studio non fa certo eccezione.
Tante, tantissime delle richieste che ricevo ogni singolo giorno via mail, nei commenti, nei messaggi privati su Instagram, Facebook, Linkedin hanno a che fare con la velocità dello studio, mi chiedono come studiare in poco tempo, o addirittura “come studiare 88 pagine in un minuto”…
Quanto velocemente si possono studiare 10 pagine? Quanto ci vuole a preparare un esame? Come posso studiare più in fretta? Come studiare bene e velocemente? Ho 10 giorni per preparare un esame, come faccio ad andare più rapido? Come si aumenta la velocità di lettura? Esiste una tecnica di lettura veloce?
È un bombardamento continuo e allora, visto che l’interesse su questo tema è altissimo, ho deciso di scrivere un articolo proprio su questo, recuperando anche del materiale da una mia vecchia live in merito risalente a qualche anno fa (che sui social, più o meno, corrispondono a un’era geologica).
In questo articolo chiariremo che cosa significa diventare veloci nello studio, quanto veloci si può diventare, e soprattutto come farlo, con una carrellata supersonica di consigli pratici che vi lasceranno storditi come Superman che prova ad acchiappare Flash che gli gira intorno!
CHE COSA SIGNIFICA VELOCITÀ
Prima di tutto, c’è bisogno di chiarire una enorme confusione che offusca le menti degli studenti, alimentata ovviamente dalle fesserie dei fuffaroli del metodo di studio. Dobbiamo chiarire che cosa sia davvero la velocità nello studio e come misurarla.
Perché se non sappiamo definirla, se non sappiamo dove e come cercarla, non capiremo mai quanto veloci possiamo diventare e come farlo sul serio. Se non sappiamo quale sia il nostro obiettivo non potremo mai diventare più rapidi a raggiungerlo.
Bene, partiamo da questo: la velocità nello studio non si misura nei giorni che ci mettete a preparare un esame. Strano ma vero.
L’unica velocità che conta è la velocità con la quale passiamo dal momento in cui iniziamo attivamente a studiare fino al momento in cui siamo preparati su quell’argomento o materia.
Quella è la nostra misura. Dal secondo in cui posiamo lo sguardo la prima volta sul libro o in cui sentiamo la prima lettera della prima lezione all’istante in cui possiamo chiudere tutto e dirci “Ok. Ci sono. Sono preparato”.
Non si può arrivare alle tremila pagine al giorno come qualche imbecille suggerisce, non si può arrivare allo schiocco delle dita per imparare in un istante, ma ottimizzare i tempi dello studio, diventare più rapidi ed efficienti si può, ve lo dico subito. Non siete condannati per sempre alla lentezza, ma potete velocizzarvi solo in quest’ottica che vi ho descritto.
Nell’istante in cui cominciate a ragionare in termini di “in quanti giorni riesco a preparare l’esame” avete già fallito, non sarete mai davvero veloci nello studio, al massimo sarete superficiali.
Il motivo per cui questa è la prospettiva giusta è molto, molto semplice. Chi è preparato sul serio passa sempre agli esami. Sempre. È l’unica strategia di cui potete realmente fidarvi, su cui potete fare affidamento. A meno che non ci si trovi di fronte a un professore psicopatico o non si becchi la sfiga della vita, ma sono eccezioni. Chi pensa solo a come studiare in fretta aumenta esponenzialmente le probabilità di fallire.
La prospettiva di chi misura la velocità con la preparazione ingloba anche la prospettiva di chi vuole passare gli esami. Il contrario non succede, invece: chi si ossessiona solo sullo studiare meno possibile non è quasi mai davvero preparato e rischia, rischia tantissimo. Chi gioca alla lotteria degli esami ha già perso in partenza: velocità e fretta sono due cose ben diverse.
Prima vi dimenticate della ricerca della scorciatoia e dei metodi per tentare di fregare il sistema e prima potrete diventare veloci sul serio: dovete aumentare la velocità senza mai sacrificare la qualità.
Quindi lo abbiamo capito: il nostro obiettivo è rendere più rapido possibile il percorso che ci porta ad essere preparati, trovando il bilanciamento ottimale tra qualità dello studio ed efficienza. Gli esami, i test, le verifiche, le interrogazioni, i concorsi saranno una naturale conseguenza di questo processo. Ci ho messo più di dieci anni per riuscire a trovare il giusto bilanciamento e ho creato appositamente un corso sul metodo di studio per aiutare tutti gli studenti, che debbano preparare un esame o un concorso, a ottimizzare i propri sforzi e raggiungere l’eccellenza.
QUANTO VELOCI SI PUÒ DIVENTARE
Ma quanto veloci si può diventare davvero? La risposta è che dipende molto dall’argomento, dalla situazione, dalla materia, dalle nostre conoscenze pregresse, non c’è uno standard per tutti.
Proviamo a dare una prospettiva super generale e a spanne però, non mi voglio tirare indietro. Tenete a mente che non possono mai essere delle stime precise e valide per tutti i contesti, è pieno di eccezioni e variabili.
Analizziamo punto per punto un metodo di studio efficace.
- Nella lettura, la velocità massima che possiamo raggiungere prima che crollino la qualità e la comprensione equivale a circa 400 parole al minuto, quando la media normale è di circa 250. Si può tranquillamente arrivare quasi al raddoppio della velocità, insomma. Niente male. Questo dato viene leggermente rallentato però dal protocollo di lettura efficace, che fa però risparmiare tempo sul lungo periodo, e dunque vale assolutamente la pena. Ci torniamo tra un attimo.
- Per quanto riguarda la realizzazione di appunti, la velocità a cui si può arrivare è quella che consente di annotarsi tutte le informazioni necessarie senza perdere nulla o rimanere indietro. Dipenderà quindi anche dalla velocità dell’insegnante e delle lezioni.
- Nella schematizzazione la velocità massima è quella che prevede di essere veloci a schematizzare quanto a leggere. Se ho letto per un’ora, schematizzerò quello stesso argomento in un’ora. Non è niente male: quando si arriva a quel livello il metodo di studio vola!
- Nel testing, la velocità massima consigliabile nella mia esperienza è quella di metterci un terzo del tempo che ci si è messo per schematizzare. Se ho schematizzato per un’ora, mi ci vorranno venti minuti per il mio testing iniziale. Per le materie iper-tecniche come la matematica o la fisica le cose cambiano, perché il testing diventa molto più lungo e rilevante, mangiandosi il tempo di lettura e schematizzazione che, di contro, diminuisce.
- Il ripasso può attestarsi sulla metà del tempo del testing, ma anche scendere più di così, a seconda di quante volte si è già ripassato e quanto è semplice l’argomento.
- Con la memorizzazione tramite tecniche di memoria… beh, il limite di velocità ha un nome e un cognome. Andrea Muzii! È il campione del mondo di memory Sports, per questo motivo ho scelto lui e Vanni De Luca (il più grande mnemonista d’Italia) per creare un corso sulle tecniche di memorizzazione veramente completo e professionale.
- Per la preparazione generale degli esami, direi che non si possono dare dei tempi standard in nessun caso, ma senza dubbio si può arrivare ad essere veloci abbastanza da non accumulare ritardo e fuoricorso e affrontare tranquillamente tutti gli esami nella sessione.
STRATEGIE CHE NON FUNZIONANO
Ok, passiamo velocemente in rassegna le 4 strategie che non funzionano assolutamente, così da starne alla larga.
- La prima è quella classica di accumulare lo studio a ridosso della scadenza, condensandolo in pochi giorni, il famoso cramming. Questa strategia non funziona, perché aumenta a livelli senza senso lo stress, massimizzando la probabilità di sviluppare problematiche serie di esaurimento, ansia e tutto il resto. Inoltre al tempo stesso aumenta il rischio di vuoti di memoria, casini, errori, preparazione superficiale e lacunosa. Serve a poco studiare solo una settimana se poi l’esame non lo passi o ti ammazzi per superarlo… poi la sessione dopo ne buchi due perché sei in burnout.
- La seconda è quella di tagliare parti del metodo di studio. Ormai il mitologico paradigma del PACRAR lo conoscete meglio di me, tagliare brutalmente una o l’altra fase è invitante (Zeus solo sa quante volte ho pensato di tagliare di brutto la fase di schematizzazione e risparmiare tempo), ma ancora una volta il picco negativo di qualità è notevole e ricordate cosa abbiamo detto? Dobbiamo cercare il perfetto bilanciamento tra qualità e velocità, altrimenti prendiamo un bidone.
- Aumentare troppo la velocità di lettura tramite tecniche di speed reading. Ho scritto un articolo tempo fa in cui spiegavo per filo e per segno perché lo speed reading, photoreadng, lettura tridimensionale, lettura satellitare sono tutte bufale pseudoscientifiche che vi portano fuori strada, non mi esprimo oltre.
- Puntare tutto sulla memorizzazione. Può sembrare più veloce memorizzare tutto invece di prendersi il giusto tempo per capire, ma è l’esatto contrario. La memorizzazione dura e pura è faticosissima e, alla lunga, lentissima, anche per un campione come Andrea Muzii o un prodigio della mnemonica come Vanni De Luca. Fidatevi, e se non vi fidate di me andate a chiedere a loro.
CARRELLATA DI CONSIGLI
Finalmente è l’ora: carrellata di consigli pratici in ordine rigorosamente sparso per aumentare la velocità e raggiungere il massimo potenziale di efficienza nello studio:
- Accelerazione progressiva: modulate il vostro studio sul principio dello spacing, prendendovi il vostro tempo e distribuendo lo studio, ma intensificate man mano che la scadenza si avvicina, arrivando a ritmi molto intensi alla fine. La differenza col cramming sarà che vi ritroverete nello sprint finale sul ripasso, non sullo studio. Così facendo non accumulerete troppo stress ma potrete comunque giovare dell’intensità.
- Curatevi dei vostri appunti a lezione e frequentate, maledetti!!! Gli appunti velocizzano tutte le altre fasi, con una buona tecnica e costanza potete abbassare il tempo di studio a casa anche del 15%. Sono tante ore. Tante. Non sprecatele.
- Applicate il meccanismo di lettura efficace che insegno in Leggere per sapere, il mio manuale gratuito, e non tornate mai indietro a rileggere, se non quando c’è una difficoltà di comprensione. Abituatevi al “qui e ora”, al dare il meglio di voi alla prima volta che leggete, non siate svogliati, passivi, trascinati. Volete la velocità? La velocità richiede intenzionalità, focus, sprint, attenzione. Con una lettura davvero ben fatta e che vi preservi dalla rilettura infame, risparmierete decine di ore alla volta. Nel manuale poi ci sono anche consigli per aumentare la velocità di lettura vera e propria, seguiteli.
- Smettetela di ripassare ciò che è palese che già sapete. Non c’è sensazione migliore di continuare a ripassare una cosa che si sa già bene, ma è tempo perso. Una volta stabilito che quell’argomento c’è, passate al successivo. Senza pietà.
- Pianificazione attenta e micro obiettivi Sapere esattamente cosa fare e quando farlo significa risparmiare il tempo di decidere di volta in volta come procedere, tagliare sulla procrastinazione e andare dritti al punto. Molti mi chiedono “come trovare la voglia di studiare”, la risposta è: pianificazione e gamification.
- Eliminate tutte le ridondanze del vostro metodo. Della rilettura abbiamo già detto, ma che dire di chi rifà gli schemi più volte? Riscrive più volte? Risottolinea più volte? Ogni fase va fatta al meglio ma una volta sola.
- Eliminate completamente la ripetizione, lenta e noiosa per definizione, sostituendola con il testing e l’esercizio.
- Uccidete lo pseudolavoro, cioè tutte quelle attività che vi fanno sentire produttivi ma che in realtà servono solo a mettervi l’animo in pace e perdere tempo, come ossessionarsi su che colori scegliere, verificare da 700 fonti diverse anche quando ne basterebbero due, temperare le matite e disporle in ordine di lunghezza decrescente sulla scrivania.
- Abituatevi a studiare poco, ma in modo intenso, fate spesso pause, se vi sentite stanchi fermatevi, fare le tirate di studio non ha senso perché perdete di efficienza e ricordatevi: quella che vi sembra velocità sul breve periodo, perché magari fate più pagine in un giorno, si traduce in lentezza sul lungo periodo.
- E a proposito di questo, ne abbiamo parlato per tutto l’articolo… abituatevi a ragionare sul lungo periodo, il maratoneta veloce non è quello che corre i primi duecento metri più rapido degli altri, è quello che imposta il ritmo e prosegue sicuro per tagliare il traguardo per primo.
- Quando ripassate col testing, prediligete, specie nella prima parte della preparazione, domande secche e precise, niente domande super generali e niente discorsetti ad alta voce: risposte precise e a mente, che funzionano allo stesso modo ma risparmiano tempo.
- Evitate come la peste il multitasking. Fate una cosa alla volta, studiate una materia alla volta, se siete costretti a preparare due esami allo stesso tempo quantomeno alternateli a giorni o a sessioni di studio, così da non dover saltellare tra un esame e l’altro ogni mezz’ora, perdendo di focus e sprecando energie mentali nel passaggio.
- Date sempre la priorità al capire. Quando una cosa la avete capita davvero, studiarla e ricordarla è un attimo, la comprensione è la base su cui costruire la velocità. E a questo proposito cito, ancora una volta, la mitologica frase dell’immortale Isaac Asimov che diceva “Io non sono veloce a leggere, sono veloce a capire”.

- Create automatismi tecnici nel metodo di studio e rendete il processo fluido e integrato. Qui mi tocca la marchetta a “Sistema ADC Universitari”, il mio corso di metodo di studio universitario, che è veramente qualcosa di eccezionale, in cui farete proprio questo: costruirete un percorso sinergico, fluido, interiorizzato, in cui poter passare da uno step all’altro senza pensarci e senza interruzioni, in cui le varie fasi si aiutano a vicenda e si facilitano a vicenda, risparmiando tempo e fatica ma non sacrificando mai l’eccellenza dello studio.
- Non perdete tempo a memorizzare cose che non dovreste memorizzare. Gli schemi non si memorizzano, le parole chiave non si memorizzano, si memorizzano solo i dettagli tecnici quando sono tanti, complessi o organizzati in sequenze che non riuscireste a gestire a ragionamento.
- Evitate lo studio notturno e serale, così come quello subito dopo pranzo, momenti in cui rallentate per motivi biologici e, pur non accorgendovene, aumentate il tempo totale del vostro studio senza reali benefici di altro tipo.
- Sfruttate timer e sveglie per tenere i vostri tempi e monitorarvi, assegnatevi dei tempi per varie operazioni che altrimenti rischiano di diventare dispersive, come le ricerche su internet e gli approfondimenti, così da limitare gli strascichi improduttivi…
E… mi fermo qui, stiamo parlando di velocità non posso fare un pippone infinito.
Già questi sono consigli non da poco vi torneranno decisamente utili, anche perché hanno il vantaggio di funzionare davvero!